CULTURA
Dal giardino d'inverno agli scatti d'autore: il progetto del Museo nel villino liberty
Oltre un milione di euro e 18 mesi di cantiere: villino Favaloro in piazza Virgilio a Palermo si trasforma nel Museo regionale della Fotografia su due piani
Villino Favaloro Di Stefano a Palermo
Le collezioni sono provenienti da diversi fondi storici tra cui Incorpora, fratelli Alinari, Interguglielmi, Cappellani Brogi e Crupi e il museo sarà un percorso che parte dalla protofotografia (1839 - 1865) con i grandi eredi del Gran Tour tra fine Ottocento e inizi del Novecento per arrivare fino alla fotografia contemporanea.
Il progetto museologico e museografico è stato affidato al Centro regionale per l’inventario, la Catalogazione e la Documentazione (Cricd) diretto da Selima Giuliano (come riporta "Il Giornale dell'Arte" di luglio / agosto in edicola) e i fondi arriveranno direttamente dal Mibac attraverso il Pon Cultura: 1.710.929 euro (1.300.306 in quota Fesr e 410.622 in quota FdR).
La consegna ufficiale dei lavori è stata fatta alle ditte che si sono aggiudicate la gara per il restauro e la musealizzazione dell’immobile: la Cooperativa Archeologia e Celi Energia.
Un po' di storia e dettagli: il villino oggi si chiama Favaloro - Di Stefano ed è considerato una delle più felici espressioni di quello stile Liberty che sta facendo la sua avanzata in tutta Palermo lasciando caratteristiche decorazioni dalle forme vegetali e ghirigori su ville e facciate di palazzi (oggi molti dei quali abbattuti).
Numerosi artisti tra pittori-decoratori e diversi artigiani collaborarono con Basile per la decorazione del villino: vediamo infatti spiccare le firme di Salvatore e Simone Gregorietti e Carmelo Giarrizzo.
Siamo tra il 1889 e il 1914 e quell'angolo della via Dante è pressoché campagna: si fa strada nel processo di costruzione il figlio del progettista, un giovane Ernesto Basile, che oltre ad ampliare la parte posteriore del villino inserisce sul lato di via Dante una svettante torretta ottagonale e una struttura in vetro e ferro battuto di fantasioso gusto, il "giardino d’inverno".
Il villino è - anche per il fatto di essere ancora in piedi nonostante il Sacco di Palermo - un raro e preziosissimo gioiello concepito per essere la dimora della famiglia Favaloro fino al 1956, quando fu acquistato dal senatore Giuseppe Di Stefano Napolitani.
Alla morte dell'erede (Mario, nel 1963) gli altri eredi hanno venduto l'edificio ma nel 1975 il villino viene dichiarato di interesse storico e sottoposto quindi alla rigida tutela della Sovrintendenza e infine acquisito dal demanio della Regione Siciliana nel 1988.
La storia più recente del villino non è liscia: di fatto è già sede del Centro regionale per l’inventario, catalogazione e la documentazione ma è stato chiuso nel 2002 dopo alcune scosse di terremoto.
L’immobile venne dichiarato inagibile con un’ordinanza del Comune e da allora è iniziato un'oscillazione tra l'abbandono e parziali restauri per aprire, infine, nel 2015 per ospitare una mostra.
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