ARTE E ARCHITETTURA
Abbate alla galleria di Francesco Pantaleone
Una benda nera ricopre i volti immortalati e ritoccati nelle foto di Abbate, e ne soffoca la voce: la rivolta, il male oscuro, quasi addomesticato e censurato
Una serie di opere allestite nello spazio della galleria, nella penombra delle pareti grigio scuro, costruiscono un percorso eterogeneo di media artistici, tra fotografia, micro-sculture, installazioni e messaggi provocatori, scottanti documenti della “rivolta” in atto, in cui la schiettezza dell’immagine si sposa con l’onestà poetica dell’artista, franca e irriducibile, pur nella diversità degli elementi costitutivi. Una benda nera ricopre i volti immortalati e ritoccati nelle foto di Abbate, e ne soffoca la voce: la rivolta, il male oscuro, quasi addomesticato e censurato. Così come è nascosto il viso dello stesso artista in un grandissimo collage che lo ritrae vicino a diversi slogan urbani, firme dello spazio “rivoltoso” della città.
L’input ribelle passa anche attraverso l’esposizione e l’accostamento fisico degli strumenti della lotta, improvvisati e minacciosi, proprio perché invitano all’attacco e alla difesa coraggiosa, contemporaneamente: una pietra e una mazza da baseball, accompagnati da inequivocabili messaggi. L’artista della “rivolta” frantuma ogni ordine precostituito, rivelandone la fragilità superficiale, e ridecodifica l’assemblaggio degli elementi. La “rivolta” costituisce l’unica e comprensibile possibilità di senso: riveste il nuovo assetto del microcosmo del percorso espositivo, che riflette il macrocosmo del mondo. La mostra è visitabile il giovedì, dalle 16 alle 20, con ingresso gratuito. Per gli altri giorni è possibile su appuntamento, chiamando allo 091.332482.
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