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Altro che velenoso: il "miracolo" del fico d'india che fu importato dai turchi in Sicilia

Anche il fico d’india ha la sua leggenda e anche questa storia fu raccolta da Giuseppe Pitrè: su di essa i nostri nonni ci marciarono sopra con storie e aneddoti curiosi

  • 21 febbraio 2020

Fichi d'India (foto Pixbay)

Anche il fico d’india o ficodindia ha la sua divertente leggenda. Anche questa leggenda fu raccolta da Giuseppe Pitrè e su di essa i nostri nonni ci marciarono sopra.

Si narra che originariamente il "pedi di ficudinnia" (ficodindia), fosse velenoso e fu importato in Sicilia dai turchi, al fine di distruggere con esso i popoli cristiani. Forse per miracolo oppure per la diversità di clima, appena esso fu trapiantato in Sicilia vi si acclimò e cominciò a dare frutti sani e dolci.

Secondo la medicina popolare, bere succo di fichidindia con zucchero fa bene alla tosse, un decotto di fiori disseccati cura le coliche renali. Numerosi sono gli impieghi della pianta, per la cura del tumore della milza, per slogature e lussazioni, per la febbre della malaria.

E’ una pianta di cui non si buttano neanche le cosiddette pale che si danno a mangiare alle vacche e vitelli. E la buccia? Dirà qualcuno sfottendo: anche quella è commestibile.
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I nostri nonni, infatti, non dicevano sciocchezze quando ci incitavano: «Jinchi la panza e jinchila di spini» (nda. riempi la pancia e riempila di spine). Ecco perchè loro facevano le bucce a cotoletta, e pure in pastella! Con un coltello le massaie toglievano le spine, poi le facevano bollire e le panavano oppure le intingevano nella farina prima di friggerle. Ancora oggi nelle Madonie, qualcuno le mangia.

E del "masticuddì" di Geraci Siculo ne vogliamo parlare? Era una mostarda di succo di fico d’india che si usava tagliare a piccoli rombi conservati fra le foglie di alloro. Era una "cosa dùci" (nda. un dolce) che le nonne preparavano per i nipotini. Sicuramente qualcuno farà lo schizzinoso, ma poi mangia il gelato, la marmellata o beve il liquore al gusto di fico d’india.

In realtà il ficodindia proviene dal Messico. Fu Hernando Cortes che lo scoprì nel 1519 e lo portò in Europa. Ma noi, si sa, siamo sempre i più furbi e abbiamo inventato "i scuzzulati" (nda. bastardoni), nati a probabilmente da una lite tra contadini confinanti.

A quanto pare nacquero perché per danneggiare un vicino, un contadino recise i fiori delle piante affinchè non producessero frutti. In realtà la fruttificazione fu soltanto rimandata. Alle prime piogge vennero fuori frutti più grossi e succosi.

Ma questo rimanga tra noi. Meglio passare per furbi che "sciarritteri" (nda. litigiosi).
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