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Fece follie per conquistare le donne amate: il ritratto di un Florio, ultimo Don Giovanni

Per corteggiare una donna era capace di fare follie e di spendere una fortuna pur di raggiungere il suo scopo: durante la vita ne conquistò davvero tante

  • 25 aprile 2020

Ignazio Florio Jr

Il vecchio detto: "Bacco, Tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere" probabilmente contribuì al declino dell'ultimo discendente della famiglia Florio. Ignazio Junior, infatti, era capace, per corteggiare una donna, di spendere una fortuna, pur di raggiungere il suo scopo. Ne conquistò tante, più o meno note e rispettabili e fece follie, senza mai badare alle conseguenze.

Allora le più belle donne del Novecento erano corteggiate e contese da nobiluomini, sovrani e grandi artisti e spesso per fare ritirare l’avversario di turno si ricorreva al duello. Tra le sue conquiste primeggiarono: Lina Cavalieri, la Bella Otero, Liane de Pougy, e Cleò de Merode. Quando Lina Cavalieri, dopo i fischi al Teatro Massimo, fuggì da Palermo, si rifugiò a Firenze nella villa che Ignazio le aveva regalato.

Ignazio era dispiaciuto e dopo avere sistemato i suoi affari a Palermo, partì per Firenze per tentare una riconciliazione. Ma la Cavalieri, approfittando di quanto gli era capitato, chiese all’amante di regalarle un levriero russo, esemplare rarissimo, costosissimo e introvabile. Ignazio non lo trovò, malgrado si fosse recato ad Amburgo, Pietroburgo, Mosca, Odessa. Quando le comunicò con un telegramma che non aveva trovato il levriero tanto desiderato, si sentì rispondere: "Meglio non tornare. Lina".
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Ignazio non capì il motivo di tanta freddezza. Un vecchio amico, il principe Petrulla lo avvisò: "Ti ha fatto le corna!". Don Ignazio ma da buon siciliano pensò: "meglio accertarsi". Tornato a Firenze, si recò alla villa dove ad attenderlo trovò soltanto la governante ed un biglietto dell’amante: "Sei stato un amico indimenticabile. Telefona a Gabriele (nda. D’Annunzio ). Ciao, Lina".

Ignazio, furibondo, lo chiamò. "Lina è qui con me", rispose il D’Annunzio, "C’è stato un temporale violentissimo e come saprai, lei ha paura dei tuoni. Il tempo si è mantenuto cattivo, non si è più mossa. Ma ora che ci sei tu…". Benché adirato e ferito nell’amor proprio, Ignazio, si comportò da gentiluomo: "No, grazie. Io debbo ripartire per Palermo, e siccome potrebbero venire altri…temporali, meglio che resti con te".

Oltre alla Cavalieri, Ignazio ebbe altre amanti. Non perdeva occasione per mietere conquiste femminili, anche in maniera plateale, benchè avesse al suo fianco una delle donne più belle e affascinanti dell’epoca. Per conquistarle, regalava ville e gioielli che commissionava personalmente ai migliori orafi europei. Lo testimonia soprattutto una vecchia cartolina sbiadita raffigurante la “Bella Otero” con indosso un “bolerino” di pietre preziose.

Pare che Ignazio, al fine di farla capitolare, si recò a Parigi e commissionò a Cartier un gilet di smeraldi. Il gioiello sortì l’effetto desiderato e fu Ignazio che lo pose sul seno nudo dell’artista. Agli amici palermitani che gli chiesero i dettagli del prosperoso seno, Ignazio rispose: "Dui pipittuna...!" (nda. due cedri), sottolineando la forma ed il turgore dei seni della donna. Si dice anche che i due trascorsero una lunga vacanza da “mille e una notte” nel Nord-Africa, sotto una tenda di pelle di cammello (nda. 40 metri x 20) e che la ballerina si aggirasse in quel sontuoso appartamento, vestita solo … dei suoi smeraldi.

Per quanto concerne Liane de Pougy le cronache del tempo la descrissero: "bellissima, intelligente, colta, e vuole imparare per essere la migliore". Conosciuta in tutto il mondo, patrimoni colossali furono deposti ai sui piedi, gioielli straordinari e unici. Fu denominata, "le passage des Princes". Era una donna cinica. La sua era una specie di vendetta e gioiva ogni volta che riusciva rovinare un banchiere, un politico, un principe.

Era l'epoca in cui un quarto d'ora in sua compagnia costava 120.000 franchi, quando la sua cuoca ne guadagna 200 al mese! Poteva quindi, tra questi, mancare Ignazio? Il comportamento di Donna Franca, ufficialmente fu sempre irreprensibile, mai mostrò in pubblico antipatia per le antagonoste ed onorò il marito.
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