AMBIENTE
A Sferracavallo un sub ha trovato uova di squalo: l'esemplare è il piccolo "Boccanera"
Tecnicamente si chiamano "borsellini della sirena": le uova sono state trovate vicino il porticciolo della borgata marinara di Palermo accanto alcune carcasse di squali adulti
Proprio pochi giorni fa alcune di queste uova sono state trovate nei pressi del porticciolo di Sferracavallo dall’istruttore subacqueo palermitano Antonio Petrotta che a Balarm racconta il ritrovamento.
«Stavo facendo snorkeling nelle acque di Sferracavallo - spiega Petrotta - quando all’improvviso mi sono imbattuto nelle carcasse di alcuni piccoli squali distese sul fondo. Accanto a queste ho ritrovato alcune uova con dentro gli embrioni con la tipica forma a confetto».
Secondo il racconto dell’istruttore, gli squali potrebbero essere stati pescati e poi rigettati in mare, anche se non è chiaro il motivo per cui siano stati ritrovati con il ventre squarciato.
Intanto tra studiosi ed appassionati è partito il tam-tam per riconoscere la specie di appartenenza, un dibatto, intavolato sul gruppo facebook Oddfish, in cui è intervenuto Alessandro De Maddalena, uno dei massimi esperti al mondo in tema di squali, che ha fugato ogni dubbio.
«Si tratta di uova di gattuccio boccanera, o più semplicemente boccanera – spiega De Maddalena, docente all’Università Bicocca di Milano, ricercatore e autore del libro "Squali del Mar Mediterraneo" – È uno squalo bentonico, ovvero vive principalmente in acque profonde, ed è diffuso in tutto il Mediterraneo».
«Raggiunge una lunghezza massima di 90 cm ed è riconoscibile per via della parte dorsale grigio-marrone chiaro con un disegno a macchie regolari leggermente più scure, mentre il ventre è bianco - continua - Ma la vera caratteristica, che gli è valso anche il nome, è la colorazione nerastra della bocca».
«Si tratta ovviamente di uno squalo non pericoloso per l’uomo e si riproduce probabilmente un po’ ovunque nei nostri mari».
Il boccanera ha un comportamento torpido e lento, è uno squaletto solitario ma può trovarsi anche in grandi gruppi.
Non vi è una conoscenza approfondita su questa specie, viste anche le sue abitudini bentoniche, tuttavia sovente viene pescato con le reti a strascico e con i palamiti, e le carni non trovano commercio poiché non apprezzate in cucina.
La presenza di questi animali nei nostri mari, ed in particolare nella zona dell’Area Marina Protetta di Isola delle Femmine – Capo Gallo, è un indicatore positivo della salute dell’habitat marino, la cui tutela deve continuare ad essere oggetto imprescindibile di interesse e di attenzione per tutte le amministrazioni e gli enti governativi di oggi e di domani.
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