IN-POST-AZIONI
Cultura e turismo sono vittime dei giochi politici: l'idea di un concorso internazionale
L'Orchestra Sinfonica Siciliana ha da poco perso il suo sovrintendente: e se invece i vertici di musei e grandi enti venissero selezionati con concorsi internazionali?
Il Politeama Garibaldi di Palermo
I sottogoverni sono, lo scrivo per chi è esterno al processo di creazione del consenso politico, gli strumenti attorno ai quali la politica crea il consenso elettorale che resta ancora il modo per ottenere quel potere che serve per gestire il governo ed i sottogoverni, quest’ultimi indispensabili per determinare il proprio consenso politico ed elettorale.
Questo processo avviene in tutti i comparti ed è un processo attivato da chiunque abbia un ruolo di governo.
Avviene negli ospedali, nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico, nelle fondazioni, nelle partecipate, ed ovunque vi sia una nomina che vale uno stipendio e che soprattutto determina stipendi di dipendenti pubblici e di servizi pubblici.
Il sovrintendente Giorgio Pace, che stimo e che ha fatto un ottimo lavoro, in questi tre anni, a detta dei numeri e non solo degli addetti ai lavori, non è esente a questo processo.
Il suo grande torto in questa fase storica è l’essere stato nominato da un assessore del precedente governo, circostanza che pesa oltre i suoi meriti di gestione, la sua sfortuna aggiuntiva è che il suo mandato sia in scadenza con la competizione elettorale.
Il momento nel quale la politica regionale passerà alla conta contro quel vento populistico che tanto spaventa la politica tradizionale.
La sua revoca apre un trimestre di commissariamento, poi la nomina del successore.
La storia dell’Orchestra Sinfonica è una storia antica e prestigiosa, non sta a me raccontarla, ma invito a leggere il bell’articolo di Piero Violante.
Quello che pare evidente in questo racconto è quanto nei tempi recenti l’Orchestra abbia la perso strada e smarrito la sua funzione.
Che nel suo glorioso passato era anche nella diffusione della musica e della musica moderna alle classi meno abbienti.
Io ho una mia idea sull’Orchestra Sinfonica ai nostri giorni. Io credo che si dovrebbe avviare un processo di rinnovamento che ne facesse una sorta di Orchestra del Mediterraneo, in grado di dare voce alle sonorità mediterranee, e quindi essere parte della narrazione della Sicilia e della appartenenza territoriale all’area mediterranea.
Ricordo peraltro che è finanziata dall’assessorato al Turismo. Con questo ruolo che le darebbe una identità anche territoriale potrebbe diventare parte della narrazione che la Sicilia del turismo prima o poi dovrà imparare a fare, se realmente vorremo attivarci oltre il potremmo all’idea di vivere di turismo.
Con questo ruolo potrebbe essere lo strumento per una narrazione sul territorio, ma anche per una narrazione nei teatri del mondo.
Il futuro del turismo passa dalle nuove tecnologie, dai collegamenti aerei, ma sempre e soprattutto da quello che di te hai da dire.
Ma questa è un’idea buona come un’altra, e non vi sono particolarmente affezionato.
Quello che penso, è che mi ha indotto a scrivere questa riflessione, è le direzione generale e la visione generale dovrebbe appartenere alla politica,possibilmente ad una politica che sappia guardare oltre le prossime elezioni, resta comunque la necessità di dare le redini del progetto culturale andando oltre lo schema dell’appartenenza politica.
Perché il gioco dell’alternanza politica quando determina il cambiamento dei vertici determina anche la fine del percorso, ed il risultato è che non si fa a tempo ad iniziare un processo che cambia il vento politico e si deve ripartire da capo.
Faccio pertanto mio ed invito a sottoscrivere questo appello di eminenti esponenti del mondo culturale cittadino, in favore di una scelta del management dell’Orchestra che sia effettuata con un pubblico concorso internazionale (qui la petizione su Change. org)
Sono anche contento che finalmente parte degli esponenti della cultura di questa città esprimano un’idea non faziosa, ma di struttura e di principio.
Io credo che il primo politico che avrà la forza di rinunciare ad un pezzetto della propria attitudine ad occupare un posto di sottogoverno avrà mostrato di essere non tanto il politico che è ma piuttosto il politico di cui c’è bisogno.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Lo sfarzo a Palermo, poi il furto e la crisi: i gioielli perduti di Donna Franca Florio