MISTERI E LEGGENDE
Come Loch Ness ma in Sicilia: c'è un mostro nell'isola che riempie le pagine di mistero
La sua storia è arrivata fino ai giorni nostri grazie ai racconti degli anziani: cosa sappiamo di questa leggenda in cui ancora oggi si crede in tanti posti
Un particolare di "San Giorgio e il drago" di Paolo Uccello
Si tratta di una creatura dall'aspetto spaventoso, col corpo ricoperto di squame di colore verde olivastro, il viso umano, gli occhi feroci e una piccola criniera che nessuno - almeno così narra la tradizione popolare siciliana - ha mai avuto il coraggio e le capacità necessarie per sfidarlo e sconfiggerlo.
Oltre che dal suo terribile aspetto che lo ha reso protagonista di numerosi modi di dire e scherzosi insulti, u sugghiu è caratterizzato da un verso simile al raglio di un asino e il grugnito di un maiale che gli permette di attirare l'attenzione di tutti gli animali nei dintorni per divorarli ferocemente.
La sua storia accompagna da tempo immemore quella della Sicilia: dopo i primi avvistamenti nell'Ottocento tra Messina e Palermo, si racconta che negli anni Ottanta, nell'antico borgo marinaro di Torre Archirafi, a Catania, la strana creatura è emersa dalle acque attirando l'attenzione delle cronache locali.
Non è dato sapere se le misteriose sparizioni siano state opera di un sugghiu o di qualche furbo manigoldo che approfittando della leggenda abbia fatto ricadere sul mostro la responsabilità dei propri furti.
Qualsiasi sia la verità la paura diffusa in quelle zone dimostra come il mito si sia ben radicato nel territorio e come i siciliani possano vantare il proprio "mostro tipico".
In Sicilia inoltre non si perde occasione per ricordare la spaventosa creatura ibrida con alcuni scherzosi insulti che ancora oggi recitano: "Assumigghi a nu sugghiu da Turri!", stando proprio ad intendere che la persona che riceve queste parole abbia un aspetto poco gradevole.
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