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Miracolo del telepredicatore Benny Hinn: tre mani per i disoccupati

  • 2 ottobre 2006

Miracolo alla replica della “crociata” del telepredicatore Benny Hinn: tre mani per i disoccupati. Ha visto accorrere ben 15 mila devoti evangelici e non solo, perchè sembra che tra loro ci fossero alcuni veri credenti, la replica della prodigiosa serata che si è svolta domenica scorsa al velodromo di Palermo, noto luogo di spaccio di fede, ex-voto e rosari in bustine da 15 euro. Chiamato il raduno e trino dalla borghesia spiritual americana, la mensa mensile del rinnovamento catodico dello spirito, la tele-stensione del paradiso in terra, lo show della fede dell’ipnotico predicatore in effetti è solo una crociata dei miracoli.

Tutto qui. Cosa vi aspettavate? Solo una grande tournée mondiale di promesse mantenute, guarigioni avvenute, profezie avverate, prodigi e portenti esauditi: unica formula esoterica: “anche jesus indossa i levis”. Presenti le massime autorità dell’imbecillità medioeval-popolare. Sbalorditivo il caso della signora Assuntina 25 anni suonati, fervente praticante dei saloni auto, che afferma: sono qui perchè credevo di trovarvi il Motor-show e invece mi è toccato questa vecchia berlina del telepredicatore.

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Molti anche i bambini, colpiti dal parrucchino e dalla somiglianza con lo scacciacani del Cavaliere, Emilio Lèpido Fido, che criticano la manipolazione imbrogliona delle coscienze, conseguita attraverso la strumentalizzazione delle sovrastrutture religiose, smascherate, peraltro, come campi di oppressione del potere borghese sulle libere coscienze umane. Sembra addirittura che nel bel mezzo della scriminatura dello show ad uno calvo siano cresciuti diversi peli dietro le orecchie mentre ingurgitava intero un hot-dog.

Ma l’acme della serata si è raggiunto quando un disoccupato precario di 35 anni, indicando le due mani callose, ha chiesto un fottuto di miracolo di lavoro a Palermo. Ed è bastato poco per mandare in blekaut la macchina delle promesse di guarigione e telepromozioni della fede. Il clima da festa viene interrotto e un diabolico silenzio cala sulla platea. La folla si ammutolisce ed il predicatore annuncia al microfono "niente è impossibile alla grandezza di Dio e così, imparate, si prega: Lord, my Lord, fa il miracolo del lavoro a Palermo e allontana quella brutta peste di Santa Rospalìa che da 4 secoli e mezzo affligge questa pulita cittadina o almeno.. rialzami le braghe”.

Nel chiù della sarata, lo spirito sceso (dalla sedia) fra il pubblico estasiato, perchè lo spirito è ontologicamente estasiato, ha chiesto un pò di fragore di risa e di gioia divina perchè il silenzio non lo concentra ed ama che si chiaccheri sempre di Lui.
Lo stesso testimone dice che a questo punto l’ha intravisto, tra la forfora depositata sulle spalline rigonfie della Sua giacchetta, mettersi prima a rimuginare, poi a pensare, alambiccarsi, sbavare e, infine, deng, dare una capocciata a terra. In preda a coliche potentissime il coro gospel composto da 500 potentissime ugole spirituali ha emesso l’ultimo gorgheggio ed è stramazzato.

Rialzata la zip per mano divina il telepredicatore faceva il capolavoro di miracolo: a chi non lavorava una terza mano, più callosa di quelle che si ritrova, per essere più competitivo di un comune extra-comunitario non cristiano. Dalla folla che, poco dopo comincia a defluire, si leva un boato e uno scroscio di applausi doppi rispetto a quelli di apertura. Alleluia!!! Il Miracolo è fatto: turnate ‘e case! Qualcun’altro rinforcava le stampelle per il mancato sostegno del santo.

In collaborazione con Pizzino

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