SPORT
Ce l'ha fatta: l'eroica storia del giornalista di Palermo alla Maratona di New York
"Gli ultimi chilometri li ho fatti piangendo" questo è il racconto di Fulvio Viviano e degli altri Gentlemen che sono andati a provare a tutti che nessuna impresa è impossibile
Fulvio Viviano indica il proprio nome sul tabellone dei partecipanti alla maratona
Ma andiamo per gradi. Fulvio Viviano è un giornalista palermitano corrispondente per la Sicilia di Sky Tg24 che un anno fa si è trovato a dovere fronteggiare la brutta malattia di una persona a lui molto cara: da qui la promessa «Se tutto andrà bene parteciperò alla maratona di New York».
Fulvio però ha iniziato a correre da pochissimo: più o meno dal 19 novembre del 2017 quando partecipa incoscientemente alla mezza maratona di Palermo.
Ma è deciso e dunque spende un intero anno ad allenarsi, un anno in cui si fa anche male a un ginocchio ma nel frattempo (e grazie al cielo) la persona a cui tiene guarisce quindi la maratona ormai si deve fare.
Uno di loro che ha creato l'ormai famosissimo gruppo Facebook Corro col presidente, per fare seguire a tutti la titanica impresa sui social.
«Il gruppo è stato istituito da me - dice Fulvio - e da Vladi Pantaleone. Per questa ragione ci chiamano presidente e il segretario. Adesso siamo circa 12 e ci definiamo dei simpatici minchioni».
Sempre loro, nel corso dell'anno, hanno cercato degli sponsor che finanziassero l'impresa e li hanno anche trovati: complici di quest'avventura troviamo quindi Butticè (il quartiere generale dei Gentlemen), la pasticceria Massaro e pure Kia Astercar.
Alla volta del nuovo continente parte infine una delegazione del gruppo formata dai maratoneti Giacinto Pipitone (Giornale di Sicilia), Fabio Russomando (Sky Sport), Alessandro Lipari (lui è un perito assicurativo) e il non maratoneta Andrea Tuttoilmondo (Askanews), lui è il gentleman che segue il gruppo negli Stati Uniti con la telecamera per immortalare tutto con l'idea di farne un documentario.
Domenica 4 novembre 2018 i nostri eroi sono al centro di New York con tanto di pettorina, maglia con su scritti gli sponsor e il loro nome pronti a percorrere tutti i 42.195 metri come dei guerrieri.
«Il tempo limite è otto ore - racconta il presidente - io ce ne ho messe oltre sette e gli ultimi chilometri li ho percorsi piangendo».
«Mi sono passati un sacco di pensieri per la testa, paure e sentimenti sopiti - racconta - New York è una città splendida e la maratona è sentitissima, ci sono cica due milioni di spettatori che ti incitano dal primo all'ultimo minuto gridando il tuo nome (che vedono scritto sulla maglietta) e ti offrono frutta e acqua».
La maratona attraversa tutti e cinque i distretti partendo da Staten Island, Brooklyn, il Queens, Manhattan, Harlem e si conclude a Central Park.
«C'è un'organizzazione dietro incredibile - spiega ancora - è tutto pensato nei minimi dettagli, niente è lasciato al caso. A Palermo non è così, a Palermo ci sono gli automobilisti incarogniti per la chiusura delle strade, non c'è lo stesso entusiasmo».
La grande mela è invece una città felice di ospitare un evento che ogni anno vede coinvolti circa 70mila partecipanti in arrivo da tutto il mondo.
E tutti i partecipanti a quanto pare hanno un motivo per essere lì.
«Tutti quelli che decidono di partecipare lo fanno per un proprio personalissimo motivo - conclude il presidente - c'è chi ha superato una malattia o chi vuole superare un proprio limite».
«La maratona - conlude - è un viaggio emotivo fortissimo, sei solo a correre in mezzo a centinaia di sconosciuti, tutti determinati a superare quel cavolo di traguardo. Perché non esiste niente di impossibile, se vuoi qualcosa e la vuoi davvero, devi andartela a prendere».
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|