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Palermo che brucia e il "mistero" dell'autocombustione
Un pomeriggio di fuoco ha creato enormi disagi in tutta la città: le fiamme hanno avvolto Monte Pellegrino e diventano simbolo della rabbia e della paura dei palermitani
L'impotenza davanti al "promontorio più bello del mondo" attaccato da centinaia di focolai, i Canadair che gli ronzano attorno sfiorando i tetti dei palazzi e poi fumo, tantissimo fumo fino a nascondere uno spettacolo vergognoso.
La città assediata da ogni fronte, milioni di fiocchi di cenere sparse ovunque. Ma è solo una la certezza per molti: c'è chi vuol far male alla Sicilia. La possibilità infatti che tutti questi incendi si siano sviluppati spontaneamente e contemporaneamente è pressocché nulla.
I social sonno stati luogo di post come «Sostenere la tesi farlocca dell'autocombustione come causa scatenante degli incendi a Palermo è come dare per scontato che in Africa bruci sempre tutto perché fa troppo caldo» di William Anselmo, o «Terra mia cosa ti stanno facendo... Prima non ti rispettano e poi ti bruciano come fossi una strega» di Alvise Salerno.
C'è una convinzione manifestata più volte dal sentir comune, non dimostrata ma condivisa da molti quando ci si pone questa domanda: c'è qualcuno che può trarre guadagno da tutto ciò?
La giostra delle dichiarazioni di intenti da parte di politici e politicanti farà il suo solito giro per tornare - come sempre - al punto di partenza, ma intanto ieri sono stati registrati decine di ricoveri, ettari di terra bruciata, disagi in ogni parte della Sicilia settentrionale, per non dimenticare i momenti di paura al Rifugio del Cane Abbandonato della Favorita, dove sono stati messi in salvo 170 ospiti a quattro zampe.
Foto esterna di Giorgia Tusa Castelli
Foto interna di raffaelefranco.com
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