SANITÀ
Coronavirus, le mascherine più efficaci per la fase 2: la classifica delle più (e meno) sicure
Con la fase 2 probabilmente sarà obbligatorio per tutti indossare le mascherine, perciò è importante conoscerne i diversi tipi, scegliere quelle giuste e utilizzarle correttamente
Mascherina e guanti (foto Pixabay)
Purtroppo in questi mesi non si è risolto il problema dell'indisponibilità delle mascherine chirurgiche nelle farmacie, diventate in poco tempo quasi dei "beni di lusso" dai costi spropositati e, diciamolo, vergognosi considerato che è uno strumento che ci occorre per proteggerci e, soprattutto, proteggere chi ci sta intorno.
Anche quando ci vengono proposte delle soluzioni "alternative" ricordiamo sempre che è sbagliato improvvisare e che dobbiamo valutare pro e contro di ogni mascherina, sia essa chirurgica oppure di stoffa, di quelle fatte in casa per intenderci.
Una cosa l'abbiamo capita e ce l'hanno spiegato in mille modi: in tempo di Coronavirus è buona norma coprire naso e bocca. Sta a vedere cosa è giusto utilizzare o cosa no e in questo gioca un ruolo importante, oltre al corretto utilizzo delle mascherine, anche il materiale di cui sono fatte.
L'ideale sarebbe utilizzare le mascherine chirurgiche, quelle "classiche", che restano i dispositivi più fficaci per bloccare la diffusione di particelle potenzialmente pericolose, virus inclusi. Secondo le stime ne bloccherebbero almeno il 95%.
Ma attenzione: le mascherine chirurgiche bloccano le particelle in uscita e non hanno alcun potere filtrante in entrata, quindi non proteggono chi le indossa ma chi vi sta attorno. Per esser certi della loro efficacia è fondamentale che non siano "cinesate", ma mascherine a norma CE, in particolar che siano verificate con la sigla UNI EN 14683:2019 che ne indica i requisiti di traspirabilità, resistenza a schizzi liquidi, efficienza di filtrazione batterica e pulizia da microbi.
DI STOFFA
Chi in questi mesi non è riuscito a trovare le mascherine chirurgiche si è affidato a quelle di stoffa che fanno sì da barriera, ma non sono altrettanto efficaci. Le mascherine di stoffa trattengono in parte le particelle emesse dalle persone infette, ma non ci assicurano di non respirare quelle dannose e ciò dipende dal tipo di tessuto di cui sono fatte, spesso troppo sottile ed eccessivamente traspirante.
Se le mascherine chirurgiche sono state (e continuano a essere) introvabili, salendo di livello troviamo le famigerate mascherine FPP1, FFP2 e FFP3 che in tanti hanno acquistato a prezzi esorbitanti, senza conoscerne le caratteristiche e la funzione. Inutilmente, insomma.
FFP1
L'unica mascherina alternativa a quella chirurgica è la FFP1 con un potere filtrante molto alto (si parla dell'80%) e con una buona capacità di protezione sia per chi le indossa che per chi ci circonda. Anche qui però dobbiamo verificare un importante requisito del dispositivo FFP1: deve essere privo di valvola perché da questa potrebbero uscire particelle infette. Un problema se chi la indossa è inconsapevolmente positivo al Coronavirus.
PER I MEDICI
Il non plus ultra delle mascherine sono i dispositivi FFP2 e FFP3 riservati ai medici e al personale ospedaliero e che, inoltre, non possono essere maneggiate superficialmente ma con delle precise disposizioni.
Ricordiamo che le mascherine chirurgiche sono monouso, vale a dire che dovrebbero essere gettate dopo qualche giorno di utilizzo. Quelle di stoffa, invece, possono essere riutilizzate se lavate nel modo giusto.
LE REGOLE
Qualunque sia il tipo di mascherina che indossiamo, inoltre, è fondamentale che aderisca bene al viso per garantirne l'efficacia e che venga indossata, tolta e smaltita nel modo corretto (qui abbiamo spiegato come fare).
Non abbiamo la certezza che sarà un obbligo indossare le mascherine, tuttavia dovremmo aver imparato l'importanza di questo piccolo "sacrificio" specialmente per proteggere chi ci sta intorno. Ovviamente la mascherina non è la soluzione definitiva, solo una misura precauzionale che va seguita insieme a tutte le altre disposizioni in materia di Coronavirus, prima fra tutte il mantenere la distanza di almeno un metro con gli altri.
E poi è anche un ottimo deterrente per evitare di toccarci il viso in continuazione, un gesto banale e involontario ma alquanto pericoloso per la nostra salute perché potenziale veicolo di trasmissione del contagio (qui speghiamo perché e come evitarlo).
Come ribadito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, la precauzione "madre" di tutte le precauzioni resta sempre una: lavarsi le mani spesso e nel modo corretto, almeno per un minuto «circa il tempo impiegato per cantare "Happy Birthday" per due volte» (qui le istruzioni per il corretto lavaggio).
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