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Dalla Sicilia a Dubai tra calcio e turismo: così Fabrizio trasforma le sue passioni in lavoro

Una città cosmopolita che gli ha cambiato la vita, le prospettive, il modo di vedere il mercato del lavoro e ovviamente gli ha insegnato una nuova lingua. La sua storia

Sara Abello
Giornalista
  • 3 luglio 2024

Fabrizio Puglisi

Dalla Sicilia a Dubai sul filo delle sue più grandi passioni, il calcio e il turismo, che ha saputo trasformare in lavoro. La storia di Fabrizio Puglisi fa da stimolo a tanti giovani negli Emirati Arabi, dove vive ormai dal 2012, e nel suo paese d’origine, Torrenova in provincia di Messina.

Fabrizio, classe 1986, è cresciuto in questa cittadina di circa ottomila anime alla quale è da sempre legatissimo, perchè è lì che ha acquisito quel bagaglio di valori che si porta sempre dentro, come il rispetto, l’amicizia e la libertà.

«Torrenova è un paese unito e formato da persone bellissime - questo il ricordo nitido e innamorato di Fabrizio - che non a caso negli ultimi anni sta raggiungendo risultati straordinari ed è ormai riferimento nel comprensorio dei Nebrodi».

La sua famiglia e tanti amici si trovano ancora in paese e la loro mancanza non è mai cessata, anche se negli ultimi anni riesce a tornare più spesso per ritrovarli ogni volta con la stessa gioia. Il percorso di vita di Fabrizio si è sviluppato attraverso due ambiti apparentemente distanti che invece in lui hanno trovato un punto d’incontro.
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Da una parte la passione per i viaggi, coltivata sin da quando frequentava il liceo scientifico a Sant’Agata di Militello, periodo in cui ogni volta che si presentava l’occasione prendeva la valigia o lo zaino per partire, a volte anche con i “mezzi di fortuna” di un ragazzo che non ha ancora un lavoro.

Da questa sua voglia di conoscere mondi sempre nuovi nasce la scelta di frequentare un corso di laurea in Economia e gestione dei servizi turistici a Palermo, dove trascorre alcuni degli anni più belli che ricordi.

Amici, colleghi, studio e qualche festa sono tra i momenti rimasti impressi nella sua memoria e a cui è particolarmente legato, insieme alla città che ne ha fatto da location.

Dopo la laurea è arrivata la splendida esperienza studio-lavoro di Londra, un momento cruciale che segna in qualche modo l’aprirsi di quel ventaglio di prospettive che un ragazzo intraprendente come Fabrizio di sicuro merita nella vita.

Una città cosmopolita che gli ha cambiato la vita, le prospettive, il modo di vedere il mercato del lavoro e ovviamente gli ha insegnato la lingua.

Subito dopo Londra arriva l’esperienza con l’Enit, l’ente nazionale italiano per il turismo nella sede di Vienna e da lì, nel febbraio del 2012, giunge negli Emirati Arabi Uniti per uno stage presso un albergo a cinque stelle ad Abu Dhabi, nell’ambito del Master in economia e marketing del turismo e comunicazione del territorio che stava seguendo.

Di sicuro un approccio privilegiato che gli ha mostrato sin dai primi giorni l’aspetto più sfarzoso e sfavillante di quei luoghi, oltre che un’esperienza importante e formativa per Fabrizio.

Durante il suo stage a Vienna aveva scritto una tesi proprio sull’Enit e, una volta giunto ad Abu Dhabi, decide di inviarla all’allora presidente dell’ente che gli chiede di approfondire le sue ricerche sul Medio Oriente.

Una passione la sua, che in seguito si è trasformata in lavoro con la richiesta di potenziare “Antenna Enit” negli Emirati, gestendo le attività di promozione del turismo italiano nel Medio Oriente e contribuendo ad incrementare i flussi turistici verso l’Italia in generale ed EXPO 2015 in particolare.

Oggi il suo lavoro procede con consulenze, docenze e seminari, e nel 2018, insieme ad altri soci italiani a Dubai, ha fondato un tour operator che seleziona i migliori prodotti ed esperienze negli EAU, Medio Oriente e Oceano Indiano. Inoltre, dopo tanti anni ha ripreso anche a collaborare con Enit.

La sua prima scelta di restare negli EAU fu dettata dal desiderio di fare carriera, da quelle parti se sei disposto a fare qualche sacrificio e a perseverare puoi crescere molto più rapidamente rispetto a quanto possibile in Europa.

Nel tempo poi, ha avuto modo di constatare che la qualità della vita negli Emirati Arabi Uniti è più alta di quanto si sarebbe potuto aspettare e ha deciso di continuare ancora un po’.

La chiave per essere lì ormai da dodici anni però, oltre alle soddisfazioni lavorative che Fabrizio può indubbiamente vantare, sono certamente le persone e gli amici che lo circondano e gli hanno permesso di trovare una seconda casa in un luogo così lontano e certamente diverso dal suo consueto: «Mi ritengo molto fortunato e mi rendo conto che non è scontato in una città così dinamica e distante da casa».

Al fianco della passione per i viaggi, e conseguentemente il lavoro nell’ambito del turismo, si pone quella di Fabrizio per il calcio. Un amore il suo, sin di tempi in cui giocava nella squadra del paese, la Torrenovese, iniziando da piccolo nelle giovanili per arrivare alla prima squadra e vincere il campionato di seconda categoria proprio nell’ultima partita giocata poco prima della laurea e della sua partenza.

La fede calcistica, in particolar modo per la “vecchia signora” - per i meno esperti la Juventus - l’ha ereditata e condivisa con il padre, e ora che lui non c’è più è forse un ricordo del passato ancora più intenso.

Proprio arrivato a Dubai ha partecipato alla fondazione del primo fan club ufficiale nel Medio Oriente, diventandone referente per le comunicazioni.

A distanza di dieci anni e dopo tante soddisfazioni in campo e fuori, Fabrizio oggi è parte del consiglio e da buon tifoso continua a vedere le partite con gli amici del fan club, nonostante le tre ore di differenza con l’Italia...dopo questo progetto ha preso vita quello della scuola calcio, una sfida portata avanti con un amico del club quella della "Juventus Academy", nata nel 2015.

I primi anni fatti di tanti sacrifici, partendo da un semplice garage con appena trenta palloni, un campo in affitto, tre allenatori e sette iscritti. Dopo tanti anni e una lunga esperienza sia formativa che umana attraverso il grande lavoro di squadra, adesso sono cresciuti al punto di avere sette campi, più quelli estivi indoor, tra Dubai e Sharjah, con più di mille iscritti provenienti da oltre cinquanta nazionalità ad ogni stagione sportiva.

Trenta professionisti tra allenatori, manager e amministratori qualificati con cui hanno vinto numerosi riconoscimenti come migliore organizzazione sportiva negli Emirati Arabi Uniti e nel Medio Oriente, riuscendo anche ad essere la prima squadra a trionfare alla Juventus Academy World Cup, un torneo organizzato a Torino ogni anno.

Oggi la sua vita procede serenamente sia dal punto di vista lavorativo che personale, con la costante crescita dei suoi progetti in una città dinamica, piena di opportunità e che al momento sembra essere il centro del mondo.

Un po' per passione e un po' per lavoro continua a viaggiare e ne approfitta per visitare paesi sempre diversi raccontandone attraverso i social. Lavorare nei due ambiti che lo appassionano di più rende ogni cosa certamente più semplice e soddisfacente.

Nonostante abbia lasciato casa ormai da più di dieci anni, mantiene un forte legame con l’Italia, manifestato anche attraverso tutta una serie di iniziative, progetti personali e imprenditoriali, che pongono in luce la laboriosa comunità italiana negli Emirati Arabi Uniti della quale fa parte.

Per il momento una grande varietà di attività che lo tengono stabilmente a Dubai, ma Fabrizio di certo non smette di sognare che tra qualche anno possa tornare in Sicilia.
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