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Gli Usa erano avanti di 20 anni: ma in Italia la prima tv (privata) a colori fu siciliana

Guardare la tv a colori sembra una cosa scontata, eppure in Italia è arrivata solo 44 anni fa. La Sicilia in questo detiene un "primato" che ricorre proprio nel mese di dicembre

Balarm
La redazione
  • 30 dicembre 2021

Guardare la tv a colori ormai è una cosa scontata, eppure è arrivata in Italia, per quanto riguarda il servizio pubblico, 44 anni fa. Ovviamente c’è chi era più avanti di noi più di una ventina d’anni, manco a dirlo, gli Stati Uniti.

Qui il primo apparecchio a colori viene venduto il 30 dicembre del 1953. Le trasmissioni iniziano, sempre negli Usa, un anno dopo.

Sessantotto anni fa lo schermo in bianco e nero è diventato più simile a come vedono i nostri occhi, avvicinandoci ancora di più a un mezzo che racconta sempre meglio la realtà. Da allora ad oggi sono state ancora maggiori le speculazioni sui messaggi televisivi e su come questi influenzino la nostra vita.

E in Italia questa tecnologia diventò alla portata dei cittadini (ma non di tutti) quando l'1 febbraio 1977, dopo una lunga battaglia tecnica e politica, debutta ufficialmente la televisione a colori pubblica. Un ritardo che sicuramente ci è costato qualcosa in termini di parità culturale con gli altri Paesi.
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Ovviamente non era per tutti. I costi di un apparecchio televisivo adeguato rispetto agli stipendi dell’epoca risultavano a molti proibitivi. Quindi, come era successo con l’arrivo della televisione in bianco e nero, non era insolito riunirsi nelle case di chi poteva permettersi già una televisione all’avanguardia per godersi i propri programmi preferiti.

A Palermo, ad esempio, come in quasi tutto il Sud, la televisione in bianco e nero arrivò due anni dopo nelle case dei meridionali rispetto al resto dello Stivale. Solo dopo il1956 nel Meridione, come ricorda Pippo Baudo nel libro “Ecco a voi”, si poteva guardare la tv ma solo nei bar o al cinema.

«L’Italia per quasi tre anni era rimasta tagliata in due – scrive Baudo –. Da una parte il Paese che riceveva il segnale televisivo e cominciava a cambiare grazie alla Rai e ai suoi modelli e dall’altra il Sud ancorato al passato».

E sulla tv a colori, per dirla con lo storico presentatore del festival di Sanremo, anche l’Italia si è sentita un Paese di serie B. Nonostante la Rai fosse tecnologicamente pronta per trasmettere a colori già dalla nascita del secondo canale, nel 1961, solo poco più della metà degli anni ’70 iniziò la trasmissione con cadenza quotidiana di una serie di prove tecniche di trasmissione.

I test consistevano in immagini statiche o in filmati con sottofondi di musica classica, ad esempio La gazza ladra di Rossini, utilizzata come commento musicale a un filmato relativo a un gruppo di persone che visitavano uno zoo.

Le trasmissioni a colori, iniziate in via sperimentale fin dai primi anni Settanta avvengono a giorni alterni. Alla Rai c’era Rosanna Vaudetti che conduceva la prova tecnica delle Olimpiadi di Monaco nel 1972, diventando il primo volto trasmesso in Italia a colori.

E forse alcuni ricorderanno lo storico annuncio di Maria Giovanna Elmi del passaggio Rai alla televisione a colori. Annunciava così il costo del canone per chi aveva già una televisione a colori: 49.650 lire per l’intero anno o 23.960 per sei mesi.

Anche se alcune stazioni locali avevano già riproposto trasmissioni a colori provenienti dalle vicine Svizzera, Montecarlo e Jugoslavia prima del ’77, la soddisfazione di guardare i propri programmi preferiti nella nuova veste colorata era un’altra storia.

Il nuovo assetto cromatico della tv pubblica fu accolto con rinnovato entusiasmo dai telespettatori, che finalmente riuscirono a rivendicare parità culturale con gli altri Paesi. Il cambiamento portò a un’intensa riqualificazione dei palinsesti della tv generalista, che potevano beneficiare del realismo delle immagini restituite con i colori naturali.

Questa volta però la Sicilia è in pole position per quanto riguarda l'Italia. TCI (Telecolor International Catania), storica emittente siciliana, deve il proprio nome al fatto di essere stata la prima tv privata a trasmettere a colori. Nata il 26 ottobre 1976, le trasmissioni iniziarono ufficialmente il 23 dicembre del 1976 sul canale 47 dalla collina di Valverde, in provincia di Catania.

E tra poco assisteremo a un’altra mini rivoluzione digitale quando a partire dall'8 marzo 2022, tutti i canali televisivi nazionali saranno trasmessi in Mpeg-4, un nuovo tipo di tecnologia che permette di comprimere il segnale e di irradiarlo anche in alta definizione.

Per vedere i canali, avremo bisogno di un televisore di nuova generazione, capace di rievere il segnale in Mpeg-4. Lo stabilisce un decreto del ministero dello Sviluppo Economico che dà un ulteriore colpo di acceleratore allo switch-off delle tv.

Ma anche questa volta l’Italia è a due velocità. Si parte prima al Nord, il 3 gennaio. E anche questa volta l’alta definizione non è per tutti: nello stesso decreto si offre la possibilità alle tante famiglie italiane che non hanno ancora un televisore nuovo, stimate tra 1,4 e 2 milioni, secondo la Fondazione Bordoni.

Rai, Mediaset e La7 potranno continuare la messa in onda dei loro canali principali anche nella vecchia tecnologia (l'Mpeg-2), che saranno però retrocessi indietro sul telecomando. Quando si dice corsi e ricorsi storici.
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