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Un presidente tifoso alla guida dei sogni del Palermo Calcio e (forse) di una città

I protagonisti di questo racconto sono quattro: due neo proprietari, un amministratore delegato e i diversi milioni di siciliani (che abitano in Sicilia o altrove)

Giovanni Callea
Esperto di marketing territoriale e sviluppo culturale
  • 6 agosto 2019

Il nuovo logo del Palermo Calcio

Sabato scorso una gremitissima conferenza racconta il futuro possibile per il Palermo calcio e probabilmente per l’intera città.

Ho scritto varie volte che il calcio al netto di tutta la bruttura che può rappresentare in certi momenti, abbia in se a mio avviso anche una grande bellezza che va molto oltre lo sport. La conferenza del nuovo Palermo ha avuto luogo in tribuna, all’aperto, in uno stadio ancora in possesso della società fallita e quindi le cui sale stampa sono inaccessibili.

Ma l’idea di ripartire dagli spalti, dai tifosi e con i tifosi è forse più di altre la misura di questa nuova avventura che si gioca a porte aperte.

I protagonisti di questo racconto sono quattro al momento. I due neo proprietari nelle persone del presidente Dario Mirri e dell’azionista Tony Di Piazza. I quali sono stati interpreti di un evento più unico che raro a Palermo: partiti da avversari hanno deciso di allearsi e realizzare insieme il progetto che poi ha vinto. Insieme io credo sia una parola che dovremmo riempire maggiormente di contenuto nella nostra città. Ringrazio pertanto per il bell’esempio.
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Mirri opererà in città, Di Piazza curerà legami internazionali. In questo progetto che ha una entusiasmante dote di visione intendono infatti parlare con i sei milioni di siciliani che vivono in Sicilia e con i sei milioni di siciliani di seconda e terza generazione che abitano il mondo.

Ho letto tra le vibrazioni delle parole dei due investitori grande emozione al di là degli aspetti imprenditoriali e finanziari. Hanno ben chiaro e lo hanno sottolineato a viva voce, che prendono in gestione un patrimonio di emozioni, gioie, ricordi, passioni, che non appartiene a loro più di ciascun altro tifoso.

Auguro loro di cuore di guadagnare tanto da questa impresa, perché è del tutto evidente che intendono fare del Palermo una squadra che lavorerà nella città e per la città, ed ovviamente è interesse di tutti noi che tutto ciò riesca.

Hanno la mia stima e la mia riconoscenza soprattutto nella misura in cui daranno corso alle tante cose belle dette nel corso della conferenza.

Dario (Mirri) ha fatto il possibile per salvare il Palermo dalla fine ingloriosa, sta facendo tanto per la ripartenza. Un presidente tifoso con la vocazione al marketing che consentirà al Palermo, ne sono certo, di diventare un grande punto di unione per la città ed un modello per il calcio nazionale.

Le idee in campo sono tante. A partire dal logo disegnato da Danilo Li Muli, che a me piace molto. Tanto quanto amavo il vecchio realizzato da Marco Castagna e Maricetta Gianfalla, al vecchio logo sono legati tanti bei ricordi. Trovo comunque azzeccata l’idea di rifare ex-novo il segno grafico, a volere significare che è proprio un’altra la storia che sta partendo adesso

La squadra parte dalla D, sarà impegnata nel corso del campionato in incontri nelle scuole, per avvicinare i giovani della città ed è prevista la creazione di un centro sportivo nel quale coltivare i nostri talenti. Il presidente ci racconta che dei 600 giocatori di serie A nessuno è siciliano. Considerato che siamo il 10% della popolazione italiana è evidente che qualcosa non vada.

Dario non sarà il padrone, lascerà al terzo protagonista del nostro racconto Rinaldo Sagramola, l’amministratore delegato, uno degli interpreti dei grandi successi del primo Palermo di Zamparini; l’uomo che ha scoperto Totti e Toni, il compito di costruire una squadra che vinca. La prima sfida è contro il tempo, abbiamo solo 15 giorni.

Sarà Sagramola a gestire la squadra, perché l’anima di questo progetto è mettere al lavoro le competenze. E proprio per questo sono tanti i nomi cittadini più e meno noti coinvolti nel progetto.

Grazie. Credo che tutti i professionisti della nostra città meritino questa fiducia. Tra tutti cito Claudio Carapezza, uno degli avvocati che ha curato il progetto trasparenza che prevede il coinvolgimento dei tifosi, un professionista che stimo come pochi e vederlo coinvolto in questo progetto mi riempie di gioia e sicurezza.

Grazie anche per le parole di fiducia che Dario ha espresso riguardo alla nostra città, ed alla forza che avrà per ripartire. Solo un idiota non capirebbe che il calcio è una rappresentazione plastica della città nello scenario nazionale. Questa avventura a base di calcio a me suona tanto come una riscossa identitaria della nostra città intera, se sapremo comprenderlo ed agire conseguentemente. Mai come adesso Forza Palermo ha un suono pieno.

Ero tra i tifosi, quarti protagonisti del racconto: la presentazione era dedicata a noi, ed ho registrato interesse curiosità e fiducia sugli spalti di una gremitissima tribuna. Il sentimento diffuso serpeggiante è che se la società farà quanto dice ci aspettano stagioni incredibilmente ricche di soddisfazioni anche non solo sportive.

Tutto questo potrà essere fatto solo insieme. Ritorna questa parola cosi bistrattata a Palermo. Indipendentemente da chi mette i soldi il progetto riserva una quota del 10% ai tifosi, che potranno essere protagonisti del progetto ed esprimere uno dei tre membri del comitato di indirizzo della squadra, composto da un rappresentante della società, dal sindaco di Palermo, ed appunto da un rappresentante dei tifosi.


Dario Mirri ha detto chiaramente che lui ha fatto e sta facendo la sua parte. La città ed i tifosi hanno lo spazio per esprimersi dentro il progetto. Lo potranno fare con un aumento di capitale che sarà realizzato a fronte di un intervento di almeno 100 tifosi che possono acquisire fino al 10% della società.

Quindi la quota disponibile vale 1,5 milioni di euro. Servono almeno 1500 persone che mettano 1000 euro l’uno. Si può fare.

Io ho la mia quota pronta e sono anche disponibile, qualora necessario, ad essere parte attiva di quella parte della città che voglia partecipare a questo processo. Comprerò la quota per mio figlio.

È lui l’esperto di calcio in famiglia. E delegheremo con gioia la rappresentanza nel comitato di indirizzo della squadra a qualche tifoso veramente competente ed esperto. Molti amici hanno rimarcato il proprio interesse a contribuire, adesso occorre aggregarsi e fare gruppo, chi ha già avviato un progetto di aggregazione o fosse interessato a farlo partire mi contatti. Io ho un solo obiettivo comprare una quota simbolica e potere dire che il Palermo è anche mio insieme a tutti quelli che avranno avuto voglia di partecipare.

Come è stato detto nel corso della conferenza lo stadio può tornare ad essere un luogo di festa per la città e le famiglie. E credo che non vi sia migliore occasione del prossimo campionato, un torneo minore, nel quale ricostruire tutto pezzo a pezzo.

Io e mio figlio ci abboneremo, ed invitiamo quanti hanno una speranza per questa città a fare altrettanto. Non è solo questione di Calcio.

Siamo aquile, siamo fatti per volare, ma possiamo farlo a detta del nostro presidente tifoso solo tutti insieme. Ed io la penso come lui.
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