STORIE
È tra i migliori al mondo ma resta in Sicilia: il ricercatore che "crea" energia dal mare
Giovane bagherse, deve tutto "all'impegno e al sacrificio" suo, dei colleghi e della famiglia. Una storia di crescita e riscatto con la voglia di non abbandonare l'isola
Alessandro Tamburini da Mattarella
Quando l’ho incontrato, e già questo per me era ragione di orgoglio, oltre a constatare di presenza che non è il classico "secchione" come lui stesso si è definito, gli ho chiesto quale fosse la ricetta per diventare scienziato... tra tutte le cose che avrebbe potuto dire per intimidirmi, mi ha parlato "semplicemente" di impegno e sacrificio.
Quegli stessi ingredienti che nel 2021 lo hanno portato davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricevere il premio ENI Award per la ricerca e l’innovazione tecnologica nel mondo dell’energia. Come ha tenuto a specificare da subito, lui è andato in qualità di amministratore della ResourSEAS, la start up che ha fondato con Alessandro Cipollina e Giorgio Micale nel 2017.
Anzi, Alessandro Tamburini mi ha spiegato per filo e per segno il loro lavoro come si farebbe con la "zia Pina", ed è riuscito persino a farmi capire come, attraverso un processo di elettrodialisi inversa, si possa produrre energia elettrica da acque di salina e di mare...e di sti tempi, considerato che viviamo pure in un’isola, me la giocherei bene questa idea!
Già nel 2016 SuperQuark aveva avuto l’occhio lungo e dedicato proprio al primo prototipo che Alessandro e i suoi colleghi/famiglia di ResourSEAS e dell’Ateneo di Palermo avevano realizzato, un approfondimento del programma. C’è un motivo se nel 2021 Alessandro Tamburini è finito nella classifica mondiale degli scienziati con maggiore produttività scientifica che viene annualmente redatta dall’Università di Stanford.
Insieme a lui c’erano anche Cipollina, Micale e altri 83 colleghi docenti dell’Ateneo di Palermo, non sapete quante volte lo ha ripetuto...ma quanto è modesto sto figlio?! Lecito sarebbe chiedersi perchè un giovane così capace sia rimasto qui, in terra di Sicilia, anzichè andare a cercare fortuna altrove.
Non che sia la normalità, ma purtroppo siamo troppo abituati alla “fuga di cervelli” che quasi ci stupiamo, trasformandola in eccezione, della scelta di rimanere...A dirla tutta all’inizio della sua carriera Alessandro aveva anche accettato un’offerta di lavoro che lo aveva allontanato da casa ma poi, forse con la sana incoscienza dei 25 anni, ha lasciato quelle certezze per tornare a casa, dedicarsi alla ricerca, suo primo amore, con un dottorato di Unipa e poi, insieme ai suoi colleghi e amici, fondare ResourSEAS. Ma cos’è ResourSEAS il cui nome è già tutto un programma?!
È una realtà fortemente voluta per poter accogliere i giovani che si sono formati in Sicilia e che non sono così più costretti a “fuggire via”. Alessandro lo ha definito uno spin-off di Unipa, per parlare con un linguaggio da telefilm Netflix, vi potrei dire che è un derivato, un "figlio" del lavoro di ricerca effettuato in ateneo ma che ne rappresenta lo step successivo, così si riesce a trasformare in progetto pratico quelli che sono gli studi dell’uiversità, inserendosi sul mercato.
Nello specifico ResourSEAS si occupa di valorizzare le principali componenti dell’acqua di mare, quindi acqua dolce, sale, magnesio e tutte le sostanze che vi sono contenute, attraverso processi di economia circolare. In questo modo, attraverso l’individuazione di processi di estrazione delle sostanze ad esempio da salamoie esauste e altri contesti di reupero, non fanno altro che mettere in pratica ciò che ci hanno insegnato le nostre madri, e cioè che non si butta via niente nè in cucina nè nei laboratori scientifici evidentemente.
Prima che i soliti malpensanti inizino ad elucubrare ipotizzando chissà quale fine speculativo per fare business con il duro lavoro effettuato dai giovani ricercatori in ateneo, vi fermo subito e vi dico che, in un mondo in cui se non fai attenzione ti soffiano l’idea, se non ti sbrighi a depositare il brevetto, indovina un po'...ti soffiano l’idea, loro scienziati che fanno?
Hanno ampliato la ResourSEAS accogliendo nuovi colleghi, tesisti di Unipa e giovani laureati, mettendo in pratica davvero il principio che li ha mossi all’inizio, quello proprio di creare un contesto accogliente per coloro che qui sono "nati".
Ovviamente detta così sembra sia andato tutto liscio come l’olio...ma di sicuro il percorso formativo e lavorativo di Alessandro Tamburini ha richiesto un po' più dell’impegno e del sacrificio di cui mi ha parlato.
Se glielo chiedete però, la sua semplicità, con l’accezione più alta che possiate immaginare, lo porterà a ringraziare prima di tutto per l’amicizia dei suoi colleghi e compagni di viaggio. Per l’amore di sua figlia e di sua moglie che, scienziata pure lei, è la sola che possa comprendere le sue giornate trascorse in laboratorio.
E ancora per la sua famiglia di origine, la sua mamma che, vedova da quando Alessandro aveva 18 anni e con un altro figlio ancora più piccolo non ha potuto far altro che rimboccarsi le maniche, suo zio che lo ha supportato negli studi, la nonna che, quando ancora piccolino andava a scuola e i suoi genitori lavoravano si occupava di lui.
Se fate attenzione questa ricetta per diventare scienziato ci suggerisce tanta normalità, più di quanto potessimo immaginare, non trovate? E la normalità a me suggerisce speranza. Ma a proposito di Sergio, quel Mattarella di prima intendo, sapevate che a Bagheria abbiamo anche il suo elettricista di fiducia?! Shhh non si può svelare sempre tutto e persino io ogni tanto devo tacere...
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
È uno dei più alti in Europa: dov'è (in Sicilia) il ponte "vietato" a chi soffre di vertigini