MOBILITÀ
Dettagli e curiosità sul Tram di via Libertà a Palermo: ognuno tragga le sue conclusioni
È in fase di attuazione una delle tratte più discusse e dibattute dai cittadini: sulle orme del bus 101, partirà dalla Stazione Centrale e arriverà in via Croce Rossa
Il Tram su via Libertà a Palermo (rendering)
Nel nuovo progetto, una delle tratte più discusse e dibattute è sicuramente quella che transiterà da via Libertà: la 6/A.
Il suo percorso, nelle previsioni iniziali, prevede il collegamento dalla Stazione Centrale a viale Croce Rossa e quindi lo Stadio.
Un segmento che attraverserà la città longitudinalmente sull’asse nord-sud e che in pratica si andrà a sostituire all’attuale percorso effettuato dalla linea 101 dei bus.
L’altra novità riguarda dunque il transito delle vetture tranviarie su via Roma, che negli ultimi anni è al centro di un dibattito di rivitalizzazione del tessuto commerciale.
Nel dettaglio, la linea 6/a avvierà il suo percorso dalla Stazione Centrale (dove sarà direttamente collegata con la linea 1 verso Brancaccio-Sperone e con il Passante Ferroviario) e attraverso un percorso a prevalenza rettilineo, giungerà sino al Politeama tramite una piccola curva su via Emerico Amari.
Circa 15 fermate previste e una frequenza di progetto stimata ogni 8 minuti.
Per completezza di informazione occorre sottolineare un particolare molto importante: in queste tratte che attraversano il centro storico e aree di rilevanza storica e ambientale, i binari saranno a induzione magnetica, scongiurando del tutto la presenza di pali, catenarie e muri di recinzione.
Questa soluzione è stata adottata proprio per salvaguardare il decoro e l’integrità urbana di contesti particolari.
Una delle critiche mosse a questo progetto è proprio il transito su via Libertà, al di sotto dei platani e al fianco di manufatti liberty.
Ancora una volta va specificato che l’impatto infrastrutturale nella fattispecie sarà costituito dai soli binari sulla pavimentazione stradale.
Partendo da questo presupposto, ognuno tragga le sue conclusioni, ma contribuiamo a prevenire la disinformazione diffusa che proclamava deturpamenti urbani con pali e cavi ad alta tensione sospesi lungo tutto il "salotto" cittadino e abbattimenti di alberi (ad oggi) non previsti.
Il primo input alla riflessione è dunque di carattere ambientale: il transito di alcune vetture tranviarie lungo questi assi contribuisce ad un drastico calo della qualità urbana e del decoro della zona?
In tal senso possiamo provare a pensare ad altre città europee dove questi mezzi sono diffusi anche nei tessuti storici e riflettere sull’impatto che generano alla nostra osservazione.
Va specificato che commentiamo questa soluzione figlia di studi di fattibilità e progetti di massima. Tutti i dettagli, dalla forma del marciapiede al singolo metro di binario, saranno poi esplicitati con precisione nel progetto definitivo, tutt’ora in definizione.
Per questo l’attuale previsione potrà subire comunque delle variazioni.
Il secondo input per la valutazione di questo progetto è legato al rapporto con il sistema di trasporto già esistente: il Comune di Palermo ha puntato forte sul tram per coprire in modo capillare gran parte della città, ricorrendo ad alcuni percorsi che andranno a sostituire quelli oggi coperti dal trasporto gommato e che ricalcano un vecchio progetto di metropolitana che ancora cerca fonti di finanziamento concrete.
La gestione degli autobus è ad oggi un problema annoso per Amat, fatto di vetture vetuste e nuove ma con una gestione sempre al limite, con poche corsie riservate e con un sottodimensionamento evidente rispetto alla domanda di trasporto pubblico.
In tutti questi anni nessuno è mai riuscito a garantire un servizio pubblico su gomma all’altezza, a causa del credito milionario che Amat vanta da anni da Regione e Comune e che lo dipinge a tutti gli effetti come un malato in continua agonia.
Il sindaco Orlando ha sempre dichiarato che i costi di gestione di un’opera del genere non possono essere assorbiti soltanto dai ricavi commerciali. Il servizio pubblico è un costo sociale e per la sua importanza sociale pertanto va sostenuto anche attraverso altre fonti.
Dunque vale la pena puntare su un mezzo più ecologico, con sede stradale riservata e che può garantire un’affidabilità maggiore? Ma al contempo c’è da chiedersi: può l’Amat garantire una gestione efficiente dei tram visti i problemi già avuti con il parco mezzi su gomma?
Domande da rivolgere anche ai futuri candidati sindaco della nostra città. Buona riflessione!
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