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A Palermo c'era (e c'è ancora) l'ammuola cutieddi: la storia del miglior arrotino della città

A praticare il mestiere di ambulante, sempre in giro per le vie della Palermo degli anni Sessanta e Settanta c'era lui, il celebre personaggio gioia e tripudio delle casalinghe

Balarm
La redazione
  • 8 maggio 2022

Un arrotino della Palermo antica (Foto tratta da Palermo allo Specchio)

Un ambulante sempre in giro per le vie della Palermo degli anni Sessanta e Settanta. Stiamo parlando dell'ammuola cutieddi (l'arrotino), ovvero il celebre personaggio storicamente gioia e tripudio delle casalinghe della città.

Un mestiere di ieri e di oggi che è profondamente cambiato nell'immaginario collettivo, da una generazione all'altra. Soprattutto se si pensa che anticamente l'arrotino girava per la città insieme al suo carretto a pedali, decorato con i colori accesi e caldi della Sicilia. Ovviamente c'erano anche dei negozi che via via si sono specializzati nel settore.

«A questo caratteristico personaggio venivano affidati coltelli, temperini e forbici, al fine di farne ripristinare il filo della lama - scrive Rosario Riina in un post del gruppo "La Palermo in bianco e nero" -. L'ambulante riusciva ad essere presente in tutta la città, passando di zona in zona in un differente giorno settimana».
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Il più famoso pare fosse lui, un uomo su cui ancora oggi vengono raccontati aneddoti tra realtà e fantasia, come molti dei personaggi che popolano Palermo. "Anciluzzu ammuala cutieddi" era così, la leggenda sulla sua bravura viaggiava insieme a lui per tutta la città. Un uomo longilineo "simile ad Eduardo", commenta qualcuno, la sua attrezzatura da lavoro, come una mola da banco, «rudimentale ed ingegnosa allo stesso tempo, fissata su un carretto».

Un personaggio conosciuto in tutta Palermo che sembra abitasse in via Montalbo nel quartiere Montepellegrino. La zona dello "Scaro" (Mercato ortofrutticolo) e della Fiera del Mediterraneo. Mentre si percorre la via che dà il nome alla zona, sul fondo si ammira il monte amato da tutti i palermitani, celebrato da Goethe e dai tanti viaggiatori che nel corso dei secoli sono passati da questa città.

E chissà come abbanniava Anciluzzo per segnalare la sua presenza nel quartiere alle casalinghe pronte ad affidargli le lame di casa e gli ombrelli rotti (eh sì, riparava anche quelli). Molto probabilmente in modo molto diverso dall'odierna e fredda voce registrata che avvisa la città del passaggio dell'arrotino.

Quel «Donne! È arrivato l'arrotino» in perfetto italiano, seguito da una sfilza di servizi e riparazioni di ombrelli, coltelli, stufe a gas... in pratica di ogni oggetto che avete in casa.

«Quello era il periodo in cui le cose (parlo in generale) si provava ad aggiustarle prima di buttarle - riporta un commento al post su Fcebook -. Si faceva anche perché non c'erano molte persone benestanti e anche perché c'era la volontà di restare insieme, cosa che oggi non c'è più, purtroppo...».
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