PERSONAGGI
Dalla bottega d'arte a Dolce & Gabbana: Alice, la pittrice coi colori siciliani nel sangue
Alice Valenti, catanese, si è formata nella bottega d’arte del grande maestro Domenico Di Mauro di Aci Sant’Antonio, imparando l'antica arte della pittura dei carretti siciliani
Alice Valenti con il maestro Domenico Di Mauro in uno scatto del 2016 (foto Facebook - Zona 3)
Tanti anni, più di cinque, passati ad apprendere l’antico mestiere della pittura dei carretti siciliani nella bottega d’arte del grande maestro ad Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, considerata la città orientale del carretto.
Alice ha 44 anni, è originaria di Catania e dopo una laurea in Conservazione dei beni culturali all’Università di Pisa ha deciso, una volta rientrata nella sua Sicilia, di dedicare la sua vita e la sua creatività all’arte della tradizione del folklore siciliano seguendo le orme del maestro Di Mauro, che nel 2001 la accolse a lavorare come apprendista nella sua bottega d’arte, insieme anche al cognato del maestro: l’artigiano Antonio Zappalà, chiamato "U Giuvani".
«Un giorno trovai a casa un vecchio libro sui carretti siciliani, un'edizione della Flaccovio del ’67. Per caso mi accorsi che tra i nomi dei principali artigiani siciliani, accanto a quello del maestro Di Mauro, c’era anche quello di mio nonno, Giuseppe Valenti, costruttore di carretti - racconta Alice -.
Questa cosa mi incuriosì parecchio - aggiunge - anche perché mio nonno morì quando io ero ancora piccola. Così, dopo aver chiesto spiegazioni a mio padre, ho deciso di andare a trovare il maestro Di Mauro nella sua bottega e da lì è partito il mio apprendistato che è durato 5 anni».
Alice infatti è l’ultima discepola dell’uomo che ha fatto veramente la storia dell’antica arte dell’artigianato siciliano, scomparso nel 2016, con il quale ha lavorato a braccetto e dal quale ha imparato un mestiere ormai in via d’estinzione: dalla preparazione dei primi bozzetti dei quadri, Alice ha poi collaborato alla realizzazione di interi carri siciliani, occupandosi in particolare della decorazione dell’interno della cassa.
«La bottega d’arte del maestro con quel basolato lavico è un mondo pieno di esperienza - continua Alice -. Lavoravo a stretto contatto, giorno dopo giorno, insieme a due guru quasi novantenni, sapienti conoscitori delle nostre antiche tradizioni.
Io mi occupavo di dipingere i riquadri delle sponde dei carri, ossia le aste dove si attacca il cavallo, poi anche le ruote e la parte sottostante, mentre il cognato del maestro faceva "u trainu", ossia si occupava di tutto in resto».
Oltre ad imparare l’antica arte di un mestiere popolare, Alice ha partecipato a tante sagre e manifestazioni in cui sfilavano i carretti siciliani (tra cui la più importante nella Sicilia orientale: la festa di Sant’Alfio a Treccastagni) e di conoscere tanti personaggi, artisti e artigiani che hanno dedicato la loro vita alla realizzazione a quell’opera d’arte che è oggi il carretto siciliano.
Eh sì, perché dietro quell’unica grande opera, considerata in tutto il mondo il simbolo più identificativo della Sicilia, si mescolano tanti saperi, arti e mestieri, e lavorano tanti mani diverse.
Prima è la volta del "Carradore", ossia colui che si occupa dalle assi di legno, selezionando la varietà di legno adatta per costruire le parti strutturali del carro.
Intervengono poi lo scultore, che intaglia e scolpisce le parti del carro, e il fabbro che contemporaneamente realizza tutte le parti in ferro, come i cerchioni delle ruote, il miolo, e la cascia del fuso, considerata la massima espressione della perizia e della bravura della manualità del fabbro.
Infine, tutto passa alla bottega del pittore che lo decora con infiniti dettagli e decorazioni diverse a seconda della provincia di realizzazione.
«Ciascuna zona della Sicilia ha le sue tradizioni e la sua peculiarità cromatica, come ad esempio il colore di sfondo classico della Sicilia orientale è il rosso, mentre quello della Sicilia occidentale è il giallo ocra».
Oltre ad essere una pittrice di carretti siciliani, oggi Alice ha anche ampliato i suoi orizzonti creativi aprendo la sua arte agli altri elementi simbolo della tradizione folkloristica siciliana e interpretandoli in chiave moderna.
Seguendo questo suo filone espressivo tre anni fa ha instaurato una collaborazione con i maestri d'ascia di Acitrezza - la famiglia Rodolico - che da 5 generazioni dettano legge sulla lavorazione delle imbarcazioni tradizionali in legno.
«Ho impiegato più di 10 anni a studiare e approfondire l’arte popolare siciliana e questa mia ricerca personale è stata anche premiata perché più volte sono stata contattata da importanti aziende per alcune collaborazioni artistiche per esaltare la loro sicilianità, tra cui Dolce e Gabbana per i quali ho decorato a mano alcuni frigoriferi d’arte realizzati in collaborazione con Smeg».
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