STORIE
Cervelli che "fuggono" e poi ritornano: l'idea di Valerio e Chiara per i giovani di Palermo
Le loro storie personali si intrecciano con un'iniziativa che mette insieme giovani che vogliono impegnarsi per non dover lasciare la Sicilia. Ve le raccontiamo
Da sinistra Maria Chiara Quarta e Valerio Muzio
Tutto nasce dai due siciliani, Maria Chiara Quarta di Campofranco (Caltanissetta) e Valerio Muzio, palermitano che per un periodo ha studiato e lavorato all’estero.
Maria Chiara, nata nel 1997, si appassiona all’arte fin da adolescente, quando la considerava semplicemente come un hobby. Dopo il liceo entra in una "crisi positiva", poiché combattuta dal suo amore per la pittura, la scultura e la cultura visiva in generale; ma dall’altro lato dall’esigenza e l’urgenza di decidere la facoltà universitaria da frequentare.
Tutto ciò si risolve dopo un viaggio a Roma, quando rimane affascinata, anzi letteralmente fulminata dalla ricchezza culturale della Capitale e da come venga valorizzata, e da lì capisce che il mondo dell’arte può trasformarsi da una forte passione a una professione. Dunque arriva la decisione di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Palermo dove studia e, oggi, si perfeziona in didattica dell’arte.
Così, i due uniscono la loro volontà e la loro tenacia per realizzare tutto ciò, arrivando alla fondazione dell’associazione no-profit Urban Arts and Events, dove lavora un team quasi interamente composto da under30.
Ne fanno parte anche tanti altri giovani: studentesse, studenti, neolaureati e giovani professionisti uniti dallo spirito di valorizzare il proprio territorio, per dare più possibilità e aiutare i loro coetanei.
L’associazione nasce nel novembre del 2022 con un’idea ben precisa, creare un festival dedicato all’arte unico nel suo genere, che possa essere un punto di riferimento per il capoluogo siciliano, un appuntamento fisso.
Una sinergia nata anche grazie all’esperienza di circa tredici anni tra studio e lavoro all’estero come Valerio Muzio, classe 1989, decide di portare avanti l’idea e di realizzarla grazie anche agli associati che via via aderivano e continuano a farlo.
Valerio, dopo la laurea a Palermo in Comunicazione internazionale sceglie un master presso un’università della Germania per migliorare anche la lingua tedesca. Il percorso formativo del palermitano è caratterizzato da due esperienze abbastanza importanti nel settore dell’organizzazione degli eventi a Disneyland Paris e in alcune tappe della Formula1.
Dopo gli studi, vola a Madrid per lavorare presso un’azienda di consulenza informatica, fino al ritorno in Sicilia; con il desiderio di voler creare qualcosa per questa terra e soprattutto per i giovani, i quali anche loro volenti o nolenti lasciano prima o poi la loro città, a volte in modo definitivo.
Dopo la creazione dell’associazione no-profit, con l’aiuto dei tanti partecipanti mettono su l’idea del festival, dal nome: Pa.Art.TiAmo; il quale adesso è realtà in quanto la prima edizione, anzi, l’edizione "Zero", così denominata poiché è un vero e proprio inizio da zero, dato che a Palermo, ma comunque in Sicilia non esiste un evento con un respiro così ampio dedicato all’arte in molti suoi campi, quali: pittura, scultura, fotografia e musica – tra questi in futuro vi sarà anche l’attività teatrale -.
A raccontare il perché della nascita innanzitutto dell’associazione e dell’iniziativa sono i due giovani siciliani, iniziando da Maria Chiara Quarta che dice: «Vogliamo dare la possibilità agli artisti di farsi notare, abbiamo tanti giovani che si dedicano all’arte e molti lavori meritano davvero attenzione, solo che non trovano lo spazio dove esprimersi.
L’idea dell’associazione prima e del festival in seguito nasce per permettere ai giovani artisti di utilizzare l’arte così come nasce, cioè non solo come mezzo di diffusione per la cultura e la bellezza, ma soprattutto come mezzo di comunicazione. Gli artisti si scavano interiormente a livello emotivo, ma tentano di farlo anche nei confronti del loro pubblico e ciò può anche scaturire in denuncia sociale».
Valerio Muzio seguendo le parole della studentessa di Campofranco, nonché anch’essa ideatrice del progetto, afferma: «Basti prestare attenzione al nome del progetto Pa.Art.TiAmo, che vuole essere sia un invito agli artisti emergenti di cominciare a prendere contatto reale con il pubblico, specialmente in un periodo post-covid che ne vede tanti limitati all'uso esclusivo di piattaforme digitali, sia al pubblico, soprattutto i più giovani, di riappropriarsi dell'arte che è un patrimonio di tutti noi.
Conosciamo la storia dei fenici, degli arabi e normanni che hanno solcato Palermo ma meno quella dell'arte degli ultimi decenni. Palermo è stata stigmatizzata come culla della mafia e l'identità comunitaria si è associata quasi esclusivamente a questa immagine.
Noi vogliamo portare alla luce tutta la bellezza che quotidianamente viene prodotta nella nostra città e proiettarci come polo dell'arte contemporanea per questa e le generazioni future».
Il festival Pa.Art.TiAmo, che si svolgerà dal 12 al 18 marzo 2023 con un programma ancora da ufficializzare e definire, nasce con lo scopo di creare una vetrina per i giovani artisti e, soprattutto, come punto d’incontro.
Attirare i giovani ad ammirare l’arte contemporanea, per far comprendere che Palermo, si, ha la sua bellezza storica artistica, ma anche nel presente produce arte, per questo motivo l’attenzione all’arte contemporanea in tutti i suoi rami. Infatti, specifica Muzio: «È un invito ai nostri giovani anche per avere un confronto a quattr’occhi, in presenza, senza mediatori o schermi che siano, con l’artista.
Fargli tutte le domande per colmare le proprie curiosità e così via. Abbiamo menti brillanti artisticamente che troppo spesso ignoriamo, vogliamo cominciare a farli emergere».
Le attività dell’associazione ideata e creata dai due giovani palermitani si focalizza principalmente su un pubblico giovanile, ma non solo, cosicché Maria Chiara Quarta e Valerio Muzio tengono a precisare: «Si tratta di un progetto aperto a tutti, nessuno escluso.
Lontani da qualsiasi ideologia o posizione politica, lo scopo non è assolutamente questo. Semmai di fare di Palermo un centro attivo artisticamente, con la speranza di far crescere un turismo sano e di far comprendere il valore dell’arte contemporanea.
Altro obiettivo della nostra associazione è quello di creare, grazie alla collaborazione con le istituzioni e le università, uno spazio per orientare meglio le studentesse e gli studenti, creare opportunità di tirocinio e anche esperienze all’estero, partendo da un’informazione chiara e un servizio di tutoraggio che gli sarà offerto.
Infine, teniamo a ringraziare tutta la squadra di cui facciamo parte per la realizzazione di tutto questo. Ad ognuno di loro diciamo grazie».
Insomma, l’iniziativa lanciata dai giovani dell’associazione è il segno che i giovani palermitani e siciliani più in generale studiano e si formano anche per migliorare le condizioni del proprio territorio. Una terra penalizzata spesso da veleni sociali che l’hanno corrosa a lungo in passato e, purtroppo, ancora oggi accade, in modo attutito, ma si verifica.
Tuttavia, questo evento, come alcune altre realtà, lancia un messaggio importante: Palermo è una città forte anche grazie all’impegno di tanti giovani brillanti con una voglia di riscatto per la propria città e per se stessi, se non per una generazione intera. Un messaggio forte che nasce dall’associazionismo volontario, il quale non guarda a chissà quali interessi, ma alla voglia di rendere l’Isola un posto migliore, senza nulla invidiare agli altri.
La Sicilia culla di storia e cultura, ma anche di coraggio, tenacia e genialità. Così come hanno insegnato gli eroi di questa terra. A chi ha perso la vita per mano della mafia per avere giustizia ed estirpare questo veleno, contrastarlo; a coloro che hanno combattuto, e chi continua a farlo, per regalare un posto migliore a chi c’era, a chi c’è e a chi ci sarà.
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