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"Novecento Italiano. Una storia": il percorso di un secolo in mostra a Palermo

Sessanta quadri e otto sculture di quarantaquattro artisti: all'interno del Palazzo Reale di Palermo è allestita la mostra "Novecento Italiano. Una storia" fino al 31 agosto

  • 31 marzo 2017

Le Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale a Palermo ospitano la mostra "Novecento Italiano. Una storia", organizzata dalla Fondazione Federico II e curata da Maria Teresa Benedetti, Lea Mattarella e Francesca Villanti, fruibile al pubblico fino al 31 agosto, da lunedì a venerdì dalle 8.15 alle 17.40; sabato, domenica e festivi dalle 8.15 fino alle 21.00 (con ultimo biglietto alle ore 20.00).

L'esposizione documenta alcuni momenti fondamentali della cultura e dell’arte italiana del Novecento: un’indagine affascinante che evidenzia l’importanza dei cambiamenti storici ed induce a riflettere sugli aspetti del mondo contemporaneo.

Il percorso si apre con una selezione di opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario Sironi, che documentano l’esperienza divisionista e il passaggio degli artisti al linguaggio futurista. La prima parte dell’esposizione si chiude proponendo il forte realismo di Renato Guttuso, con l’affresco de "La Vucciria", come dalla Sicilia all’Europa si volge l’opera monumentale di Fausto Pirandello.
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Un esempio della complessità di un percorso, dalla figurazione all’astrazione, è proposto dalle tre opere di Capogrossi, documento insieme di una evoluzione di linguaggio, e della fedeltà ai presupposti etici del proprio lavoro. A favore dell’astrattismo si dichiarano nel secondo dopoguerra gli artisti del Gruppo Forma: Carla Accardi, Piero Dorazio, Achille Perilli, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Capogrossi.

A rappresentare la Pop Art è un monocromo di Mario Schifano che dimostra come gli artisti italiani siano profondamente legati alla tradizione della pittura. L’Arte Concettuale e l’Arte Povera mostrano una stagione straordinaria e internazionale di cui fanno parte Mario Merz, Enrico Castellani, Alighiero Boetti, Giulio Paolini e Jannis Kounellis.

Il percorso espositivo si chiude con Mimmo Paladino, che rappresenta la Transavanguardia e con il siciliano Emilio Isgrò, Fabrizio Clerici nel più tardo Sonno romano svolge un surreale citazionismo, voce fuori dal coro.
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