SCUOLA E UNIVERSITÀ
Sole 24 Ore, la classifica: in basso le università siciliane
Le università siciliane sono sempre più in basso nelle classifiche nazionali: per il Sole 24 Ore Palermo è al cinquantacinquesimo posto e Messina al quarantesimo
Ogni anno sempre più giù: è questo il trend negativo che si registra per gli atenei siciliani in tutte le classifiche sulle università più prestigiose in Italia. Un andamento che fa riflettere sul perché sono sempre di più i giovani costretti ad andar via dalla propria terra, alla ricerca di una migliore formazione accademica.
In base alla nuova classifica redatta dal Sole 24 Ore, per gli atenei siciliani si registrano dati negativi su vari aspetti: niente attrattività, poca ricerca e molta dispersione fanno delle università siciliane il fanalino di coda della classifica.
I dati sono chiari: mentre Messina è al quarantesimo posto, Palermo si trova poco più giù al cinquantacinquesimo, nonostante i timidi miglioramenti rispetto ai precedenti anni.
I dati ancor più allarmanti riguardano l'aspetto didattico, per il quale Catania e Messina perdono molti punti. In particolare, a preoccupare è la bassa percentuale di occupati a distanza di un anno dal conseguimento della laurea.
Il trend implica la necessità di un adeguamento dell'offerta formativa: ad Agrigento, ad esempio, la riduzione di iscritti è pari al 40% e le stime danno adito a ben poche speranze di miglioramento su questo fronte. Qualche alternativa per gli studenti che vogliono o devono restare in Sicilia c'è, e si chiama formazione online.
Questa soluzione ha come garanzie prezzi più contenuti e nessun costo aggiuntivo per spese ulteriori e correlate, come quelle cui sono costrette a far fronte le famiglie dei "fuori sede". Università con piattaforme e-learning come e-Campus offrono una formazione che spazia dalle più comuni lauree triennali, a quelle magistrali e anche interessanti master post laurea.
Tra i corsi attivi, quelli delle facoltà di Ingegneria, Psicologia, Economia e commercio, Scienze dell'educazione, Giurisprudenza e Scienze politiche. Si profila così una nuova opportunità per le famiglie che vogliano garantire un futuro migliore e una preparazione completa ai ragazzi, perché è ormai ovvio che la scelta dell’ateneo implica sempre di più la necessità di mantenere un figlio "fuori sede".
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