SPORT
Da saltatori su strada a coach di Parkour: Gaetano e Giulia sfidano i muri di Palermo
Grazie a questa disciplina che mischia sport e acrobatica si crea un rapporto intimo con la città: in Sicilia ci sono solo tre associazioni che praticano anche a Catania e Messina
Il salto lungo uno dei "percorsi di Parkour" a Palermo
Sembra che volino ed in effetti un po’ lo fanno. Gaetano e Giulia, giovanissimi, hanno iniziato come tracciatori amatoriali e, un muro dopo l'altro, alla fine hanno affrontato il salto più importante fondando a Palermo l’unica associazione sportiva dilettantistica per insegnare il Parkour.
Il Parkour è uno sport e filosofia di vita metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ‘80, praticato soprattutto nelle periferie, consistente nell'eseguire un percorso superando qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza, velocità e semplicità di movimento possibile, adattando il proprio corpo all'ambiente naturale o urbano circostante.
Corsa, salti, equilibrio, scalate e arrampicate che per tutti i tracciatori e tracciatrici del mondo (così sono chiamati i praticanti del Parkour) ha anche un valore simbolico: dai vicoli delle periferie francesi nacque infatti l’esigenza di creare una disciplina che permettesse ai ragazzi di affrontare ogni tipo di sfida che il contesto underground presentava, scavalcando fisicamente muri e muretti nel segno di voler superare le differenze culturali e le difficoltà della vita.
«Dieci anni fa, quando abbiamo iniziato, ancora non esisteva la mentalità del Parkour a Palermo - dice Gaetano -. All’inizio addirittura quando ci allenavamo per strada molte persone, affacciate dal balcone, chiamavo la polizia perché preoccupate che facessimo qualcosa di estremamente pericoloso».
Dopo anni di sacrifici e di salti su strada i ragazzi sono diventati dei veri e propri coach, dopo aver conseguito la certificazione di insegnamento “ADAPT” (Art Du Déplacement and Parkour Teaching), riconosciuta a livello internazionale di cui tutti i coach professionisti devono essere sono in possesso.
Ad avere iniziato come primo allievo di Gaetano e Giulia c’è anche il ventenne Giuseppe Passaro che, dopo aver iniziato piccolissimo all’età di 14 anni, oggi è diventato anche lui un coach dell’associazione a tutti gli effetti.
«Dopo diversi anni di studio e allenamento abbiamo messo a disposizione di tutti le nostre conoscenze con l’obiettivo di far conoscere la nostra disciplina perché per noi il Parkour è molto più della spettacolarità e delle performance visibili su internet, ma è un modo di conoscersi, relazionarsi ed entrare in sintonia con gli ambienti circostanti, rispettandoli e rispettando i nostri limiti, fisici e mentali, puntando all’obiettivo di un miglioramento complessivo, sia come persone che come atleti».
La disciplina del Parkour o “Art Du Déplacement” ha il pregio anche di legare inscindibilmente questi artisti di strada al lato architettonico della città, scoprendo sempre dei volti nuovi della stessa e spesso mai esplorati.
«La città può essere noiosa e restrittiva, con le sue regole e le sue abitudini e grazie al Parkour si crea un rapporto intimo con la città - continua Gaetano - ti porta ad esplorarla, ad entrare in relazione con essa e con i suoi abitanti, in un certo senso stravolgere la visione che hai sempre avuto facendo diventare ogni ostacolo, ogni barriera architettonica, una opportunità di movimento e di espressione artistica personale».
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