TROPPA GRAZIA
Lavoro nero e pizzo: la maggioranza deviante
In democrazia la maggioranza vince. Solo chi ha i numeri ha l’autorità di legittimare una scelta politica come “la regola che vale per tutti”. In sociologia e nelle scienze giuridiche quella regola diventa norma e al di fuori della norma c’è la devianza. Un ping pong concettuale che dovrebbe far pensare ai devianti come a una minoranza. Scopriamo insieme se è veramente così, prendendo in esame due fenomeni, quello del lavoro nero e quello del pizzo. Di recente la Guardia di Finanza ha ispezionato un centinanio di aziende nelle località balneari della provincia di Palermo: sono stati trovati ben 200 lavoratori in nero su 317. Appena il 63%.
Vogliamo parlare di pizzo? I dati della questura dicono che circa l’80% dei commercianti nella città di Palermo paga il pizzo.
È evidente che in questo caso a “deviare” siano gli onesti. Sono loro a non rispettare quella meravigliosa fonte del diritto che è la consuetudine, cioè “la ripetizione costante di un determinato comportamento da parte della generalità dei soggetti, accompagnato dalla convinzione della sua obbligatorietà giuridica”. Il dizionario è servito a qualcosa. Soprattutto a capire che da queste parti, a parlare di “obbligatorietà giuridica” si rischia di passare per fanatici, per soggetti “troppo convinti”.
Esiste una via d’uscita a questa situazione? Forse si potrebbe pensare a delle nuove associazioni di categoria come la “FederPizzo”, o la “ConfEstorti” o dei nuovi sindacati come l’U.L.N (Unione Lavoratori in Nero). Sarebbero le organizzazioni più rappresentative sul territorio in quanto maggioranza di fatto e la forza dei numeri si ritorcerebbe sulla minoranza. Come accade in ogni democrazia che si rispetti. E qui casca l’asino: la rispettabilità non la dà la democrazia in una terra dove la mafia è sempre più bianca e il lavoro sempre più nero. In mezzo c’è la grande zona grigia del pizzo, una grande ombra senza corpo che ha la consistenza rassicurante della consuetudine. Non occorre preoccuparsi, è tutto sotto controllo, è tutto normale, è la normalità del male.
In collaborazione con Pizzino
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