FUORI DALL'ISOLA
Burri e Antonello da Messina alle Scuderie del Quirinale
La materia, non più veicolo per la forma, ma forma essa stessa dell’opera d’arte, è il tema conduttore della mostra "Burri. Gli artisti e la materia 1945-2004", in corso fino al 16 febbraio alle Scuderie del Quirinale di Roma, realizzata nel decimo anniversario della morte del maestro di Città di Castello. I curatori, Maurizio Calvesi e Italo Tomassoni, pongono l’opera di Alberto Burri al centro della radicale trasformazione della cultura figurativa europea, avvenuta a partire dagli anni Cinquanta, compiendo un lungo percorso cronologico che prende avvio dall’esperienza del versante materico dell’Informale, per giungere, attraverso citazioni dal Nouveau Realisme e dall’Arte Povera (solo per fare due esempi), all’ultima produzione di Damien Hirst e Anselm Kiefer.
La prima parte dell’esposizione, ospitata al primo piano del complesso, è dedicata ad artisti che contemporaneamente ad Alberto Burri, anche se con differenti approcci, hanno operato nella direzione di un profondo rinnovamento della pittura tradizionale. Sin dalla prima sala, un’opera del ciclo più famoso di Burri, "Grande sacco", del 1952, è messa a confronto con le dense e viscerali masse di sabbia e colore di Jean Fautrier, con i graffiti naif di Dubuffet, gli impasti terrosi di Tàpies ed i concetti spaziali di Fontana (dalla serie dei "Buchi"), introducendo il visitatore al clima della ricerca europea degli anni Cinquanta. Senza soluzione di continuità, in un dialogo serrato ed avvincente, lungo il resto del percorso espositivo, un rappresentativo numero di sacchi, legni, ferri, plastiche, combustioni, cretti e cellotex del maestro umbro sono giustapposti ai graffiti di Cy Twombly, ai dipinti dal forte gesto espressivo di Franz Kline, ad un collage di Conrad Marca–Relli, ai geometrismi di Ben Nicholson e alle macchie di colore di Afro, riproponendo con forza le enormi capacità espressive e formali della nuda materia, utilizzata e immortalata nei processi di trasformazione imposti dall’artista.
Conclusasi questa mostra, dal 18 marzo al 25 giugno 2006 gli stessi locali ospiteranno un altro grande evento espositivo che mira a riunire per la prima volta tutte, o quasi, le opere di Antonello da Messina. A distanza di molti anni dall’ultima mostra monografica sul nostro Antonello e alla luce dei progressi compiuti negli studi e nelle interpretazioni critiche, Mauro Lucco, docente di Storia dell’arte all’Università di Bologna, curerà un evento per il quale anche l’Annunciazione di Palazzo Abatellis prenderà il largo verso la capitale.
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