STORIE

HomeNewsAttualitàStorie

Vive tra mirtilli, surf (e farina): Antonino, da Palermo a "pizza chef" in Australia

È stata dura lasciare la famiglia e gli amici quando nel novembre del 2018 ha deciso di andar via definitivamente dalla Sicilia. Vi raccontiamo la sua storia

Sara Abello
Giornalista
  • 29 dicembre 2024

Antonino

Segue le onde e si ritrova in Australia tra mirtilli, tavole da surf e farina: ecco chi è Antonino, che ha trovato la sua combo ideale nel Western Australia.

Lontano è lontano, ma il senso di libertà che sente sfiorargli la pelle è unico e vale ognuno degli oltre tredicimila chilometri che lo separano da Palermo. Proprio nel capoluogo siciliano è nato Antonino, quasi trent’anni fa, ma cresciuto a Capaci, su quelle coste che lo hanno plasmato e reso chi è adesso.

Nel 2014, dopo gli studi presso il liceo scientifico nella vicina Carini, aveva ben chiare le idee sui suoi prossimi progetti: «Desideravo partire ed esplorare il mondo - ricorda Antonino - Costruendo tutto sulla mia più grande passione, il surf da onda».

Una passione che è stata il motore della sua crescita e intorno alla quale ogni sua scelta è sempre ruotata. Riguardando indietro si chiede se forse sarebbe stato meglio proseguire con gli studi universitari, ma in fondo non c’è traccia di pentimento nelle sue scelte che oggi rendono la sua vita ricca e appagante.
Adv
In più, per costruire quel suo progetto di conoscere il mondo, sin da ragazzino Antonio dedicava le estati a svolgere dei lavoretti che gli dessero modo di concedersi un viaggio prima che ricominciasse la scuola a settembre. Anche all’epoca la meta era sempre dettata dalla ricerca delle onde: ed ecco Francia, Portogallo, Indonesia e Marocco.

Una passione sì, ma condita da studi ed esperienza. Dopo il diploma ha infatti deciso di trovare la chiave per poter trasmettere questa sua vocazione anche agli altri, e per questo è diventato istruttore di surf. Il tutto è stato possibile grazie all’aiuto di quella che all’epoca era una piccola realtà ma che oggi, a quasi quindici anni di distanza, resta l’unica scuola di surf autorizzata a Palermo.

Lavora con il gruppo per circa quattro anni, e contestualmente vive ancora a casa con i genitori così da riuscire a costruire, tassello dopo tassello, l’indipendenza economica e la fiducia da parte della sua famiglia riguardo a quella che sembrava una scelta lavorativa un po’ insolita se non addirittura rischiosa.

È stata dura lasciare la famiglia e gli amici quando nel novembre del 2018 ha deciso di andar via definitivamente dalla Sicilia. «Quando hai costruito negli anni rapporti solidi con chi ti circonda, la tua famiglia, gli amici e il luogo che ti ha visto crescere, non è semplice voltare pagina - racconta Antonino - In ogni persona e in ogni luogo è racchiuso un ricordo, un momento che porterai per sempre con te.

Ho pensato a lungo prima di determinare la mia scelta e decidere di voler drasticamente virare la rotta della mia vita. Ricordo bene che era un periodo, quello prima di partire, dove sentivo un senso di "prigionia" in cui tutto andava noiosamente bene ed io ero intrappolato in questa bolla».

Gli amici di una vita, la sua famiglia, il luogo in cui è nato, Antonino aveva fatto della sua passione un lavoro...una condizione invidiabile la sua, eppure non sentiva altro che il bisogno di stravolgere tutto e mettersi in gioco con nuovi stimoli e qualche inevitabile difficoltà. La spinta propulsiva come sempre è stata la sua passione per il surf, che lo ha portato a percorrere cammini lontani e dove aveva sempre sognato di trovarsi.

Sebbene la Sicilia gli avesse offerto tanto, a quel punto non aveva altro da dargli, almeno non le onde che cercava e che di certo non caratterizzano il Mediterraneo.

Vive in Australia da sei anni, e anche sull’altro versante del mondo, proprio come faceva a Capaci, ha basato la sua vita in funzione del moto ondoso e delle correnti che lo hanno portato da un punto all’altro del mondo. La scelta dei posti in cui vivere ovviamente è sempre ricaduta sulle zone costiere, sebbene il lavoro lo abbia portato a trascorrere anche lunghi periodi lontano.

Non di sole onde si può vivere, e soprattutto nel primo periodo Antonino ha dovuto confrontarsi con la realtà burocratica di un altro continente. Per questa ragione ha lavorato in farm, come molti ragazzi che giungono in Australia da tutto il resto del mondo, raccogliendo mirtilli e riuscendo così ad aggiornare, anno dopo anno, i permessi per soggiornare e concedersi la vita che desiderava in quella parte del pianeta.

Nel frattempo Antonino si è formato come pizzaiolo o pizza chef, come dicono in Australia, così lavorando sodo è stato in grado di gestire bene la sua vita, fatta non solo di correnti marine ma anche di case in affitto, auto e varie spese che caratterizzano il quotidiano ovunque ci si trovi.

Per fortuna il duro impegno gli ha anche permesso di concedersi qualche piacere, come le nuove tavole da surf, quelle che noi conosciamo dai telefilm, e un van per potersi muovere in lungo e in largo nel paese meraviglioso in cui ha scelto di vivere.

Proprio l’esperienza in van è stata per lui forse una delle più intense di questi anni trascorsi in Australia: viaggiare su quattro ruote e rendere ogni luogo in cui ci si ferma la tua casa, davanti l’oceano o tra i boschi, immerso nelle foreste tropicali del nord del paese o nel caratteristico deserto rosso della terra dei canguri gli hanno fatto scoprire la vera libertà che cercava.

Pianificando il suo futuro, Antonino ha anche in- tuito che coltivare il mestiere del pizzaiolo e lavorare in cucina gli avrebbe dato i mezzi per ottenere un visto permanente e quindi la cittadinanza, oltre alla disponibilità economica e di tempo per ritagliarsi il suo spazio tra le onde dell’oceano. Già in Italia aveva avuto modo di sperimentare il mondo della ristorazione, ma ai tempi non ne aveva tratto reale soddisfazione.

Anni dopo, un lavoro full time in una cucina nella South West Region del Western Australia, a poche ore a sud di Perth, abbastanza vicino la costa per raggiungere le onde, ha dato ad Antonino tutto ciò che ha sempre rincorso: una vita bilanciata tra il lavoro con la sua routine e le passioni della vita.

Ovviamente questo ragazzo palermitano sa bene quanto casa sia casa, incomparabile con il resto del mondo, quel giardino in cui affondare le proprie radici che lì si sono formate, il luogo in cui vive la sua famiglia e gli amici più cari, con i quali resta di vitale importanza mantenere i rapporti. In questi anni Antonino è quasi sempre riuscito a tornare periodicamente in Sicilia, conservando il piacere di ritrovarsi circondato dagli affetti più cari e scoprire che seppur le cose cambino così come le persone, i rapporti, l’amore e il calore di casa sia sempre immenso e riesca a scaldargli il cuore.

Una piccola ricarica di energie per affrontare la vita dall’altra parte del mondo con il lavoro, le pizze, gli amici nuovi e qualcuno più “vecchio”, insieme alle sue immancabili avventure tra le onde. Quella di Antonino Vassallo è ancora un’altra storia, un esempio dei tanti nostri conterranei che hanno corag- giosamente intrapreso un nuovo cammino di vita all’estero, o all’inverso tornando a casa. Ogni storia è unica davvero, e questa non è una frase fatta.

Confrontarsi con le esperienze di tantissime persone, una minima per- centuale rispetto a chi ancora oggi sceglie di andare o tornare, non può che far riflettere. Un’infinità di storie raccontate attaverso la tastiera, e spesso la penna, che toccano me che scrivo e voi che leggete, ognuna per un aspetto diverso, sebbene unite dallo stesso comun denominatore.

Ne abbiamo conosciute tante e quello che è certo è che ognuna meriti di essere raccontata. Ciascuno dei luoghi/ambientazioni di queste storie sono stati vissuti e percepiti da ognuno in maniera differente, per qualcuno Dubai è il paradiso, per altri una “gabbia fin- tamente dorata”, c’è chi vede la Germania come il luogo delle opportunità e chi è fuggito via per tornare nella sua Palermo.

L’invito che posso fare è solo uno e sarà sempre il medesimo: non giudicare, perché la Sicilia è stata ed è ancora oggi anche questo. Qui c’è la storia di Peppino, del quale condivido gli occhi, e di Calogero, dal quale probabilmente ho preso la passione per i dolci, e con loro le vite di Alessandra, Francesco, Rosalia e tanti altri.

Chi di noi non ha avuto un familiare che in passato, ma anche più di recente, si è trovato a scegliere per ragioni variegate di lasciare casa?

Quelle riportate sono le vite di persone che hanno avuto il bisogno di condividere la loro esperienza con noi, di essere ascoltati per sentirsi in un modo o nell’altro anche solo un briciolo più vicini a casa.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI