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2,5 milioni per combattere la siccità: così il fiume Oreto può "salvare" Palermo

Un passo cruciale per affrontare l'emergenza idrica nel palermitano. Il decreto di finanziamento che punta a rendere disponibile una risorsa potabile entro febbraio

  • 29 ottobre 2024

Il fiume Oreto di Palermo

Avevamo già parlato di come una grande risorsa per fronteggiare l'emergenza idrica nel Palermitano fosse rappresentata dalla bonifica del Fiume Oreto, che attualmente presenta delle portate idriche notevoli pari a circa 600/700 litri di acqua al secondo.

Ebbene, le cose si muovono.

Dalla cabina di regia della Regione Siciliana, infatti, è arrivato il decreto di finanziamento, pari a 2,5 milioni di euro, per avviare le attività necessarie per la riattivazione dei prelievi dalla presa fluente e, quindi, l’utilizzo delle acque dell'Oreto ai fini idropotabili.

Il cronoprogramma sui lavori è fissato per cinque mesi.

Quindi, conti alla mano, se l’attuale piano di razionamento idrico consentirà di fornire risorse fino al mese di gennaio, il contrasto all’emergenza idrica, sfruttando la risorsa del fiume Oreto, potrebbe cominciare da febbraio 2025.

È prevista, innanzitutto, la realizzazione di un modulo prefabbricato di ultrafiltrazione, che verrebbe posto in corrispondenza degli scarichi dei reflui della frazione di Pioppo del Comune di Monreale, con la conseguente diminuzione degli scarichi dei reflui sul fiume Oreto.
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«Abbiamo effettuato uno studio preliminare sulle potenzialità del Fiume e sulla qualità dell'acqua per valutare quali sono le attuali capacità di autodepurazione naturale, attraverso l'installazione di centraline lungo il tratto del fiume effettuando dei campionamenti in continuo delle acque del fiume", spiega il direttore di Amap, Giovanni Sciortino».

«Si sono, poi, eseguite le specifiche analisi di laboratorio – prosegue - È necessario, quindi, prima di tutto, togliere gli elementi inquinanti. E sono tanti, a partire dal tratto urbano.

Con riferimento, partendo dalla foce e risalendo il fiume, si sono riscontrati scarichi provenienti da attività lavorative sino alla zona del Ponte Corleone, dove avviene l’immissione dal canale Boccadifalco, dove scaricano alcune fognature urbane e anche le acque in uscita dal depuratore di Monreale».

«Comunque - conclude - siamo a valle della briglia di presa delle acque da trattare. Mentre, nel tratto medio vallivo, all’altezza di Villa Ciambra, vi è uno scarico di reflui urbani non trattati delle aree periferiche di Altofonte, così come nell’area del Vallone Pian di Maglio, dove ci sono gli scarichi reflui dello stesso comune di Altofonte».

Andando a monte, da quello che è emerso dallo studio condotto da Amap, si è proceduto a verificare il possibile trattamento dei reflui provenienti dallo scarico del comprensorio di Pioppo, dove sono stati intercettati gli scarichi del torrente Sant'Elia.

Proprio nel tratto a monte, fino a Pioppo, dove sono presenti i reflui urbani sul torrente Elia (un affluente del fiume Oreto), il progetto prevede di intercettare i reflui e collettarli ad un sistema prefabbricato di trattamento di ultrafiltrazione con sistema evoluto del tipo MBBR, così da alleggerite la carica batterica.

«Dopo gli interventi previsti, in aggiunta a quelli di riefficientamento della sezione di filtrazione a carboni attivi granulari, il cosiddetto GAC all'impianto di Potabilizzatore Gabriele – prosegue Sciortino - sarà consentito di trattare una portata di circa 500 litri al secondo, per un volume stimato di 5-6 milioni di metri cubi in un anno, come avveniva parecchi anni fa.

Stiamo cominciando subito gli interventi con l’acquisto delle apparecchiature necessarie. La presa delle acque fluenti dell’Oreto si trovano, nel dettaglio, in corrispondenza dell'area di Santa Caterina, vicino al carcere Pagliarelli di Palermo».
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