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Ha sette quartieri, si parla di più della sua "rivale": l'antico borgo (vicino a Palermo)

Chissà se un giorno potrà rubarle lo scettro di Borgo dei Borghi. Intanto ha ricevuto da parte del Touring Club Italiano la “Bandiera Arancione”. Scopriamolo insieme

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 18 settembre 2024

Petralia Sottana (foto di Salvatore Di Chiara)

Petralia Sottana da scoprire "Ccà c’e’ scrusciu d’antagonismu. Cu avi tortu e cu avi ragiuni. Chiddi di supra la pensanu a modu sò, chiddi di sutta persiro li spiranzi”.

Voci di popolo, voci spezzate da un lento declino “deciso” dalla supremazia della gente che vive sopra (detti popolari). Questa è la storia (sintesi) di Petralia Sottana, l’antagonista della Soprana.

Mimetizzarsi tra le 2429 (censimento del 2023) anime del luogo è impresa ardua. Collocata sul versante meridionale delle Madonie, in una posizione strategica nell'alta valle del fiume Imera, il paesino ondeggia tra i 900 e i 1100 metri di altezza.

In quel favoloso scenario deciso dalla natura, i borghi palermitani vivono di bellezze architettoniche e ambientali, senza remora alcuna. Eppure, tra le due Petralie non scorre/va buon sangue.

Storia di vizi e virtù! Le curve sdolcinate, le altezze paesaggistiche, scorci maliziosi e panorami perfetti sintetizzano l’itinerario stradale sino alle porte del Comune.
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Le prime battute sono segnate dagli sguardi penetranti di chi, attendista, scorge la presenza forestiera. Che siano appassionati, volenterosi o turisti, la prima "occhiataccia" fa la differenza.

Increduli di fronte alle tradizioni popolari, i passettini morbidi scandiscono nuove vedute, nuovi orizzonti. Per entrare nel clima partita (in gergo calcistico) gustiamo un’arancina.

È il classico biglietto da visita culinario. Dicono che l’abitato sia diviso in cinque quartieri, diventati sette (stranamente). La medievale Pusterna, l’"artigiana" Carmine, la quattrocentesca San Salvatore, la strettissima Provvidenza, l’ebraica Casale, l’antica San Giovanni e la periferica San Giuseppe.

In tempi recenti sono sorti la popolare San Giuseppe e la residenziale Pirilla e Petragrossa. Senza dimenticare le frazioni agricole, piccoli insediamenti rurali con una “certa” autonomia.

Amunì! La visita si preannuncia interessante. L’obiettivo è quello di raggiungere la grande e bella piazza Umberto I. Tra vicoli, straduzze strette e archi dalle forme perfette, finalmente si ammira la Basilica di Maria SS. Assunta.

Riedificata nel 1633, al suo interno conserva tesori della costruzione precedente. Tra questi, un elegante portale gotico-catalano e l’imponente campanile in pietra bianca. Gli interni meritano una piena e approfondita visita silenziosa.

Aspetti religiosi e architettonici vanno di pari passo, in simbiosi. La magnificenza continua anche all’esterno. Un paradiso ambientale “molto terrestre” si affaccia e dà spazio ai monti. Le Madonie svettano e regalano perfetti quadretti da incorniciare.

Due passi ancora per immergersi nelle antiche vicende di Petra “inferior”. Sgorga acqua pura dalle fontane, come la storia antica, millenaria.

Le prime tracce d’insediamenti umani risalgono al IV/III millennio a.C. (Grotta del Vecchiuzzo). Da quel momento si sono succeduti i Romani (città decumana), Arabi (Batarliah) con la città che ospitava un mercato, un castello, una chiesa e una moschea. I Normanni la conquistarono nel 1062, mentre gli Svevi fino ai Moncada si spartirono il territorio sino al 1817.

Seguendo il Percorso Geologico Urbano è possibile raggiungere gli altri edifici religiosi di grande rilevanza. Tra questi, la Chiesa di San Francesco. Costruita nel tardo medioevale, con gli interni in stile “barocchetto madonita”, è affiancata dall’ex convento e da un campanile ricostruito nel 1744.

Tele e affreschi ripercorrono le storie di San Francesco (presente un capolavoro dello Zoppo di Gangi). Invece, per ammirare il “grandissimo” Retablo marmoreo (circa 10 metri), occorre raggiungere la Chiesa della Santissima Trinità (Badia). È un capolavoro di Giandomenico Gagini. La passeggiata si evolve tra pietruzze, strittizzi e un languorino che prende forma e sostanza.

Se qualcuno stesse preparando le castagne? Magari fosse il periodo della festa dei sapori madoniti dell’autunno! Allora, ci accontentiamo di un pezzettino di cassata? Un cannolo gustoso o proviamo a ripartire daccapo mangiando la pasta alla norma? Dopo aver fatto incetta alimentare, ecco riprendere il nostro cammino.

La Chiesa di Santa Maria alla Fontana presenta un portale gotico-catalano del Trecento. Da non perdere la visita dell’ex carcere quattrocentesco, oggi adibito a Museo Civico (intitolato ad Antonio Collisani). All’interno è presente un’ampia esposizione di rocce sedimentarie (formate in ambiente marino). Cristalli, selce nera, anche un alabastro calcareo e molto altro ancora.

Nella sala interattiva si creano le aspettative tra passato e presente. Il giusto connubio tra gli studi precedenti e l’evoluzione (non sempre positiva) che la Terra ha subito nel corso dei millenni. Sono tre sezioni da non perdere assolutamente. La scorpacciata non alimenti stanchezze fisiche.

Petralia Sottana affascina per l’archeologia industriale e…lu Currivu. Cos’e’? N’atra storia tutta da vivere. È uno degli edifici più stretti al mondo. La "Casa del Dispetto" è larga solo 100 cm.

Fu costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso, dopo una faida tra vicini di casa. Per quale motivo? Ostruire la vista all’abitazione retrostante. “Storie di paisi, storie di populi legati a li propri beni”.

È tempo di ammirare i monti nella sua bellezza. Optare per un altro giorno significherebbe salire a Piano Battaglia o alla visita del Santuario della Madonna dell’Alto a 1819 metri di altezza. Custodisce la miracolosa effigie della Vergine Maria scolpita da Domenico Gagini nel 1471.

Forse è troppo, forse il fisico non regge o forse… è meglio prendersi più giorni di ferie! A Petralia Sottana non ci si annoia per niente. Ogni mattoncino nasconde una rara perfezione.

I forti campanilismi con la Soprana hanno da un lato aumentato la curiosità dei turisti.

Chissà se un giorno potrà rubarle lo scettro di Borgo dei Borghi. Intanto ha ricevuto da parte del Touring Club Italiano la “Bandiera Arancione” per meriti di accoglienza e rispetto ambientale. Chi ben comincia è a metà dell’opera.
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