ITINERARI E LUOGHI
Era luogo di prigionia, ora è un (celestiale) giardino: la Latomia del Paradiso in Sicilia
Complici le fredde temperature invernali e quelle torride estive era un luogo temuto e odiato da chi veniva condannato. Oggi regala uno splendido paesaggio
Latomia Paradiso a Siracusa
Oggi un grande giardino, proprio come il celestiale Paradiso, è un’antica cava di calcare che ospita nella sua complessità le grotte divenute famose e meta privilegiata dei tanti visitatori che raggiungono il parco. Si racconta che, in origine, era un’immensa cava di pietra, coperta e sotterranea.
Da essa pare siano stati ricavati, in età greca, le migliaia di metri cubi di blocchi di calcare, utilizzati per i monumenti e gli edifici dell’antica Siracusa. E si scavava al suo interno per recuperare il materiale più pregiato. Poi nel tempo il tetto delle caverne, anche a causa dei terremoti, è crollato.
La datazione, quindi, risalirebbe al quinto secolo a.C., periodo in cui le cave vennero scavate per ricavarne il materiale necessario per la costruzione della città. Le cavità che oggi si vedono, e che un tempo facevano parte del sistema di grotte della Latomia, sono note oggi con i nomi di l’Orecchio di Dionisio, la Grotta dei Cordari e la Grotta del Salnitro.
Un tempo erano usate anche come luogo di prigionia, complici le fredde temperature invernali e quelle torride estive, le cave erano odiate da chi veniva condannato. Oggi la Latomia del Paradiso è ricca di alberi tra limoni e aranceti che arricchiscono la variegata vegetazione presente nel parco.
Per raggiungere, infatti, le parti più note del parco archeologico, è inevitabile percorrere questo affascinante “paradiso”, con una vista suggestiva, con posti al sole e altri all’ombra, che offrono un percorso ricco di mistero e di storia. E poi visitando la cava, che oggi è appunto a cielo aperto, i suoi colori sono incantevoli.
La Latomia del Paradiso si collega con quella dell’Intagliatella attraverso una moderna galleria e tramite un arco si raggiunge quella di Santa Venera, tra le più pittoresche per la sua ricca vegetazione. E quella che appare, dunque, è un’immaginaria Siracusa antica e sotterranea che collegava tra loro questi luoghi suggestivi, ma anche temuti dai numerosi schiavi e prigionieri che vi venivano portati.
E dato che l’Orecchio di Dionisio, la Grotta dei Cordari e la Grotta del Salnitro sono quelle più note del parco, non possiamo non fare un cenno almeno alla più famosa di esse, l’Orecchio di Dionisio. Il suo nome, si racconta, le fu dato da Caravaggio, per la sua particolare storia.
Infatti il tiranno Dionisio I di Siracusa dall’interno della Latomia ascoltava cosa dicevano i suoi prigionieri. Come un grande orecchio, dunque, che spiava i suoi nemici. La sua forma, quindi, come un grande padiglione auricolare suggerì al pittore quel nome che oggi è noto anche a noi.
Per visitare le famose grotte e lasciarsi travolgere dal ricco e lussureggiante paradiso della Latomia basta recarsi all’ingresso del Parco archeologico di Siracusa e usufruire dei tanti pacchetti pensati proprio per visitare l’immenso sito e conoscerne la sua lunga e antica storia.
Ecco gli orari di apertura per il mese di gennaio: l’Area Monumentale della Neapolis è aperta dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 16.40. Domenica e festivi dalle 8.30 alle 13.40.
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