ARTE E ARCHITETTURA
Ascoltare "con gli occhi" a Palermo: in mostra le narrazioni pittoriche di De Grandi
Esposte nel capoluogo regionale 22 opere e circa 20 inediti tra cui "piccoli piedi" di una Rosalia Sinibaldi scalza e sicuramente solare e il Mito e le sue gerarchie
"Medea nel giardino del regno di Colchide" di Francesco De Grandi
Docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, da tempo De Grandi ha abituato committenti, studiosi o semplici curiosi a narrazioni pittoriche densamente empatiche, indipendentemente dalla "scala" di ogni singola opera che, di piccolo formato o grande che sia, finisce ugualmente e con la stessa intensità iconica a trasmettere, quelle complessità e contraddizioni tipiche della dimensione "spirituale" del sacro, in cui a veleggiare tra lo spazio già di per sé evocativo della galleria, è prima d’ogni cosa il riappropriarsi della sensazione autentica dello stupore.
«L’attitudine alla narrazione – sottolinea De Grandi – è sempre stata fortissima nella mia pittura. Per un certo periodo ha rappresentato un grande tabù, addirittura fonte di imbarazzo, vista come qualcosa di negativo, come un limite.
La pittura da tempo aveva smesso di essere rappresentativa e si era spostata verso posizioni lontane dall’idea di narrazione. Ma per me continuava e continua ad essere un’esigenza fortissima. Quando dipingo racconto tutto: l’ora, la stagione, gli eventi, nulla sfugge al mio io narrante».
Una ricerca seducente che nell’artista palermitano, presente in Triennale di Milano all’importante collettiva “Pittura italiana oggi”, non si distanzia mai da quella singolare passione per il racconto di una bellezza intesa come fonte di benessere sensoriale e sostanza narrativa indispensabile per riflessioni importanti e distensive.
Ecco che i cieli di De Grandi divengono “tutto”, evocativi tasselli luminosi di apertura “narrativa” appunto, mentre quei piani sopra cui si dipanano storie seduttive e spesso commoventi a mimare terreni rigogliosissimi o ancora desolanti, saldano la nostra percezione sensoriale alla superficie dipinta come fosse un dono dell’artista alle nostre tensioni emotive più disponibili all’“ascolto visivo” di ogni singola opera in mostra.
Opere tutte che risuonano insieme “narrativamente” e senza ripensamenti, in cui la natura permane nel suo ruolo protagonista, mentre l’eccellenza di un tratto pittorico che fa della resa visuale chiara e riconoscibile, la prima lettera della firma sul piano del quadro, ci impone di governare, dinanzi ogni singola narrazione meditata e dunque prodotta, a fatica il respiro “ammirando”.
22 opere e circa 20 inediti tra oli di piccola, media e grande dimensione e piccole carte che sembrano degli studi ma sono altresì universi di rara armonia degrandiana.
Ci sono i “piccoli piedi” di una Rosalia Sinibaldi scalza e sicuramente solare, c’è il Mito e le sue gerarchie arricchite dallo sguardo dell’artista, c’è persino la luce-tributo al tenue cielo mediterraneo di certe atmosfere dipinte da Andrea Di Marco, ma c’è soprattutto la cura della dimensione sacrale dello spirito della pittura che diventa Genius loci bidimensionale. Martedì 12 dicembre, l’artista compirà 55 anni.
Una vita spesa interamente a fare ricerca pittorica d’avanguardia e in forma assolutamente indipendente. Tale condizione sirespira per intero nelle quattro sale di Rizzuto Gallery; un’aria suggestiva, rarefatta e ammiccante, come quella dipinta, come fosse sostanza inedita di luce imprigionata dal colore, da Francesco De Grandi.
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