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È formato da quattro chiese scavate nella roccia: in Sicilia c'è "l'Eremo di Croce Santa"

Un luogo di fede, che venne abitato da molti religiosi. La quarta chiesa è quella più suggestiva. È chiamata Grotta del bove perché ad essa è legata una leggenda

Federica Puglisi
Giornalista
  • 26 novembre 2024

L'Eremo di Santa Croce a Rosolini

Un tempo era dimora di monaci, vescovi e missionari. Oggi è un sito archeologico ricco di fascino, che conserva, tra le sue pietre, ancora quel mistero di un luogo solitario dove stare in silenzio, riflessione e meditazione.

Se vi trovate da queste parti una tappa è senza dubbio obbligatoria, anche solo per assaporare questa atmosfera fuori dal tempo tipica di un luogo antico.

A tre chilometri da Rosolini, in provincia di Siracusa, all’interno del sito archeologico di Cava d’Ispica si trova l’Eremo di Croce Santa, formato da quattro chiese scavate nella roccia.

È un luogo davvero suggestivo, perché la roccia calcarea fa da scenario a questo complesso eremitico rupestre che deve probabilmente la sua costruzione a sant’Ilarione. I terremoti del 786 e del 1167 d.C. distrussero parte della prima e della seconda chiesa.

La prima, infatti, è quasi completamente crollata, restano solamente due grotte, una cisterna ed i resti di una chiesetta. La seconda si trova ai piedi di un costone roccioso dove sono state rinvenute diverse tombe, con forme rettangolari senza alcun ornamento ed attrezzate con delle laterali banchine, anch’esse scavate nella roccia.
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Esse risalirebbero al periodo siculo, che parte dall’età neolitica, fino a giungere a quella del Castelluccio. La terza chiesa, ad una navata, ha una serie di affreschi di rilevanza storica.

Infatti si riconoscono un santo monaco, probabilmente Sant’Ilarione, San Teodoro, la Vergine con il Bambino Gesù, Santo Stefano, San Pietro e l’Annunciazione.

La quarta chiesa è quella più suggestiva. È chiamata Grotta del bove perché ad essa è legata una leggenda. Si racconta che un bue non facendo ritorno alla masseria venisse ritrovato dentro una grotta in ginocchio davanti ad una croce lignea.

Storia vera o leggenda chissà. Ma la croce fu ritrovata nel 1553 e attualmente è custodita nella chiesa del Santissimo Crocifisso. E in ricordo di quella leggenda la croce venne considerata miracolosa. Tanto che l’eremo divenne luogo di culto e di devozione per gli abitanti della cittadina.

L’Eremo di Croce Santa, dunque, suscita un certo mistero in chi lo visita. È un luogo di fede, che venne abitato da molti religiosi, come Sant’Ilarione di Gaza. Il sito è quindi un luogo di devozione per gli abitanti della zona.

Abitato da religiosi mistici fino alla fine del XVIII secolo, nel 1846 è stato scelto come rifugio da un eremita, l’ultimo che qui abitò, conosciuto dalla gente del posto come fra Croce.

L’Eremo è facilmente raggiungibile e la gente del posto promuove spesso degli appuntamenti proprio per valorizzarlo e renderlo fruibile a livello turistico.

Inoltre è stato censito tra i luoghi del cuore del Fai, il Fondo ambiente italiano proprio per promuovere interventi di manutenzione e sicurezza e per la sua tutela.
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