CRONACA
Anche i Florio la volevano: sulle Madonie c'è una dimora storica da scoprire (e da salvare)
La villa, restaurata nel 2005, torna a far parlare di sè. L'Ente Parco delle Madonie, infatti, ha lanciato un appello ai cittadini per tentare di recuperare il giardino storico
Villa Sgadari
Eppure nel cuore delle Madonie, alle porte di Petralia Soprana, c’è una meravigliosa villa nobiliare di epoca Settecentesca la cui storia si è persino intrecciata con quella della gloriosa famiglia Florio.
Una vicenda culminata nel progetto di restauro realizzato dall'Ente Parco delle Madonie che nel 2005 ha riportato la villa all'antico splendore e che adesso punta a recuperare il suo giardino storico.
Ma andiamo con ordine.
La dimora in questione si chiama Villa Sgadari e prende il nome dalla famiglia dei Baroni Sgadari che l'ha abitata per diversi decenni, almeno fino al 1910 stando a quanto riferiscono alcuni documenti che ripercorrono la storia della villa.
La villa sorge lungo la strada che collega le Petralie con Gangi. Percorrendo la strada provinciale, ci si imbatte su un portale barocco che si apre su un viale alberato e che, attraverso un ampio parco, giunge alla facciata principale della villa.
Un corpo unico a due elevazioni compone l’imponente fabbricato che originariamente, al suo interno, era composto da un piano terra adibito al passaggio di carrozze e scuderie, e da un piano nobile in cui abitava la famiglia.
Qui, tra stanze e sale di rappresentanza, si rimaneva incantati dai soffitti affrescati con motivi allegorici e naturalistici e dai pavimenti in maiolica, decorati con i colori e i motivi tipici del periodo barocco. Gli alloggi della servitù si trovavano invece in alcuni ambienti sottotetto.
Tutto questo purtroppo è andato perduto durante il lungo periodo di abbandono in cui ha versato la dimora quando era ormai disabitata.
Prima che la villa venisse recuperata, infatti, la struttura fu trovata in un grave stato di degrado con il piano terra trasformato in una stalla e con il piano nobile diventato un fienile. In pessime condizioni anche la pavimentazione, con avvallamenti e mattoni divelti; perduti in gran parte anche gli infissi e gravemente danneggiati gli affreschi.
Il percorso che ha portato al degrado della villa è iniziato presumibilmente nella seconda metà dell’Ottocento quando alla morte di Matteo Sgadari, la proprietà passò nelle mani del fratello Giuseppe Emanuele, il quale ebbe 3 figli: Giulio Letterio, Pietro Antonino e Francesco Valentino.
In seguito, due terzi della villa vennero acquistati da Francesco, mentre la parte restante andò in eredità ad Assunta Averne, una serva della famiglia diventata moglie di Giulio Letterio che l’aveva sposata contro il volere dell'intera casata.
Dalle fonti storiche pare che la villa sia stata abitata fino al 1910, periodo in cui anche i fratelli Ignazio e Vincenzo Florio tentarono invano di acquistarla insieme al parco circostante per riportarla agli antichi splendori.
Il tentativo fallì e la villa venne abbandonata e lasciata al degrado per tanti anni. Un altro tentativo di recupero fu fatto nel 1969 quando la villa venne acquistata dalla società Rinascita Turismo Madonie, ma anche questo progetto non andò a buon fine.
Occorre dunque aspettare il nuovo Millennio per arrivare a una concreta svolta. A recuperare la villa ci ha pensato infatti l’Ente Parco delle Madonie che nel 2000 ha acquistato l’intera proprietà, presentando un progetto tramite un Pnrr grazie al quale ha avviato i lavori di restauro facendo tornare all'antico splendore la preziosa dimora.
Inaugurata nel maggio 2012, la villa oggi è uno spazio culturale pienamente operativo e fruibile (è rimasta chiusa solo nel periodo della pandemia), e ha ospitato nel corso degli anni varie mostre, tra cui quella sui carretti siciliani.
E arriviamo finalmente ad oggi.
Sì, perché adesso la villa torna a far parlare di sé per voce dell'Ente Parco delle Madonie, intenzionato ad avviare un altro progetto di rilancio della struttura, portando all’antico splendore anche il giardino storico che circonda la villa.
«Nell'ottica di un importante progetto di rilancio e promozione della storica struttura, e per recuperare la bellezza originaria sfregiata dagli incendi della scorsa estate – spiega il dottor Angelo Merlino, presidente dell’Ente - vogliamo recuperare la floretta, ossia il giardino di pertinenza della villa che è in stato di abbandono da molto tempo».
«Dopo l'incendio che ha coinvolto il Parco delle Madonie nel mese di agosto 2021 – racconta Merlino – abbiamo fatto dei sopralluoghi nel giardino, da cui sono venuti fuori antichi capitelli, vecchie fontane, preziosi sedili in pietra e tanto altro che adesso vogliamo recuperare per riportare il giardino al suo stato originario e per renderlo fruibile ai cittadini».
Ed è proprio ai cittadini che l’Ente chiede aiuto in questa prima fase di lavoro.
«Siamo alla ricerca di foto storiche della villa, del giardino di pertinenza e di tutto ciò che può riguardare la zona per capire come si presentava l’intero complesso allo stato originario – aggiunge -. A tal proposito è nato anche un gruppo Facebook che si chiama Petralia Storia Viva, che devo ringraziare per il supporto prezioso che ci sta fornendo. Da alcune foto storiche che ci sono state inviate abbiamo scoperto che la villa è stata utilizzata anche come set fotografico per le foto di nozze».
Per questo motivo, «facciamo appello a tutti i cittadini, agli studiosi, ai collezionisti di foto storiche e a chiunque possa fornirci immagini storiche della villa e del suo parco», conclude il presidente.
Chiunque abbia con sé foto storiche, può contattare la segreteria del Presidente, i cui riferimenti sono la signora Rita Militi e/o il signor Maurizio Ortoleva, tramite mail all'indirizzo segreteria.pres@parcodellemadonie.it, o telefonando ai numeri 0921 684072 o 0921 684052 o ancora inviando un messaggio alla pagina Facebook dell’Ente.
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