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Diventare attrici e mettere in scena la vita: la storia delle detenute del Pagliarelli

L'istituto penitenziario di Palermo e le duecento (circa) detenute coinvolte: il progetto è di rinascita e di reinserimento sociale attraverso il teatro per contrastare "l'invisibilità"

  • 16 ottobre 2019

La compagnia teatrale Oltremura sul palco del Teatro Biondo con "In stato di grazia"

Un teatro al servizio della persona e della comunità che ha visto negli anni il coinvolgimento di circa 200 detenute dell'Istituto Penitenziario Pagliarelli, dai 18 ai 65 anni e di diverse nazionalità.

«Dal 2015 l’incontro tra la mia esperienza di regista pedagogogo teatrale e formatore e quella del fotografo Francesco Paolo Catalano ha permesso di esperire un teatro capace di fare arte, - racconta la regista teatrale Claudia Calcagnile - mettendo al centro della scena la vita, nelle sue più inaccessibili sfaccettature, attraverso un incontro tra le arti, in particolare teatro e fotografia, in un costante dialogo tra narrazione e visione per immagini».

«La compagnia vive e realizza il suo lavoro in continua relazione con i limiti, quelli architettonici della struttura di detenzione e quelli individuali di ciascun essere umano. - aggiunge la regista - Il continuo scontro con questi limiti ci muove verso un lavoro di ricerca che mette al centro della scena la persona e non il personaggio nel tentativo costante di destrutturare ed eliminare tutto ciò che non è necessario. Il lavoro tende all’essenza, alla sottrazione del superfluo, per arrivare a una forma integra e perfetta. Il carcere rappresenta per noi quel luogo capace di rinnovare il linguaggio e di restituire al teatro la sua funzione originaria».
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Nasce così, da questo spirito, la compagnia teatrale Oltremura, un progetto nato nel 2015, sotto la direzione artistica di Claudia Calcagnile che quest'anno si arricchisce dell’esperienza di artisti esterni coinvolti nella conduzione di incontri formativi; al primo workshop “Il corpo della voce” di Miriam Palma seguiranno quelli di Auretta Sterrantino e di Anna Gesualdi e Giovanni Trono per TeatrInGestazione.

«Le ragioni che mi hanno spinto a entrare nel penitenziario per fare teatro sono quelle di cercare uno spazio dove potermi sperimentare come regista e come operatrice teatrale, - racconta Claudia Calcagnile - questo il Pagliarelli me lo ha dato. C'è una grande disponibilità di tempo dentro un penitenziario e un grande desiderio di mettersi in gioco, alla base del progetto c'è una ricerca della bellezza in un posto che mortifica la bellezza stessa».

«Entro nel Pagliarelli per la prima volta nel 2015, - dice la Calcagnile - è un progetto che è cresciuto tantissimo, stanno arrivando grandi e belle soddisfazioni adesso. La compagnia teatrale e il progetto si sta ingrandendo, si sta ampliando, si sta rafforzando. Io vado li dentro a fare teatro perché quello è un luogo dove io riesco ad andare oltre me stessa e realizzare ciò che sembra impossibile e invece grazie al teatro e grazie all'arte tutte riusciamo ad andare un po' oltre noi stesse».

Il risultato del percorso teatrale è la produzione del terzo spettacolo della Compagnia Oltremura che anche quest’anno debutterà nel teatro del Carcere Pagliarelli per poi approdare nel Teatro Biondo della città di Palermo nella primavera del 2020.

L’Associazione Mosaico mira alla creazione di una Compagnia Teatrale Stabile che possa far circolare i propri spettacoli all’interno del panorama teatrale nazionale. A riprova dei risultati già ottenuti lo spettacolo "In stato di grazia", realizzato nel dicembre del 2108 con le attrici detenute, è stato selezionato per partecipare alla rassegna nazionale "Destini incrociati" del più importante festival italiano di Teatro in Carcere il prossimo dicembre.

Il progetto Oltremura è realizzato quest’anno in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara, il Teatro Biondo, il Comune e l’Università degli Studi di Palermo e il sostegno di agenzie culturali locali e nazionali: l’Associazione Lisca Bianca, Colibrì Film, Edizioni Precarie, Cotti in Fragranza e Trust.
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