ITINERARI E LUOGHI
Alla scoperta della strana torre del Castello Normanno: una struttura (unica) in Sicilia
È una visita curiosa, ricca di fascino. Eppure lo sguardo viene "catturato" da una torre in particolare: infatti ha una forma singolare e diversa dalle altre, ecco perché
La vista dal Castello Normanno
Nella provincia di Trapani - precisamente nel comune di Salemi - una bella passeggiata (in salita) porta dritti al Castello Normanno (fatto erigere da Federico II di Svevia).
È una visita curiosa, ricca di fascino. Eppure, nonostante sia stato scritto tanto della struttura, lo sguardo "cattura" una torre in particolare. Delle quattro angolari facenti parte del castello (una probabilmente crollata) è l’unica di forma cilindrica e non rettangolare.
Sorge spontanea una domanda, un dubbio "quasi" amletico: perché? Si ergono due tesi, due possibilità al riguardo. Nel primo caso gli storici pongono l’accento sulla funzione di controllo con la realizzazione di una torre più alta rispetto alle altre.
Nel secondo, dopo alcuni studi topografici, è stata evidenziata una rientranza del monte sovrastante la fortificazione. Questa imperfezione ha provocato una convergenza "obbligatoria" che ha ostacolato la realizzazione di uno schema geometrico.
Una volta entrati all’interno dell’ampio cortile sono pochi i metri che dividono l’ingresso dalla stessa (torre). Buona volontà e rispetto del mondo antico sono le armi principali per salire i 40/50 gradini circa che portano al piano superiore. Durante la salita, l’attento udito potrebbe incappare in suoni strani, leggendari.
Corre voce in città, secondo fonti poco sicure, che la "buona riuscita" del fortino fu opera di Halyciae. Questa, dopo aver conteso ai due fratelli il predominio sull’intero territorio salemitano, stabilì una sorta di "patto". Il primo a concludere l’intera opera avrebbe regnato (avvertendo i contendenti con un falò).
La donna, furba e sperta, accese il fuoco anticipatamente. Credendo nelle buone intenzioni della sorella, gli "antagonisti", in fiducia, lasciarono incompiute le loro opere.
La "compagnia" illusoria è cancellata dalla salita impegnativa, in parte sospesa dopo una ventina di gradini da una rientranza. Giunge il momento di ricaricare le pile e lasciarsi andare all’ultima sfuriata per raggiungere il "terrazzo".
È l’apoteosi. Per un attimo sentiamo il "peso" della corona "immaginaria", quella di principe della città. Da lassù è impossibile non accorgersi della bellezza del paese di Salemi che sovrasta l’intera vallata.
La città è protetta dal Monte delle Rose. La scena "ambientale" è la vera protagonista, con i colori spezzati dalle costruzioni dei paesini. Un movimento spavaldo che "conquista" ogni singolo visitatore grazie ai lineamenti, imprecisi e in lontananza, dei Monti di Gibellina.
Entra in scena la storia, quella scritta nei libri. I documenti parlano di vicende che hanno visto trionfare Garibaldi che, una volta sbarcato a Marsala, si diresse a Salemi il 14 maggio del 1860.
Una delle prime leggi dell’Italia unita fu promulgata a Salemi che ottenne l'onorificenza di prima capitale italiana. I 50 gradini di ritorno sono una pura formalità.
La ricchezza dei paesaggi ha cancellato ogni singola energia spesa. È giunta l’ora di mettere nel cassetto dei ricordi un capolavoro del periodo federiciano, come altri presenti nel territorio siciliano.
Perché "le singole città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda delle città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco o un'antipatia, un’amicizia o un antagonismo. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no".
Anche questa volta, come accade spesso, la Sicilia non ha tradito le aspettative.
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