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Come i churros, ma li trovi in Sicilia: i dolci di Carnevale che "si fanno" con la siringa

Parliamo di un dolce tipico della tradizione di Barrafranca, comune di Enna, tipico di Carnevale. Amanti dei fornelli prendete carta e penna: per voi la ricetta

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 12 febbraio 2024

Pasta siringata

È quasi una choux, ma non si tratta di bignè; è un churros, ma più grande; viene "iniettato" da una siringa, ma non è un farmaco.

La pasta siringata si fa beffe così dei suoi golosoni assidui e degli ignari che la assaporano per la prima volta.

Parliamo di un dolce siciliano, tipico della tradizione di Barrafranca, comune di Enna, che ama celebrarlo sia a Carnevale, che nei giorni lontani dalla festa mobile.

Il nome particolare deriva dallo strumento che serve a darle la forma, una siringa, presidio dolce - chirurgico nelle mani di mastri pasticceri e dolcieri di ogni casa, essenziale per il tuffo nell’olio bollente.

Una volta cotta, osservata e gustata per la prima volta, difficilmente si scorderanno i segni particolari di questo dolce: impasto croccante fuori e soffice dentro da esaltare con miele, zucchero semolato oppure a velo.

Ma da dove arriva la preparazione? Che sia un retaggio della dominazione spagnola avvenuta circa nel 1500 in Sicilia? Probabile. Ma la certezza assoluta è che una volta assaggiata, poco importa l’epoca, il rischio è di non tornare più indietro al presente.
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Amanti dei fornelli prendete carta e penna: per voi la ricetta.

Ingredienti:
500 di farina 00
500 ml di acqua
50 g zucchero
75 g di strutto
9 uova
1 pizzico di sale
Olio abbondante (per friggere)
Miele e zucchero (per la decorazione)

Procedimento
Mettere da parte per circa un’ora coriandoli e stelle filanti, mantenendo invece lo spirito giocoso e festaiolo. Dopodiché, prendere una pentola dove versare l’acqua; appena calda unire strutto, zucchero e un pizzico di sale e farli sciogliere per bene.

Arrivata a bollore aggiungere la farina 00 setacciata e mescolare con un cucchiaio di legno, fino a quando la pasta non si stacca dai bordi della pentola.

Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare la pasta; una volta fredda arriviamo alla parte che mette a dura prova la pazienza (per chi lavora l'impasto senza impastatrice): le uova. Da aggiungere una alla volta, mescolando energicamente, e solo dopo il completo assorbimento delle precedenti. Procedere fino ad avere un composto denso e liscio.

A questo punto, munirsi di siringa da pasticceria in metallo con il disco a stella (oppure sac a poche con beccuccio grande a stella) riempirla di impasto e, su una padella con abbondante olio bollente, creare dei bastoncini di circa mezzo dito.

Raggiunta la tipica doratura su ogni lato, far assorbire su carta l’olio in eccesso e cospargere di zucchero semolato o a velo, oppure coprire con una cascata di miele precedentemente riscaldato.

Riprendere i coriandoli, le stelle filanti e servire la pasta siringata appena pronta o dopo qualche ora, anche se resisterle non sarà uno scherzo.

Libiamo nei lieti calici
Pensavi di aver finito con questo dolce, eh? Ma se vuoi festeggiare in bellezza Carnevale o una giornata qualunque con la pasta siringata e desideri esaltare il suo sapore, allora puoi accompagnarla con un bicchiere di bollicine.

Uno spumante aromatico o un passito non troppo dolci sono l’ideale; mentre chi non sa rinunciare ai vini liquorosi, il Marsala è tra quelli che si sposano bene con questo dolce
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