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Da qui puoi ammirare mezza Sicilia: dove si trovano le (maestose) "Punte delle Rocche"

Le puoi scorgere da qualsiasi punto della Sicilia occidentale. Una volta arrivato in cima, ti svelano un panorama mozzafiato: paesaggi che sono veri capolavori

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 6 aprile 2025

«Bisogna ascoltare, non solo sentire. Osservare, non solo guardare». Accecati dal senso letterale dell’aforisma, l’intrepido curioso girovaga in lungo e largo per la Sicilia. E Triocala rappresenta l’inaspettato punto di arrivo. L’umile borgo caratteristico, gli scorci panoramici che fanno la differenza e l’inaspettata sorpresa manifestano pregi e difetti di Caltabellotta.

Da qualsiasi punto della Sicilia occidentale è visibile la montagna. I mille metri spiccano come caratteristica, prerogativa di avvenimenti storici. Questa (storia) ha un alleato al suo fianco: il panorama. Messo piede nel centro cittadino, il mezzo di trasporto fa parte del passato recente.

Viuzze affascinanti scandiscono i passi che mancano per raggiungere la Cattedrale di Maria Santissima Assunta. La fatica - mai doma - conosce i suoi ostacoli, eppure, nonostante il percorso in salita, lo scenario rallenta i primi cenni di stanchezza. Alla sinistra si erge il Castello Luna. Accantonato per dare spazio ad altro, la visita dell’edificio religioso è il classico “rifiato” prima di nuove esperienze. Dietro alla struttura si aprono angolini “dalle forti contrazioni emotive”.

Un “primo panorama” volge lo sguardo alla cittadina agrigentina vista dall’alto. È un capolavoro ingegneristico senza eguali. L’obiettivo si sposta verso “su”. Lo spirito di osservazione non si lascia condizionare dagli avvenimenti storici. Eventi greci hanno lasciato in dote studi inimmaginabili, mentre romani, bizantini e normanni hanno provato a spostare gli equilibri passati.

Qualche passo ancora e le aree sacrificali sono testimoni “viventi” di un’antichità legittima. Celano misteri documentati, segreti affermati e studi di una certa importanza. L’altare a doppia scalinata era utilizzata presumibilmente per i sacrifici umani. Dedicato al dio Kronos (secondo lo storico Diodoro Siculo fu il re della Libia, della Sicilia e dell’Italia intera), l’area è arricchita da insediamenti rupestri.

Voci storiche affermano che appartengano alla roccaforte Camico. Successivamente fu terra di conquista degli schiavi ribelli durante la II Guerra Servile. Con estrema attenzione è possibile scovare ulteriori affermazioni archeologiche. L’area è interessata da tombe di epoca romana. Inoltre, su una roccia è scavata un’edicola.

“Qui si fece un certo tipo di storia!" È la prima battuta a caso. Qualche passetto ancora e l’immaginario diventa realtà. Il panorama dipinge linee tondeggianti mescolate a tratti retti. Le geometrie scavano all’interno di un’area dalle sculture imperfette ma belle.

Luccica il Mar Mediterraneo, protagonista indiscusso dei confini. Poi, in successione, i comuni agrigentini e palermitani sono testimoni di epoche sociali non indifferenti. Sciacca è un minuscolo "individuo" rispetto alla frazione di Sant’Anna posta a pochi chilometri di distanza. Apre gli spazi alle “non lontane” Calamonaci e Ribera.

Lucca e Villafranca Sicula, insieme a Burgio, chiudono un trittico di vedute antiche e moderne. Il Monte delle Rose - splendido rilievo dei Sicani - accoglie (con vista parziale) la bella Palazzo Adriano. Si intravedono altri comuni come Santo Stefano di Quisquina e Bivona. Il confine palermitano è vivo - oltre al territorio palazzese - con la frazione di San Carlo.

In lontananza spiccano altri rilievi. E se fosse l’Etna? Forse, per maggiore chiarezza trattasi di Monte Cammarata (un centinaio di metri superiore al Delle Rose). Comunque sia, l'ambiente conserva chiazze verdi aspre e tratti abbastanza spumosi. Il colore domina le scene agrigentine, come le strade statali e provinciali. Interi percorsi che “producono” pensieri e parole.

Finalmente possiamo affermare di avere toccato le “Punte delle Rocche” (cit. personale). Qual è l'esatto riferimento? Alle rocce che dall’alto “osservano” l’intero nucleo abitativo. Appuntite, spigolose, frastagliate, sono detentrici di tesori unici. Sono a prova di scatto, come tanti luoghi imperdibili di una regione indescrivibile. Prima di ritornare sui nostri passi è doveroso afferrare il concetto di “entroterra siciliano” ancora una volta, almeno per adesso.
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