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È in Sicilia dove si incontrano tre valli: il mondo barocco visto dal Colle di San Matteo

Una visita per chiudere il cerchio "sciclitano". Lo spirito di osservazione diventa il protagonista assoluto di un capolavoro in declino ma che merita di essere scoperto

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 28 novembre 2023

Scicli (Ragusa)

Uno, due, tre… cinquecento metri di salita separano il centro storico di Scicli dalla Chiesa di San Matteo posta in cima al colle omonimo. Rappresenta la distanza esatta per raggiungere uno dei luoghi più suggestivi della città.

I visitatori - non appagati - una volta lasciato il Palazzo Beneventano iniziano "l‘acchianata" nelle stradine "custodite" dai muretti. La volontà è una delle poche armi che danno la possibilità di raggiungere la cima e… iniziare lo spettacolo. La storia, i paesaggi, l’architettura e l’abbandono sono gli ingredienti del prossimo passaggio.

Una visita dovuta per chiudere il cerchio "sciclitano". Lo spirito di osservazione diventa il protagonista assoluto di un capolavoro in declino: la Chiesa di San Matteo.

È una di quelle strutture che fanno parlare di sé senza batter ciglio. La storia (documenti) e le fonti testimoniano di un primo insediamento a partire dal 313 (periodo paleocristiano) durante la diffusione del culto del Cristianesimo. I religiosi si rifugiavano nelle mura per celebrare le funzioni.
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Alcune tele raffigurano l’esistenza della chiesa (sin dal Medioevo) con la presente torre campanaria nella sua attuale collocazione. Un’altra data interessante è il 1404.

Secondo la tradizione vi fu sepolto San Guglielmo eremita. A causa del terremoto del 1693 l'edificio andò parzialmente distrutto e, grazie al sacrificio e alla realizzazione di un nuovo progetto, nel 1700 venne ristrutturato. Per anni, tanti, fu il punto di riferimento per i fedeli fino a quando, nel 1874, cessò la sua attività.

La superficialità umana distrusse definitivamente un’opera importante. Gli arredi furono trasferiti nella Chiesa del Collegio. Dopo gli ultimi interventi fatti, l’edificio era composto da tre navate e tre absidi, con un campanile incorporato nel transetto a destra. La facciata è rimasta incompiuta e presenta dei "tocchi" in stile Barocco Siciliano.

Inoltre, si possono ammirare dei capitelli corinzi e grandi portali d’ingresso arricchiti da decorazioni e cornici. Il secondo ordine è sviluppato su una forma piramidale, il cui vertice presenta dei tratti dolci e rotondeggianti.

Nei sotterranei si trovano le catacombe. Non sono mancati i fondi volti a un profondo restauro ma, inconsciamente, è stata realizzata una copertura in cemento armato che ha determinato enormi problemi statici.

Ancora una volta, con profonda delusione, lo spreco di soldi ha causato l’ennesimo fallimento. La tristezza è mitigata in parte dal belvedere che spadroneggia l’ambiente circostante.

Nell’incontro di tre valli, chiamate "cave" (Modica, Santa Maria La Nova e San Bartolomeo), è stato realizzato un capolavoro barocco.

Valli che corrono ai piedi di speroni rocciosi di origini antichissime che colorano la città di storia e architettura (presenti ben 30 chiese). Ogni movenza assunta lungo il parapetto regala "squarci" paesaggistici colmi di bellezza.

Si osservano le chiese rupestri della Catena, di Santo Spirito, di Santa Lucia, il Colle di San Marco con il Convento della Croce, le rovine del Castellaccio, i colli a tinte verdi, l’azzurro mediterraneo, le rocce calcaree, il traffico, i movimenti diurni e notturni dei sciclitani, le luci scintillanti del silenzio serale e la magia di una delle otto città barocche siciliane.

Tutto d’un fiato senza respiro. La stanchezza è parte del passato recente e adesso, dopo aver toccato lo splendore e il declino del luogo, è giunta l’ora di affrontare la strada di ritorno.

Il Colle di San Matteo è parte integrante di un immenso tesoro "spesso" degradato e lasciato al triste destino. Infinite ricchezze che meriterebbero un palcoscenico migliore da parte delle istituzioni. La Sicilia è legata al suo immenso patrimonio.
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