STORIA E TRADIZIONI
Forse per amore, forse per sfinimento, alla fine la ninfa cedette: il mito di Alfeo e Aretusa
In Sicilia e precisamente a Ortigia, il mito si intreccia alla realtà e abbraccia la curiosità di scienziati, filosofi, storici e scrittori: la Fonte Aretusa è un esempio di questa ''magia''
Dettaglio del dipinto Alfeo e Aretusa (Castellammare di Stabia, Collezione Varone)
Tantissimi scrittori si sono lasciati affascinare dal mito: Pindaro, Virgilio, Diodoro Siculo, Ovidio, Cicerone, Strabone, e, in secoli più recenti, Salvatore Quasimodo, John Milton, Alexander Pope e altri.
Se vi capiterà di trovarvi a Siracusa, noterete senza dubbio una particolarità nel colore del mare che costeggia la riva: il mare ha due sfumature cromatiche, un blu intenso e un chiaro verde acqua; inoltre è molto strano che una fonte d'acqua dolce si trovi in prossimità del mare. Tutti elementi curiosi e insoliti che hanno dato vita a un mito.
La Sicilia è una terra ricca di miti e proprio in Sicilia sorse una delle città più importanti della Grecia antica, Siracusa, terra in cui è ambientato uno dei miti più conosciuti, quello di Alfeo e Aretusa, che oggi rivive nella Fonte Aretusa, piccolo anfratto d'acqua dolce che, tra papere e papiri, sfocia nel porto di Siracusa.
Aretusa rimase indietro per riposare.
Decise così di immergersi nel fiume Alfeo per rinfrescarsi, ma il fiume iniziò ad agitarsi e avvolse Aretusa, che, spaventata, uscì dall'acqua. All'improvviso Aretusa si trovò davanti un giovane che la guardava con occhi pieni di amore, era il fiume Alfeo che aveva assunto sembianze umane, per manifestarsi ad Aretusa e dichiararle il suo amore.
Certamente, avrebbe potuto pensare a una dichiarazione meno traumatica, ma gli dei sono così, molto impetuosi e amano apparire e sparire all'improvviso. D'altra parte, chi di noi non farebbe questi giochetti, se ne avesse la possibilità? Dobbiamo immaginare gli dei come degli umani con i poteri magici, quindi ''casi umani'' al quadrato, potremmo dire ''casi divini'', dato che di divinità si parla.
Torniamo ad Aretusa. Evidentemente la bella ninfa non ricambiava per niente il sentimento e, per paura o per timidezza, oppure proprio perché non era interessata a quel giovane figlio di Oceano - che non è una parolaccia - cercò di scappare. Così Artemide, appresi i fatti, provò ad aiutare la ninfa trasformandola in una fonte - le idee geniali degli dei -, e la trasportò in Sicilia, ad Ortigia, perché si allontanasse dal giovane: così nacque la Fonte Aretusa.
La storia non finisce qui. Vuoi che Zeus non ci metta il suo zampino? Ovviamente non è possibile. Alfeo, innamorato e disperato, chiese aiuto a Zeus, che, sinceramente commosso dalla richiesta e impietosito, tramutò nuovamente Alfeo in fiume, così, inabissandosi nel mar Ionio, avrebbe potuto raggiungere Ortigia. Un'invenzione che nemmeno il ponte sullo stretto potrà mai superare quanto a genialità.
Infine Aretusa, un po' per rassegnazione, un po' perché colpita da un amore così intenso, un po' per sfinimento, cedette alle lusinghe di Alfeo e ancora oggi convivono a Siracusa. Entrambi, infatti, riemersero ad Ortigia, Aretusa in forma di sorgente cui Alfeo unisce le proprie acque, rimaste prodigiosamente prive di salsedine.
Quando vi troverete a Ortigia, passeggiando tra le vie e il Lungomare Alfeo, rapiti anche dai tramonti mozzafiato, saprete quale storia incredibile si cela sotto quelle acque incantate.
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