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In autunno in Sicilia cadono le foglie e pure le aquile: in quel corpicino 60 piombini

Oltre al diritto degli animali di vivere e morire secondo natura qui è stato ucciso un cucciolo: il bracconaggio è un'azione di violenza gratuita perpetrata dal forte sul debole

Giovanni Callea
Esperto di marketing territoriale e sviluppo culturale
  • 14 novembre 2019

Un pulcino di aquila reale

L’autunno è il periodo dell’anno in cui cadono le foglie, cadono i capelli e cadono le aquile. L’ultima è stata abbattuta in questi giorni, nell’agrigentino. Faceva parte di un progetto di monitoraggio che tiene sotto controllo la piccolissima comunità che consta di circa quaranta coppie nidificanti in Sicilia. Era un giovane esemplare di Aquila del Bonelli.

L’uccello è nella lista rossa delle specie in via di estinzione ed considerata in pericolo in modo critico. Questo esemplare si chiamava Rocco, la carcassa è stata recuperata grazie al sistema GPS con il quale era monitorata.

Le sono stati trovati sessanta piombini nella carcassa. Morendo avrà sofferto maledettamente. L’anno prossimo avrebbe potuto riprodursi per la prima volta. È stato ucciso un cucciolo.

Lo scorso anno è stata uccisa Clara e successivamente sono stati trovati in Tunisia anche i resti della sorella Bianca. Io credo che una società che non comprenda la gravità di episodi come questo è consegnata all’estinzione, e forse anche a ragione.
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Dire che sono contro la caccia sarebbe una prospettiva limitante del mio punto di vista. Io sono contro la stupidità e la violenza. La mia avversione alla caccia è pertanto una naturale conseguenza di queste.

Oltre al sacrosanto diritto di questi animali di vivere e morire secondo natura, qualche tempo fa avevo avviato una riflessione sulla grande opportunità anche economica che potrebbe essere per la Sicilia l’abolizione della caccia.

Ma c’è dell’altro. Vi è mai capitato in campagna di fermarvi improvvisamente per mostrare ai bambini un rapace in volo? Sono animali splendidi, sono parte del nostro paesaggio. E che effetto magico ha, sui bambini in particolare, osservarli in volo.

Io rivendico pertanto anche il mio diritto a godere lo straordinario spettacolo che è osservarli, con i loro Voli imprevedibili, ascese velocissime e codici di geometrie esistenziali. Un diritto che a mio avviso vale più del diritto di chi rivendica di cacciarli, perché osservandoli non impedisco agli altri di osservarli a loro volta. E rivendico anche il diritto dei miei figli ad immaginarsi in volo lassù, dove hanno sede prospettive diverse sul mondo.

La caccia, il bracconaggio è solo una ulteriore deriva, oggi è una attività che non merita nessun rispetto. È una azione di violenza gratuita perpetrata dal forte sul debole. Un atto indegno. Del quale chi lo compie dovrebbe vergognarsi in quanto individuo, m
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