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Cresce con la musica, poi Amici e il duetto con Biondi: così Simona "rinasce" a Palermo

La sua passione non la lascia mai. I suoi figli sono un input per ricominciare da capo. La maternità e l'amore per la musica saranno la sua salvezza. La sua storia

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 3 agosto 2024

Simona Trentacoste

Simona Trentacoste, figlia di due pianisti classici, Mimmo Trentacoste e Aurelia Vella, cresce in un ambiente familiare ben definito, zone arredate da strumenti musicali, dove non mancano i dischi di Earth Wind & Fire, Genesis, e Pink Floyd.

«Da bambina mi piaceva stare sempre accovacciata a mia madre mentre dava lezioni di pianoforte in casa - inizia così a raccontare la sua infanzia Simona - insieme alla mia famiglia spesso ci recavamo tutti insieme a vedere opere in teatro e concerti di musica sinfonica».

Ricordando le estati in famiglia aggiunge: «Nei viaggi in auto c'era una borsa blu con le bolle rosa. Al suo interno c'erano delle audiocassette contenenti canzoni di Lucio Dalla e Lucio Battisti, che ascoltavamo in momenti estivi di leggerezza».

C'è della musica "naturale" in quella casa e l'artista già da piccolissima, intonata, canta accompagnata dal padre al pianoforte. "Da qui al cielo" è la canzone che il padre, Mimmo, scrive per Rino Martinez con cui va in tournèe.
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«Amavo ascoltare quella musica finché non mi addormentavo dentro le custodie degli strumenti - da qui in poi la cantante si lascia andare ad un discorso nostalgico - In una chiesa, una volta, durante uno di questi concerti, ho intonato un brano con l'emozione che mi ha pervaso tutto il corpo facendomi tremare le gambe».

La musica fa parte di lei, ma prima di farla completamente sua fatica un po'. Sono diverse le esperienze che vive. Va in tournèe con sua madre per fare da coriste a Luciana Turina e nell'estate del '97 trascorre l'intera stagione alle isole Tremiti insieme al padre che avrebbe fatto piano bar.

Intanto si innamora di artiste come Patti Austine e Anita Baker, scoperte quando un giorno il padre acquista il primo lettore dvd, e tra un po' di pianoforte e di chitarra, mentre balla danza classica e hip e hop, sogna un palcoscenico per sempre suo.

Luca, il fratello, musicista, è un ottimo riferimento nella sua vita. I due Trentacoste fanno spesso molta musica insieme: «Luca è stato fondamentale nella mia vita professionale in quanto mi ha sempre incitata e incoraggiata. Senza il suo appoggio non avrei fatto molto» spiega Simona.

Nel 2004 supera il provino di Amici con il brano "Love Letters", la versione di Patti Austin. Riceve i complimenti di Beppe Vessicchio che rimane meravigliato da come la ragazza non avesse portato un testo del pop moderno, in italiano.

Poi va in sfida con altre due ragazze ma la sua esperienza si ferma lì. Purtroppo quella volta non viene fuori il lato umano della cantante precipitata in un mondo fatto più di televisione che di musica.

Si sposa giovanissima a 21 anni, ma non abbandona la sua passione per la musica. Coiosì a 24 anni decide di comprare un pianoforte yamaha digitale; tramite il fratello Luca scrive un brano "Noia" da presentare ad un concorso organizzato dalla Siae.

Vince il primo premio e il premio per la critica. Poco dopo entra a far parte dei "Supernova Sound", un ensemble palermitano, dove ricomincia a respirare la musica e il calore della gente.

È mamma a tempo pieno e i suoi figli sono un input per ricominciare da capo. La maternità e l'amore per la musica saranno la sua salvezza.

«Vendevo gioielli per pagare le tasse universitarie del corso di canto jazz presso il Conservatorio di Palermo. Arrivai prima in graduatoria su 40 cantanti, con la votazione dieci su dieci all'unanimità. Quella fu per me libertà!» racconta così il suo risveglio artistico Simona Trentacoste.

Grazie al maestro Gaetano Riccobono entra a far parte di un quintetto di sole donne chiamato "Seven Steps" formato oltre che da Simona, da Ilenia Alessi, Germana Di Cara, Federica Ventura sostituita poi da Francesca Caruso.

«Orazio Maugeri, racconta Simona, è stato l'artista che mi ha consentito di fare gavetta e suonare tanto, fino ad imparare il più possibile, tra concerti e live in tutta la Sicilia»

La vita, quando sia afferma nel mondo della musica jazz, le regala un altro figlio, Lorenzo, nato dall'unione con il compositore di musica elettronica Gabriele Giambertone. Insieme incidono "Blu Silence", il connubio della loro musicalità.

«"Parole che non tradirò", invece, è un brano uscito in pandemia con un videoclip girato dentro casa che suona la vita di due artisti durante il lockdown, due ragazzi, un bambino in arrivo, spartiti, strumenti, e tanto amore», spiega l'artista.

Simona Trentacoste duetta con Mario Bondi nel suo ultimo album "Crooning Undercover" nel brano "Moody's Mood for Love" e partecipa al suo concerto di chiusura del tour il prossimo 14 settembre al Teatro Antico di Taormina.

"Lentamente" è il suo nuovo singolo, un brano originale, scritto e composto da lei stessa, suonato da Giovanni Conte al pianoforte, Diego Tarantino al basso, Carla Restivo al sax soprano, e Luca Trentacoste alla batteria.

Un disco pubblicato da AlfaMusic Label & Publishing e distribuito da Belive Digital che racconta di un momento di riflessione e di cambiamento.

Con una voce intensa e coinvolgente, Simona descrive un fermo immagine su una figura immobile, con delle valigie in mano, una porta chiusa alle spalle e una strada davanti a sé.

Le valigie sono colme di ciò che resta di sé stessa, dietro quella porta risuonano ancora i rumori di una storia vissuta e lungo la strada si apre un mondo da scoprire.

C'è un videoclip girato a Palermo a Palazzo Onteo con la regia di Salvo Agria - AsoArt. Un singolo a testimonianza dell'abilità della cantante palermitana nel creare musica che tocca il cuore e l'anima degli ascoltatori.
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