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Era un rifugio abbandonato sul mare e ora rinasce: dov'è l'antica fortezza in Sicilia

Lo storico simbolo culturale per la comunità trapanese e per l'Isola intera, dopo lunghi anni di attesa si prepara a splendere. Tutti i dettagli nell'articolo

Jana Cardinale
Giornalista
  • 22 ottobre 2024

La Colombaia di Trapani

Il Castello della Colombaia, storico simbolo culturale per la comunità trapanese e per la Sicilia intera, in quanto esempio, tra i migliori esistenti, di architettura militare dell’isola, sarà sottoposto a breve a dei lavori per il suo recupero totale, dopo lunghi anni di attesa.

Si tratta di interventi finanziati con il PNRR che permetteranno all’edificio, alto 32 metri e composto da quattro piani sovrapposti, la cui fondazione viene attribuita dagli storici ad Amilcare Barca in occasione della prima guerra punica, di rifiorire.

Soddisfazione a tal riguardo viene espressa da Livio Marrocco, presidente dell'Istituto di Studi Economici e Sociali Nova Civitas, che spiega: «I 27 milioni stanziati a valere del PNRR sono frutto di un impegno costante e silenzioso, che inizia con l’assessore regionale Samonà e che è proseguito con Scarpinato.

In qualità di presidente di Nova Civitas, che ha adottato la Colombaia come suo logo distintivo, sono particolarmente orgoglioso di questo risultato. Abbiamo lavorato per difendere questo simbolo da sempre, fin dal 2010, quando feci finanziare la sua messa in sicurezza».
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In concomitanza con l'avvio dei lavori, Nova Civitas assieme all’Ente di Istruzione e Formazione Professionale Futura, con il contributo dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, vuole organizzare un ciclo di conferenze dal titolo "Colombaia, libro di pietra".

«Questi incontri - spiega Marocco - rivolti a scuole e associazioni locali, mirano a condividere le nuove scoperte effettuate sul Castello della Colombaia e a discutere delle problematiche e delle potenzialità legate al suo recupero».

Il programma prevede presentazioni illustrate tenute da esperti, tra cui l'architetto Giovanni Vultaggio, autore di recenti pubblicazioni sul castello, oltre a momenti di interazione con il pubblico.

Vultaggio, già consulente scientifico delle Soprintendenze di Trapani, Palermo e Agrigento, e già cultore e docente a contratto presso le sedi universitarie di Palermo e Agrigento, nel suo libro dal titolo "Il Castello della Colombaia di Trapani – Storia, evoluzioni e confronti di un libro di pietra", basandosi su un ampio ventaglio di fonti documentarie di natura diversa, identifica una complessa successione di trasformazioni della struttura.

Il saggio si avvale dello studio comparato di oltre 170 torri ottagonali individuate in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, elencate e localizzate in appendice, che permette di comprendere non solo la genesi ma anche lo sforzo che certamente costituì l’edificazione di una delle torri più possenti tra la fine del XIII e i primi del XIV secolo, e anche quale impatto possa avere avuto già a quei tempi.

Il Castello della Colombaia si rivela così uno straordinario contenitore, di storia, arte e architettura, capace di gettare nuova luce anche sulle vicende storiche e politiche della stessa città di Trapani.

«Invito tutte le realtà del territorio interessate a partecipare a questi importanti momenti di conoscenza e confronto sul futuro di uno dei simboli più preziosi della nostra città e della nostra regione», conclude Marrocco.

La Colombaia, detta anche Torre Peliade o Castello di mare, è stata, per oltre vent'anni, in attesa del restauro che le consentisse di tornare a essere uno dei beni monumentali più rilevanti della Sicilia.

Negli anni Novanta venne restaurata la torre pericolante, mentre sul resto del castello la Soprintendenza regionale dei Beni culturali non poté intervenire perché appartenente al demanio statale.

Nel 2009 fu individuata dal Fondo per l'Ambiente Italiano come Luogo del cuore degli italiani, e solo nel dicembre 2010 il "decreto della Colombaia" è stato firmato dal Presidente della Repubblica, in modo da trasferire il bene dallo Stato alla Regione Siciliana, che ne ha annunciato il restauro.

A battersi per la sua salvaguardia e la sua valorizzazione è stata nel tempo l’Associazione "Salviamo la Colombaia", presieduta da Luigi Bruno.

Oggi i fondi del PNRR già assegnati dal governo centrale sono disponibili e l’avvio della prassi burocratica regionale, attraverso la quale indire una gara a livello internazionale per la realizzazione di un progetto di fattibilità, è finalmente a portata di mano.

Si tratta di una notizia importante per la città di Trapani, che vedrebbe così realizzata l’identità desiderata e auspicata da studiosi e appassionati per la sentinella del porto e testimonianza storica preziosa che ha resistito al passare del tempo e alle maree.

Il nome della "Colombaia" è dovuto alle nidificazioni delle colombe che scelsero l’isola e il castello come porto sicuro durante i suoi numerosi periodi di abbandono, nonché punto strategico lungo la rotta migratoria verso le coste dell'Africa.

L’associazione che vi ha dedicato attenzione in modo costante nel tempo ha anche denunciato più volte la solitudine in cui ogni azione intrapresa continuava a rimanere.

Il Castello della Colombaia è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città, per la sua posizione sul mare, per la storia che lo ha reso patrimonio architettonico, perché simbolo di uno dei tesori più significativi di Trapani; una fortezza i cui i racconti intrecciano realtà e leggenda.

E in tanti hanno indicato la Colombaia anche quale modello di sviluppo turistico e polo di attrazione culturale, al pari di diversi altri siti restaurati in altre città europee che hanno saputo apportare benefici di grande rilevanza.
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