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Coronavirus, nulla sarà come prima ma ripartiremo: cosa si potrà fare nella Fase 2

Il governo è al lavoro per la pianificazione della seconda fase di emergenza sanitaria, che potrebbe prevedere due step per la riapertura: prima le aziende, poi i cittadini

Balarm
La redazione
  • 8 aprile 2020

Non sarà un "liberi tutti", piuttosto una riapertura graduale in cui prudenza e attenzione saranno le parole d'ordine. Non c'è ancora una data certa per quella che è stata definita dal premier Conte, la Fase 2 dell'emergenza sanitaria del Coronavirus in Italia. C'è però un'ipotesi e un piano di riaperture in via di definizione.

La data che circola è quella del 4 maggio. Tutto dipenderà dai dati raccolti dal comitato tecnico-scientifico. Occorre infatti arrivare al cosiddetto "R con zero", ossia il numero di persone che ogni contagiato può infettare. Ad oggi questo indice oscilla tra 1 e 1,1 (un malato ne contagia un altro). Solo quando sarà a zero, potremo tirare un sospiro di sollievo e lentamente ripartire (e ci vorranno mesi).

Quel che è certo in questo momento dunque è che, oltre alla Pasqua, passeremo a casa anche le feste del 25 aprile e del Primo maggio.

Sul piano delle riaperture invece il governo è al lavoro per la pianificazione della seconda fase di emergenza sanitaria, che servirà per far ripartire al più presto il Paese, seppur gradualmente. Il rischio è infatti quello di vanificare tutti gli sforzi fatti finora e, nella peggiore delle ipotesi, trovarsi a dover affrontare una seconda ondata di contagi.
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Dalla prima riunione preliminare tra il premier e il comitato tecnico-scientifico, è emerso che la fine del lockdown potrebbe essere suddivisa in due step: prima le aziende, poi i cittadini.

Ma non sarà un "via libera" alla vita che facevamo prima. Tante restrizioni rimarranno in vigore per parecchio tempo, la socialità resterà limitata così come il divieto di assembramento e l'obbligo di usare dispositivi di protezione. Sarà quindi una ripresa di una "nuova vita" i cui dovremo imparare a convivere con il virus, almeno fino a che non ci sarà un vaccino.

Ecco le ipotesi suddivise per settori.

LE AZIENDE. Le prime a ripartire saranno le piccole e medie imprese. Alcuni settori - come ad esempio le aziende legate alla filiera del settore alimentare e della produzione agricola - potrebbero ripartire già subito dopo Pasqua, seppur con criteri rigorosi a tutela della salute dei lavoratori. Lo stesso potrebbe valere per tutte quelle aziende che possono garantire lo smart working.

I NEGOZI. Anche nel caso dei negozi, è probabile che la riapertura riguarderà prima le attività più piccole e solo dopo coinvolgerà i grandi centri commerciali. Ma in entrambi i casi resteranno in vigore le regole che oggi sono attuate nei supermercati e nelle farmacie: distanza di sicurezza, ingressi scaglionati, utilizzo di mascherine. Parrucchieri e saloni di bellezza - che prevedono uno stretto contatto con le persone - saranno quelli che apriranno per ultimi. Ciò che è certo è che per mesi nulla sarà come prima: niente assalti ai negozi, nessun fiume di gente per le vie dello shopping.

EVENTI. Nel campo della cultura, concerti, teatri, cinema, discoteche, fiere e convegni, tutto tornerà alla normalità solo quando l’indice di contagio sarà pari a zero. Per questo settore quindi il divieto di assembramento in vigore in questa prima fase di contenimento dell’emergenza durerà ancora a lungo, almeno fino all'estate.

BAR E RISTORANTI. La riapertura potrebbe essere possbile dopo la metà di maggio, ma per poter tornare a servire i clienti, i ristoratori dovranno riorganizzare i locali al fine di garantire la distanza di almeno un metro tra il personale e i clienti, sia al bancone che nel passaggio tra i tavoli. Regole che valgono anche per i locali all’aperto.

I TRASPORTI. Divieto di assembramento e distanza di sicurezza anche per il settore dei trasporti. Tram, treni, bus e metro dovranno rimanere "a bassa frequentazione", bisognerà utilizzare solo un sedile ogni due, e se a bordo c’è già un certo numero di persone, non farne salire altre.
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