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150 Comuni "custodi" della biodiversità in Sicilia: che cos'è la Carta di Caltagirone

Un patto tra Comuni a tutela della riserva mondiale di biodiversità, che accoglie più del 20 per cento delle specie vegetali e animali ad oggi conosciute. Di che si tratta

Jana Cardinale
Giornalista
  • 25 marzo 2025

La Macchia Mediterranea

Preservare la biodiversità, proteggere il suolo, regolare il ciclo idrologico e promuovere uno sviluppo sostenibile. Tutte azioni ben definite nella Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, nota anche come Carta di Caltagirone, che rappresenta un patto tra Comuni, per la tutela collaborativa della macchia mediterranea: importante riserva mondiale di biodiversità, che accoglie più del 20 per cento delle specie vegetali e animali ad oggi conosciute.

Come nasce l’idea della sua istituzione? Il processo segue varie fasi, che hanno un iter preciso avviato da un gruppo di studiosi: Aurelio Angelini, docente dell’Università di Palermo, Francesco Cancellieri, presidente dell’Associazione Centro di Educazione Ambientale di Messina, Renato Carella, presidente dell’Associazione di Volontariato Ambientale "Ramarro Sicilia", Giuseppe Lo Paro, docente dell’Università di Messina.

E ancora Vincenzo Piccione, docente dell’Università di Catania, Francesco Maria Raimondo, docente dell’Università di Palermo e già presidente della Società Botanica Italiana, Salvatore Scuto, già dirigente dell'Assessorato Regionale BB. CC. AA. .
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A seguito dell’incontro sulla Macchia Mediterranea che si è svolto a Caltagirone nel novembre del 2013, hanno deciso, nell'ambito dei rispettivi campi d’azione, di promuovere un percorso di educazione ambientale mirato a sensibilizzare istituzioni e cittadini sulla sua tutela.

L’esigenza è dettata dalla necessità, particolarmente sentita in Sicilia, di attuare una selvicoltura di prevenzione finalizzata a fermare lo sfruttamento antropico, contrastare gli incendi, prevalentemente dolosi, e gli abusi legati al pascolo intensivo e continuato.

Il positivo riscontro ottenuto tra singoli cittadini, enti privati e pubblici fa, inoltre, maturare l'idea di intestare ai Comuni un impegno di informazione, comunicazione, educazione e tutela del bene Macchia Mediterranea, e nasce così un movimento di elaborazione e confronto sul tema, con incontri nelle Università di Catania, Messina, Palermo e altre sedi messe a disposizione in vari Comuni siciliani.

Contestualmente, inizia il lavoro di stesura della Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, ossia del documento che i firmatari assumeranno l’impegno di adottare e rispettare.

Il 21 novembre 2016, Giornata Nazionale degli Alberi, a Caltagirone si chiude la fase della elaborazione concordata con la presentazione della versione definitiva e le prime firme della Carta dei Comuni Custodi, e si apre quella a valenza più propriamente comunicativa ed educativa.

I Comuni siciliani che hanno inizialmente aderito alla Carta sono Caltagirone, Palermo, Messina, Noto, Niscemi, Santa Teresa Riva, Floresta, Gela, Licodia Eubea, Palazzolo Acreide, Montelepre, Castelbuono, Caltanissetta, Gela, Castel di Judica. Altri 135 hanno aderito successivamente assieme al Parco dei Nebrodi e a varie Riserve e Associazioni. *

Fuori dalla Sicilia ha aderito anche il Parco Naturale di Portofino. Il progetto, nato in Sicilia, si prefigge, dunque, di fare rete tra i Comuni che diventano "Custodi" della Macchia Mediterranea, impegnandosi ad elaborare programmi di tutela del ricco patrimonio naturalistico presente, soprattutto, sul territorio regionale (‘hotspot’ o punti caldi di biodiversità).

Attualmente nel Bacino del Mediterraneo, a causa della notevole pressione antropica, della diminuzione della fauna, della progressiva desertificazione e dei ricorrenti e devastanti incendi, l’integrità della Macchia Mediterranea è esposta a minacce oggettive e consistenti come anche la sua estensione.

Il progetto persegue anche strategie finalizzate alla mitigazione dei cambiamenti climatici (siccità e desertificazione, in particolar modo) e al potenziamento della suddetta cenosi vegetale in un’ottica anche di cattura della CO2. La Macchia Mediterranea In Sicilia è articolata in 8 tipi e si estende per 110.000 ettari, ossia il 21 per cento della superficie forestale.

I Comuni firmatari della Carta diventano Custodi della Macchia Mediterranea e si impegnano, moralmente e con risorse umane e finanziarie da reperire, a elaborare programmi condivisi di azioni finalizzate al perseguimento di tale obiettivo.

Con deliberazione della Giunta Regionale del 2019, inoltre, viene istituita la Giornata Regionale della Macchia Mediterranea in Sicilia, in concomitanza alla Giornata nazionale degli alberi.

L’adesione alla Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea rappresenta il proprio impegno concreto nella salvaguardia dell'ambiente e nella promozione di uno sviluppo sostenibile, entrando a far parte di una rete ormai nazionale di Comuni virtuosi che si dedicano attivamente alla tutela e alla valorizzazione di questo prezioso ecosistema.

I Comuni aderenti si impegnano a tradurre i principi della Carta in azioni concrete, riconoscendo il valore della macchia mediterranea, che con la sua ricca varietà di specie vegetali e la sua capacità di resistere e mitigare i processi di desertificazione, rappresenta un vero e proprio capitale naturale.

Un’iniziativa che dimostra come la collaborazione tra istituzioni e comunità locali sia la chiave per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo e per valorizzare le ricchezze naturali di ogni territorio.

Il presidente del Comitato Promotore della Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea, Vincenzo Piccione, sulla progettualità futura dice: «Abbiamo elaborato una programmazione di respiro quinquennale in coerenza con l'Agenda 2030 per la quale auspichiamo il coinvolgimento della Regione Siciliana.

Nelle more procediamo con il progetto che abbiamo eletto prioritario, "Futuri Cittadini Responsabili 2.0", un percorso di educazione ambientale e civile sviluppato con il supporto di esperti nel settore e giunto al quinto anno.

Abbiamo a cuore i giovani per i quali abbiamo eletto quattro momenti: conoscere, informare, educare e tutelare.

Custodire un bene significa conoscerne il valore per meritarne la tutela. Informare è uno dei fondamenti di una società democratica e scolarizzata in cui ogni cittadino è partecipe delle decisioni che lo riguardano. L’educazione ambientale di un popolo si giudica dal rispetto della Casa Comune».

*Il numero dei Comuni che aderiscono è in continuo aggiornamento.
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