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Definita "Icona, spirituale di frontiera" lottava per la libertà: l'artista catanese Elena La Verde

Sovente esprimeva la condizione penalizzante della donna nella società di quell’epoca. Un disagio che lei stessa avvertì moltissimo sin dalla più tenera età

Livio Grasso
Archeologo
  • 8 aprile 2022

Elena La Verde (foto da Fondazione La Verde la Malfa)

Ricordata come l’artista poliedrica per eccellenza, Elena La Verde ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del capoluogo etneo. Nata nel 1933 a Catania, ha da sempre nutrito un'intensa passione per tutto ciò che rientrava nell’ambito dell’arte: poesia, pittura,scultura,grafica, fotografia e installazioni.

Pasquale Maffeo nella sua introduzione al libro della poetessa dal titolo "Abbracciare il tempo", l'ha definita "Icona, spirituale di frontiera". E scoprendo la sua vita è ben chiaro il perchè.

Sin da bambina ebbe modo di entrare a contatto con un circolo di artisti e musicisti che frequentavano assiduamente la sua casa, divenuta un vero e proprio salotto culturale. Elena, dunque, ben presto apprezzò sempre di più il valore dell’arte. Sappiamo che il desiderio di dipingere per la prima volta si risvegliò in lei durante una vacanza trascorsa in Spagna; qui, raccontava Elena, si sentì travolta dalla bellezza dei colori che contornavano la penisola iberica.
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Fu a partire da quel momento che la sua vita subì una grande svolta: animata dalla curiosità di conoscere nuovi luoghi, andò in giro per il mondo visitando musei e monumenti d’ogni sorta. Risale, invece, al 1977 la sua prima scultura che venne subito presa alla “Galleria d’Essai” di Milano. Espressione di straordinario talento, nel corso della carriera conseguì numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

Curioso, per di più, notare come l’attività intellettuale dell’artista sia stata sovente rivolta ad esprimere la condizione penalizzante della donna nella società di quell’epoca. Un disagio che lei stessa avvertì moltissimo sin dalla più tenera età; da un lato subiva l’amaro destino di una realtà vincolante, ma, dall’altro, faceva dell’arte lo strumento per esprimere il rapporto tra il mondo esterno e la sua coscienza.

A tal proposito, può essere utile citare alcuni versi da lei scritti: “prigioniera del mio io che sento altrove e mi attende incatenato allontanato, con questo corpo preso a prestito, con la derisione la delusione, sicura di non fare in tempo a raggiungere me stessa prima della fine”.

Anche le opere scultoree trasmettono dei messaggi sottesi e profondi; non a caso, spesso i soggetti predominanti sono proprio le donne. Emblematiche, in tal senso, sono due importantissime sculture: “I sogni volano alto” e “Madre oggetto di casa”.

Esse, in particolare, sono significative per via di un elemento decorativo che assume uno specifico valore simbolico: se, infatti, osserviamo i due esemplari noteremmo in entrambi delle “ali" sporgenti. Un particolare che non è assolutamente posto per puro ornamento; anzi, si presenta come simbolo di una libertà agognata e fermamente sperata.

Ad ogni modo, per valorizzare appieno lo straordinario eclettismo di Elena non esiste posto migliore della celebre “Fondazione La Verde - La Malfa”; fortemente voluta dall’artista, fu inaugurata in una sede di San Giovanni La Punta nel 2008. Qui ci si immerge davvero nel vivo del suo mondo concettuale e ideologico.

Rammentata come uno dei personaggi più famosi del Novecento catanese, Elena può essere altresì considerata come colei che più si è avvicinata all’ideologia femminista di quei tempi. Alla sua mano si attribuiscono pure due volumi di poesia, intitolati “Una vita qualunque” e “I giorni dell’anno”, che furono pubblicati rispettivamente nel 1990 e nel 1996.

In ultimo, per chi non li avesse già letti e, soprattutto, per chi volesse per un attimo calarsi nell’universo interiore dell’artista/poetessa, ecco qui di seguito i versi del componimento “Madre oggetto di casa” tratti dal volume “I giorni dell’anno”.

Fra le tue braccia
era trascorsa una vita
e il fiume si era congiunto al mare.
Mi guardasti un giorno
con un triste sorriso
celando un lampo d’intesa
che mi legò al tuo destino scontato
e senza capire divagai, distratta.
Sentii quel sorriso posarsi sulle mie spalle
sprofondare
e perdersi nelle mie vene.
Abbarbicata alla sedia di casa, vidi te, madre,
oggetto di casa e il tuo volto spento e stanco.
Era trascorsa una vita.


Elena si spense l'8 Maggio 2012 all’età di 79 anni.
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