Un'iniziativa volta al recupero del rapporto diretto e attivo con la terra e la natura, che dà la possibilità ai cittadini di coltivare la terra per l’autoproduzione del cibo
Orto, uomo risorto. Non è solo l’ultima moda europea che fa tanto radical chic, ma una vera e propria rivoluzione bioetica che i cittadini palermitani stanno accogliendo con grande entusiasmo. È nato - nemmeno un anno fa - il primo
orto urbano condiviso a Palermo, in via Galletti 138 (nella borgata di Ciaculli).
L’orto urbano è l’iniziativa promossa dal
Codifas - Consorzio di Difesa dell’Agricoltura Siciliana, che ha lo scopo di recuperare il rapporto diretto e attivo con la terra e la natura, dando la possibilità ai cittadini di coltivare la terra per l’autoproduzione del cibo. L’iniziativa bioetica ben si sposa con la necessità di risparmiare e di mangiar sano. Si, perché parliamo di coltivazioni rigorosamente naturali, senza l’uso di diserbanti e concimi chimici.
Sin dall’ingresso nell’orto, si ha la sensazione di trovarsi in aperta campagna, in un’atmosfera bucolica, lontana dai rumori e dagli stress cittadini; eppure l’orto si trova a Palermo, in un terreno privato ceduto in comodato d’uso al Consorzio. Inizialmente era un ammasso di vegetazione spontanea, la stessa che ha preservato il suolo sottostante dall’inquinamento. Questo è poi stato decespugliato e dissodato da volontari di diverse etnie.
Il terreno è suddiviso in parcelle di 100 mq ciascuna, ognuna delle quali coltivabile con un canone di 30 euro al mese per un contratto minimo di 6 mesi, comprensivo di punto acqua. Ne basta una per due famiglie. Chiunque può improvvisarsi ortista per scalare la vetta che inizia dall’essere neofita a cittadino responsabile, capace di curare il proprio “orticello”. Nessuna paura per chi non si è mai sporcato le mani con la terra e non sa nulla di semina e raccolto: l’orto mette a disposizione i suoi tutor per consigli e supporto.
Gli ortisti possono dare sfogo alla propria fantasia scegliendo le coltivazioni che più aggradano (ad esclusione delle fave): broccoli, tenerumi, bietole, zucchine, erbe aromatiche. E anche le tisane diventano fai-da-te. A garantire la salubrità della terra e dei suoi frutti, è stato siglato un protocollo di intesa che vede una collaborazione tra il Codifas, l’Istituto Zoo-Profilattico e gli Assessorati Comunali alla Pubblica Istruzione e al Verde.
Il Codifas si impegna a ospitare le scuole per mostrare ai bambini l’orto e fargli vivere un’esperienza che insegni loro i fondamenti dei cicli vegetativi produttivi. Dal canto suo, l’istituto Zoo-Profilattico svolge periodicamente degli esami per garantire la salubrità dei prodotti dell’orto.
«Immaginiamo un modo nuovo di fare la spesa dove i prodotti non si trovano nei banchi frigo ma vengono raccolti dalla terra, quella stessa terra curata con amore da noi stessi - spiega Ambrogio Vario, presidente Codifas - il carrello di questa spesa non lo vogliamo pieno per metà. Nasce l’idea della formula “azienda a porte aperte” e si sta lavorando per costituire un gruppo di acquisto critico collettivo: le aziende portano i loro prodotti (pasta, formaggi, olio, frutta etc.) agli ortisti che, dopo averli provati, vengono sottoposti ai questionari di gradimento. Se l’azienda - che dovrà creare un rapporto di fiducia con la sua clientela - riscuoterà successo, in quanto al prezzo e al gusto, questa continuerà a fornire l’orto, garantendo, tra le altre cose, la tracciabilità del prodotto acquistato - caratteristica pressoché estinta in commercio. L’iniziativa, oltre a garantire a 360° la qualità di ciò che si mangia, servirà a rilanciare la microimprenditoria agricola siciliana e costituire una valida azione di disobbedienza civile».
A conti fatti, in un equilibrio tra qualità/prezzo e, soprattutto, nel rispetto della natura, l’orto urbano conviene a tutti: il consumatore diventa produttore accorciando drasticamente la lunga filiera che, inevitabilmente, lievita i prezzi di cui è schiavo. Si ripete il vecchio detto, modificato, orto, uomo risorto!