CRONACA
Coronavirus, nulla sarà come prima ma ripartiremo: cosa si potrà fare nella Fase 2
Il governo è al lavoro per la pianificazione della seconda fase di emergenza sanitaria, che potrebbe prevedere due step per la riapertura: prima le aziende, poi i cittadini
La data che circola è quella del 4 maggio. Tutto dipenderà dai dati raccolti dal comitato tecnico-scientifico. Occorre infatti arrivare al cosiddetto "R con zero", ossia il numero di persone che ogni contagiato può infettare. Ad oggi questo indice oscilla tra 1 e 1,1 (un malato ne contagia un altro). Solo quando sarà a zero, potremo tirare un sospiro di sollievo e lentamente ripartire (e ci vorranno mesi).
Quel che è certo in questo momento dunque è che, oltre alla Pasqua, passeremo a casa anche le feste del 25 aprile e del Primo maggio.
Sul piano delle riaperture invece il governo è al lavoro per la pianificazione della seconda fase di emergenza sanitaria, che servirà per far ripartire al più presto il Paese, seppur gradualmente. Il rischio è infatti quello di vanificare tutti gli sforzi fatti finora e, nella peggiore delle ipotesi, trovarsi a dover affrontare una seconda ondata di contagi.
Ma non sarà un "via libera" alla vita che facevamo prima. Tante restrizioni rimarranno in vigore per parecchio tempo, la socialità resterà limitata così come il divieto di assembramento e l'obbligo di usare dispositivi di protezione. Sarà quindi una ripresa di una "nuova vita" i cui dovremo imparare a convivere con il virus, almeno fino a che non ci sarà un vaccino.
Ecco le ipotesi suddivise per settori.
LE AZIENDE. Le prime a ripartire saranno le piccole e medie imprese. Alcuni settori - come ad esempio le aziende legate alla filiera del settore alimentare e della produzione agricola - potrebbero ripartire già subito dopo Pasqua, seppur con criteri rigorosi a tutela della salute dei lavoratori. Lo stesso potrebbe valere per tutte quelle aziende che possono garantire lo smart working.
I NEGOZI. Anche nel caso dei negozi, è probabile che la riapertura riguarderà prima le attività più piccole e solo dopo coinvolgerà i grandi centri commerciali. Ma in entrambi i casi resteranno in vigore le regole che oggi sono attuate nei supermercati e nelle farmacie: distanza di sicurezza, ingressi scaglionati, utilizzo di mascherine. Parrucchieri e saloni di bellezza - che prevedono uno stretto contatto con le persone - saranno quelli che apriranno per ultimi. Ciò che è certo è che per mesi nulla sarà come prima: niente assalti ai negozi, nessun fiume di gente per le vie dello shopping.
EVENTI. Nel campo della cultura, concerti, teatri, cinema, discoteche, fiere e convegni, tutto tornerà alla normalità solo quando l’indice di contagio sarà pari a zero. Per questo settore quindi il divieto di assembramento in vigore in questa prima fase di contenimento dell’emergenza durerà ancora a lungo, almeno fino all'estate.
BAR E RISTORANTI. La riapertura potrebbe essere possbile dopo la metà di maggio, ma per poter tornare a servire i clienti, i ristoratori dovranno riorganizzare i locali al fine di garantire la distanza di almeno un metro tra il personale e i clienti, sia al bancone che nel passaggio tra i tavoli. Regole che valgono anche per i locali all’aperto.
I TRASPORTI. Divieto di assembramento e distanza di sicurezza anche per il settore dei trasporti. Tram, treni, bus e metro dovranno rimanere "a bassa frequentazione", bisognerà utilizzare solo un sedile ogni due, e se a bordo c’è già un certo numero di persone, non farne salire altre.
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