ITINERARI E LUOGHI
C'è un bosco in Sicilia rimasto intatto nel tempo: dov'è il sito studiato (anche) da Tusa
Un luogo che sembra uscito da una fiaba al confine di quattro ex feudi. Un luogo di cui non si conoscono le origini con un bosco rimasto intatto nel tempo
Parche di Bilello
Esso si estendeva dal territorio mazarese sino a Sciacca. Nel corso del tempo sono cambiate le situazioni tra diboscamento, urbanizzazione e vicissitudini varie.
Della sua originalità è presente ancora un luogo che ci proietta indietro nel tempo: le Parche di Bilello.
Non è ancora chiara la sua origine e vi sono tracce su una vecchia carta stampata dall’Istituto Topografico Militare Italiano dove è indicato come "Le Parche di Belleddu". Il sito si trova nel territorio di Castelvetrano, al confine degli ex feudi di Madonna di Trapani, Guardiola, Atria e Canalotto.
L’intera zona è stata segnata da alcune spedizioni archeologiche, storiche e botaniche. Nel primo caso, l’archeologo Sebastiano Tusa durante gli studi approfonditi dell’intera area stabilì che i rinvenimenti trovati fanno parte del periodo Epigravettiano o Tardo Paleolitico Superiore. Sono datati a partire dal 18000 a.C.
Si riferisce presumibilmente a una residenza fortificata in cui l’Imperatore Federico II era solito riposare dopo le battute di caccia. Un territorio ricco di selvaggina (mammiferi come i cinghiali, i caprioli, i daini e poi, gli uccelli come i pappagalli di roccia e le quaglie).
Per quanto riguarda gli studi in campo naturalistico, l’intera zona si trova collocata su un’altezza che varia tra i 65 e i 90 m.s.l.m. e corrisponde a un sistema di colline in leggera pendenza, allineate da ovest a est. Le colline sono costituite da affioramenti di arenaria calcarea che sono sopravvissute sotto forma di isole seminaturali all’interno di una “matrice” di terreni coltivati.
Gli approfondimenti sono stati effettuati da un'equipe di studiosi del settore coadiuvati dall’architetto castelvetranese Giuseppe Salluzzo. L’area ospita diversi frammenti boschivi dominati da Olea europaea varietà sylvestris, Quercus suber e Quercus ilex.
I rilievi fitosociologici si sono concentrati su tre diverse serie edafiche: olio selvatico, leccio e querce da sughero più la presenza di circa 331 tipi di piante vascolari. Le Parche ospitano un habitat di interesse prioritario con due specie protette da leggi internazionali, ovvero l’orchidea Ophrys lunulata e il lichene Teloschistes christoph-thalmus.
Una passeggiata di circa un paio di chilometri che riconduce a un tempo passato. Un luogo che sembra uscito da un racconto fiabesco se vissuto completamente e il visitatore si addentra nei suoi interni particolari. La presenza di un itinerario definito dà la possibilità a tutti di cogliere i particolari nascosti.
Tra questi, la formazione di una grotta (ipotesi) creata nel tempo grazie all’erosione della roccia calcarea. I confini sono delineati in terreni agricoli adibiti soprattutto in coltivazioni di olive che si estendono a macchia d’olio.
Un legame forte con l’impianto rurale che rappresenta da sempre il settore primario del territorio castelvetranese.
L’eccezione è segnata dalle Parche di Bilello. Un bosco rimasto intatto nel tempo, che ha saputo difendersi dalle intemperie volute e decise dall’uomo. Un piccolo angolo di paradiso che evoca periodi storici che potremmo solamente immaginare.
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