PERSONAGGI
Da cameriera a star di Hollywood, ha origini siciliane: i 90 anni di un'icona del cinema
"Sono volati in un batter d'occhio" dice la Loren. Nata a Roma il 20 Settembre del 1934. Ecco da dove proviene la famiglia di una delle più celebri attrici italiane
Sophia Loren
La Loren, icona di italianità nel mondo, ha avuto numerosi riconoscimenti nella sua lunga carriera: oltre a 2 premi Oscar (nel 1962 per La Ciociara e nel 1991 alla carriera) ha ricevuto cinque Golden Globe, un Leone d'oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino.
È stata celebrata con una stella sulla “Walk of Fame” di Hollywood.
Nel 2021 il vicepresidente del Codacons Giuseppe Di Rosa ha proposto al sindaco di Agrigento di offrire a Sofia Loren la cittadinanza onoraria, perchè il padre aveva origini siciliane: gli Scicolone erano di Licata, per l’esattezza.
Sofia - fisico prorompente, occhi da cerbiatta, labbra carnose, sorriso contagioso, carattere volitivo - comincia a farsi notare quando, giovanissima, a soli 15 anni, nell’Italia povera dell’immediato dopo guerra partecipa a Miss Italia e vince il titolo di Miss eleganza, appositamente creato per lei.
L’artista ha pubblicato nel 2015 l'autobiografia, “Ieri, oggi e domani. La mia vita”, in cui ha raccontato gli anni difficili della sua infanzia, con un padre assente, la guerra, le difficoltà economiche.
La madre Romilda Villani (1910-1991) "corpo superbo e andatura regale", aveva vinto nel 1932 a Pozzuoli un concorso per andare a Hollywood e recitare come sosia e controfigura di Greta Garbo.
Era stata costretta a rinunciare, a causa della forte opposizione dei genitori, che l’avevano fatta studiare e le avevano fatto prendere il diploma di pianista; tuttavia non aveva mai chiuso in un cassetto il sogno del cinema e appena aveva potuto si era trasferita a Roma, per tentare la sorte.
Nella capitale aveva conosciuto Riccardo Scicolone (1907-1976), affarista nel settore immobiliare, ma all’epoca impiegato. Bellissima lei, tanto bello anche lui: alto, robusto, distinto, "sempre vestito con eleganza sobria, da gran signore. Un bel sorriso, un’espressione sprezzante. Pieno di charme”.
Si erano amati molto Riccardo e Romilda e così erano venute al mondo due bimbe, prima Sofia e poi Maria. Riccardo Scicolone tuttavia riconobbe solo la prima bambina, a cui impose il nome della propria madre, rifiutò di sposare Romilda, di mantenerla e di riconoscere Maria (che si chiamerà Villani, fino a quando Sofia pagherà al padre una cospicua somma di denaro per darle il cognome Scicolone).
Romilda, a causa delle ristrettezze economiche in cui si trovava, tornò a Pozzuoli, in casa dei genitori. In un’intervista ad Alberto Moravia Sofia raccontò che la mamma inviava al padre - telegrammi del tipo «Sofia gravissima, vieni subito»: lui il più delle volte andava da Roma a Pozzuoli, ma appena arrivato scopriva che la figlia stava bene e allora si arrabbiava.
Era un estraneo, non vedeva l’ora di andar via: a Roma aveva moglie e figli. “La mia infanzia è stata un’esperienza negativa” aggiungeva Sofia “con la guerra la povertà, la mancanza di un padre. Però tra noi c’era molto amore, così non sono diventata una persona amara: sono anzi ottimista, mi sveglio ogni mattina certa che dietro l’angolo mi aspetta una cosa bella. Solo così posso vivere, serena, tranquilla. Con la mia famiglia, e guai a chi me la tocca».
Dopo la guerra la nonna Luisa aprì nel suo salotto un piano-bar e la stessa Sophia serviva ai tavoli e lavava le stoviglie. Poi cominciò a partecipare ai concorsi di bellezza, sognando un futuro migliore per sé stessa e per la sua famiglia.
La sorte sembrò arriderle finalmente nel 1950, quando ebbe successo a Miss Italia. Incoraggiata da Romilda a tentare la strada del cinema, fermamente decisa ad imparare a diventare una vera attrice, tornò a vivere a Roma con la madre e la sorella. Sophia ha raccontato nella sua autobiografia un episodio veramente doloroso: quando il padre, venne a conoscenza della sua scelta di entrare nel mondo dello spettacolo, tentò di screditarla nel peggiore dei modi.
“Vinsi un concorso di bellezza e con quei soldi con mamma partimmo per Roma per provare la scalata al mondo del cinema. Prendemmo casa e una mattina bussarono alla porta i poliziotti che ci accusarono di abitare in una casa di appuntamenti. Fummo trascinate e ci fu chiesto di giustificare i proventi con cui vivevamo.
Mio padre ci aveva denunciato avanzando il dubbio che avessimo trasformato il nostro appartamento in una casa di appuntamenti. Per fortuna riuscimmo a dimostrare con facilità l'origine dei miei guadagni. La ferita che ci aveva inferto mio padre era profonda e non si è mai più rimarginata".
Lo Studio Araldico Genealogico Italiano ha voluto omaggiare Sofia ricostruendo la storia della famiglia Scicolone. Riccardo Scicolone era nato a Roma, ma come risulta dalla ricostruzione genealogica, tutti gli antenati diretti della Loren erano ufficiali dell’esercito borbonico, dal bisnonno fino, via via tornando indietro, agli avi vissuti alla metà del 1700.
Alcuni antenati erano di Palermo, ma la famiglia sarebbe originaria di Licata (AG). La Confraternita religiosa di Maria Santissima della Carità ha sottolineato il legame che unisce Sophia Loren a Licata, con un post su Facebook: “I baroni Scicolone, antenati della grande artista Sofia Villani Scicolone, in arte Sofia Loren, risultano iscritti alla Venerabile Confraternita della Carità.
Tracce documentali sono conservate presso l’archivio storico della confraternita e in due lapidi sepolcrali del XVIII e XIX secolo. Sono custodite nell’androne della sede del governatorato della medesima”.
Si legge inoltre su "La Vedetta" mensile licatese nel maggio 2007 che nel 1828 tra le famiglie nobili del Comune di Licata, esisteva la famiglia Scicolone, “avendo il fu D. Giuseppe Scicolone Morillo, figlio del fu D. Carlo e Donna Giulia Morillo, ed il fu D. Gioacchino Barone Scicolone, appartenente alla suddetta nobile famiglia, esercitato nel suddetto Comune tutte le cariche di: Patrizio Nobile, Giurato, Sindaco, Capitano di Giustizia, Regio Portolano di questo Caricatore”.
Lo stesso Riccardo Scicolone affermò in una intervista (archivio Rizzoli): “La famiglia di mio padre proveniva dalla Sicilia e vanta nobili origini. Il nostro cognome completo è infatti Scicolone Morillo dei baroni di Licata.
L’atto fa parte dei documenti di proprietà della mia famiglia perché servì a un mio avo per entrare come ufficiale nell'esercito del Regno delle Due Sicilie. A quell'epoca gli ufficiali erano tutti nobili e gli aspiranti, prima di essere ammessi, dovevano documentare la loro nobiltà”.
Questo è tuttavia uno di quei tanti casi in cui si evince chiaramente che la vera nobiltà non consiste mai nell’ereditare titoli o nel possedere beni materiali e privilegi: la vera nobiltà è solo quella dell'animo ed è virtù -ahimè - di pochi.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Lo sfarzo a Palermo, poi il furto e la crisi: i gioielli perduti di Donna Franca Florio