FUORI DALL'ISOLA
“Metamorph”, la nona Biennale dell’Architettura a Venezia
Manifesti di quella metamorfosi dell’architettura che dà il titolo all’evento, sono i quaranta progetti della sezione “Concert Halls”
E’ tempo di metamorfosi. L’architettura “vitruviana” ha ceduto il passo a nuove forme, a nuove relazioni. E di questo sono testimoni le superfici incurvate, gli involucri autoportanti, i nuovi materiali, i rapporti con la tecnologia e l’informatica. Questo il tema della nona Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia - inaugurata il 12 settembre ed aperta fino al 7 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 18 all’Arsenale ed ai Giardini - una vetrina per oltre un centinaio di studi di progettazione ed un’occasione di confronto per architetti, studenti, designers, storici e studiosi. Manifesti di quella metamorfosi dell’architettura che dà il titolo all’evento, sono i quaranta progetti della sezione “Concert Halls”, esposti secondo un ordine cronologico ai Giardini. In un’intervista rilasciata al “Giornale dell’Architettura” (nel n. 20/2004), Kurt W. Foster, curatore della Mostra, spiega: “le sale da concerto vivevano sin dalla fine del ‘700 sub specie di “scatola” teatrale.
E una novità, rispetto alle precedenti edizioni della Biennale, è rappresentata proprio dalla sezione dedicata alla fotografia di e per l’architettura, denominata “Morphing Lights, Floating Shadows”; così come inusitato è lo spazio creato con una struttura galleggiante nel bacino dell’Arsenale, per ospitare l’ulteriore sezione “Città d’acqua”, con una ventina di progetti di waterfronts di altrettante città in tutto il mondo, da Bilbao a Buenos Aires. Sicuramente da non perdere, infine, all’Arsenale, l’esposizione delle opere realizzate nell’arco di un trentennio circa, da quattro famosissimi architetti: Eisenman, Gehry, Rossi e Stirling. Per quanto riguarda i Padiglioni nazionali, si va da Paesi di riconosciuta e storica capacità progettuale (Francia, Portogallo, Stati Uniti, Giappone, Germania, ecc.) fino a Paesi meno noti, da questo punto di vista, come Serbia e Montenegro, Estonia e Georgia. L’Italia ospiterà nel suo Padiglione, la mostra “Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana”.
Un workshop e una serie di seminari, poi, sono dedicati al tema della formazione e saranno tenuti dai professori di sei Scuole Internazionali di Architettura (tra le quali, naturalmente, lo IAUV di Venezia). Se davvero l’epoca del razionalismo e delle esatte proporzioni sia da considerare chiusa, si vedrà alla lunga. Certo è che l’architettura “camaleontica” del presente ha dello stupefacente. Ma davvero più della Cupola del Brunelleschi al suo tempo? Per informazioni e prenotazioni: tel. 041.5218828; www.labiennale.org.
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