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È siciliana la città più geometrica d'Italia: il borgo (esagonale) si chiamava Occhiolà

Un antico paese distrutto, un visionario progetto di rinascita e una forma perfetta che ancora oggi incanta chiunque. Ecco la storia della città esagonale siciliana

Viviana Ragusa
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  • 9 dicembre 2024

Grammichele

In Sicilia esiste un luogo dove la perfezione della geometria incontra il fascino della storia.

Guardandolo dall’alto, potreste pensare che questo piccolo Comune sia il frutto di un progetto futuristico, e invece custodisce una storia antica, segnata da distruzione e rinascita.

Un tempo questa città aveva un altro nome, Occhiolà, ma un evento catastrofico l’ha trasformata per sempre.

Oggi il borgo si chiama Grammichele ed è situato nel cuore della Sicilia, nel Val di Noto. La città è stata ricostruita nel 1693 sulle ceneri dell’antica Occhiolà, distrutta dal devastante terremoto che colpì il territorio siciliano, e oggi è famosa per la sua peculiare forma esagonale, unica in Italia.

Prima della tragedia del 1693, però, il borgo medievale di Occhiolà sorgeva poco distante dall’attuale Grammichele con un’antica storia che mescolava influenze greche, romane e arabe, riflettendo la complessità culturale della Sicilia.
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Dopo il terremoto, la comunità superstite dovette affrontare la sfida della ricostruzione, guidata dal principe Carlo Maria Carafa Branciforti.

Il sovrano, ispirato dalle nuove correnti urbanistiche dell’epoca e determinato a creare una città più sicura e organizzata, decise di fondare Grammichele.

La sua visione si tradusse in un piano urbanistico audace per l'epoca: una struttura esagonale con una grande piazza centrale da cui si diramano sei strade principali, come i raggi di una ruota.

Questa geometria perfetta non era solo estetica, ma anche funzionale.

L’organizzazione degli spazi, infatti, favoriva un flusso ordinato di persone e merci, e la simmetria offriva vantaggi nella difesa della città e nella gestione degli edifici pubblici e privati.

Oltretutto, il carattere visionario della progettazione di Carlo Maria Carafa, sviluppata insieme a Michele Da Ferla, è lo stesso della pianta esagonale su cui si è sviluppata contemporaneamente anche un'altra città siciliana: Avola.

Al centro di Grammichele si trova la piazza principale del paese, che porta il nome del principe.

Il cuore pulsante della città, anch’esso esagonale, è circondato da edifici storici di pregio, tra cui il Palazzo Comunale e il Duomo dedicato a San Michele Arcangelo e Santa Caterina d'Alessandria.

Eppure, la modernità della pianta e l'aspetto visionario dell'architettura cittadina non hanno persuaso gli abitanti di Grammichele a dimenticare Occhiolà.

L’antica città è oggi un sito archeologico visitabile, che conserva tracce delle sue origini medievali e offre un panorama emozionante sulle colline circostanti.

Ogni anno, a gennaio, in occasione dell'anniversario del terribile terremoto che distrusse la città, la comunità celebra la memoria di Occhiolà con riti religiosi e manifestazioni culturali, rafforzando il legame tra passato e presente.

Con le sue strade ordinate, la grande piazza centrale e i panorami mozzafiato, Grammichele è una meta affascinante per chiunque ami l’architettura, la tradizione e la bellezza paesaggistica.

Inoltre, questa città racconta una storia di rinascita e di creatività, un esempio di come la Sicilia sappia sempre rinascere dalle sue ceneri, combinando tradizione e innovazione in un equilibrio perfetto.
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