ITINERARI E LUOGHI
Qui trovi la prima basilica di Sicilia: il tour fino al borgo "dell'acqua e dei mulini"
Vi conduciamo nel borgo dove è sorta la prima basilica normanna della Sicilia: vi raccontiamo la sua storia e dove si trova questo luogo suggestivo
La città di Messina, o perlomeno la gran parte del suo perimetro urbano, si sviluppa su una fascia costiera più ampia al centro e più sottile ai suoi lati in cui le montagne incombono più vicine alla linea di costa.
Ma oltre a questo, esiste una nebulosa di villaggi più o meno distanti fra di loro che sorgono ai piedi dei monti e lungo le valli fluviali dei torrenti (96) del suo territorio comunale.
In questa escursione di fine febbraio noi del gruppo Valli Basiliane ci siamo diretti a Mili San Marco, un paesino a valle fra i più vicini alla fascia urbana.
Siamo giunti lì dopo un breve tragitto in automobile e abbiamo parcheggiato in una piazzola poco distante da una chiesa simile a un pantheon costruita nell'Ottocento.
Siamo passati lì davanti e abbiamo imboccato un viottolo in salita fra le case, fino a quando siamo arrivati in campagna poco più su degli ultimi tetti.
Dopo circa un chilometro in questa insolita cornice, siamo sbucati in aperta campagna in mezzo a dei prati coperti da una rigogliosa vegetazione di piante eduli e di margherite gialle con vista panoramica sulla azzurra fascia marina dello stretto in mezzo a dei monti bruni e alla sagoma chiara delle città rivierasche.
Abbiamo poi proseguito fra sentieri in mezzo ai campi ridenti di chiara luce solare e in questo periodo dell’anno abbiamo una visione bella nitida dei paesaggi.
Così il nostro sguardo si sposta verso un paesaggio non particolarmente in salita, con degli ampi campi verdi in cui c’erano anche delle case sparse e delle vasche per la raccolta dell’acqua.
Invece su una delle prime significative alture abbiamo visto i poderosi bastioni di Forte Cavalli, intatti e ben conservati ma poco sviluppati in altezza e quasi interrati.
Infatti è questo uno dei tanti forti umbertini, fatti costruire a inizio ‘900 da re Umberto I per difendere lo stretto e che per questa ragione non doveva risultare visibile dal mare. Nella realtà non è mai servito per lo scopo per cui è stato costruito.
Siamo scesi dal colle e col nostro percorso ad anello siamo andati in mezzo a degli uliveti "che di santità fanno pallidi i clivi" avrebbe detto il poeta D'Annunzio.
Poi abbiamo imboccato una strada comunale con tante curve e serpentine che si è snodata fra dei terrazzamenti in cui vengono coltivati agrumi in piena fruttificazione che conferiscono vivacità al paesaggio.
Infine siamo giunti a Mili San Pietro: un borgo rurale in cui possono verificarsi disagi a causa delle acque ruscellanti vicine.
Ciò è una caratteristica comune a molti di questi paesi collinari in cui lo spazio veramente edificabile è ben poco.
Una guida locale ci ha condotti alla chiesa San Maria di Mili che è la prima chiesa normanna costruita in Sicilia.
Essa è sorta per volere del conte Ruggiero che vi ha fatto seppellire il figlio Giordano morto a Siracusa in battaglia.
La basilica sorge vicina ad un’ansa del torrente. Lì non vi sono abitazioni vicine, anzi è avvolta in un lato da un groviglio di arbusti che quasi la occultano alla vista.
Essa risulta una giustapposizione di stili diversi presentando due cupole rotondeggianti arabe, un alternarsi di mattoni policromi tipico delle costruzioni normanne con elementi romanici.
Per costruirla sono state chiamate maestranze di popoli diversi, un esempio di convivenza pacifica fra diverse culture.
Abbiamo visitato il suo interno privo di decorazioni, ma molto suggestivo per essere uno spazio molto raccolto che rimane quasi in penombra con solo due punti luce posti in alto rispetto a degli archi sovrapposti che vanno a convergere.
A un centinaio di metri dalla basilica ci sono i ruderi di Molinazzo ed è un grande mulino di proprietà dell’Abbazia.
Del resto il toponimo Mili fa riferimento ai numerosi mulini che sorgevano in questa vallata. Erano tutti a ruota verticale e non necessitavano di vasche per la raccolta dell’acqua dal momento che era abbondante tutto l’anno.
Essi lavoravano a pieno regime dovendo rifornire una città molto popolosa come Messina che nel '500 fra le dieci più grandi d’Europa.
Il grano, oltre ad essere di produzione locale, veniva importato da Lentini.
Abbiamo proseguito il nostro cammino per ritornare a Mili San Marco (i due borghi hanno un santo patrono diverso) e abbiamo percorso una trazzera in un lato del torrente.
Dopo la siccità degli anni passati, ci siamo goduti lo spettacolo nel vedere fluire acqua abbondante nell’alveo fluviale e dove c’erano dei dislivelli abbiamo visto scendere ampie cascate.
Lo scorrere dell’acqua trasmette sempre una bella sensazione vitalistica, è quasi come una metafora della vita quando ci si sente in ottima forma e essa sembra sorriderci : «E tutta la vita in noi è fresca e aulente», come recitava Gabriele D'Annunzio ne "La pioggia nel pineto".
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