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Una "Sicilian Valley" per fermare la fuga dei cervelli: il sogno (realizzato) di Sabrina e Martina

Perché non creare una "Silicon Valley" anche in Sicilia? Fermare la fuga dei cervelli è l'obiettivo di queste due ragazze siciliane e del loro gruppo di lavoro. Come funziona

  • 18 giugno 2021

Da sinistra Martina Ferracane e Sabrina D'Andrea

"Stop the brain drain", fermare la fuga dei cervelli. O almeno provare a rendere la Sicilia un posto in cui restare e invertire quella tendenza che vede emigrare ogni anno circa 10.000 persone, di cui il 40% sono giovani.

Sabrina D'Andrea e Martina Ferracane sono due ragazze siciliane, si sono incontrate all'European University Institute di Firenze, dopo aver vissuto, studiato e lavorato all'estero, e si sono riconosciute nello stesso destino e nello stesso sogno: creare una Sicilian Valley che riesca a trattenere il capitale umano nella loro terra.

Sabrina ha appena terminato un dottorato in legge, più precisamente in diritto sociale, ed è interessata al mondo del terzo settore e alle questioni di sviluppo sostenibile, Martina è una maker e startupper, nel 2015 ha fondato il FabLab Western Sicily, un'associazione che promuove l'educazione digitale creativa nelle scuole siciliane e un paio di anni dopo ha co-fondato una startup che offre soluzioni di stampa 3D al settore odontoiatrico.
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Nel 2019 hanno cominciato a parlare di questa comune visione, poi la pandemia ha complicato un po' l'andamento di tutti i processi e oggi hanno ripreso in mano con entusiasmo le redini del loro progetto mettendo su un team di lavoro.

L'obiettivo della Sicilian Valley è quello di riunire in un'unica rete tutti gli attori dell'innovazione siciliana, che siano associazioni, enti privati e pubblici o imprese.

«In Sicilia esistono già tantissimi esempi di innovazione, solo che spesso i diversi attori che stanno lavorando al cambiamento non si conoscono tra loro - ci racconta Sabrina. - Innanzitutto quindi secondo noi è importante raccontare ciò che esiste e parallelamente agevolare lo scambio di contatti. Quello che abbiamo potuto constatare infatti è proprio la mancanza di una rete che abbia un effetto propulsore».

Negli ultimi anni hanno visto fiorire nuove iniziative d’eccellenza in ogni parte dell’isola, da Messina a Pantelleria.

«Noi e tanti altri siciliani abbiamo deciso di mettere le nostre energie e competenze al servizio di una visione di una Sicilia diversa, migliore, al di fuori di ogni stereotipo. Lo facciamo perché crediamo che i nostri giovani si meritino di più, si meritino di poter scegliere la loro terra come il luogo il cui poter studiare, lanciare la loro impresa e creare una famiglia, e si meritino di guardare al futuro con ottimismo e speranza.

Noi sogniamo una Sicilia diversa, una Sicilia in cui le eccellenze abbiano il supporto e gli strumenti necessari per emergere e contribuire allo sviluppo economico e sociale, una Sicilia in cui esista una comunità viva di innovatori ed imprenditori che si impegnano insieme per costruire il futuro.

Una Sicilia in cui raggiungere traguardi personali e professionali mettendo a disposizione il proprio talento sia la norma e non l’eccezione, una Sicilia in cui il pubblico ed il privato si complementino armonicamente per dare alla nostra terra il posto di primo piano che merita nel mondo.

Una Sicilia che attiri talenti, anziché lasciarseli scappare», si legge nel manifesto della Sicilian Valley sul loro sito web.

E la rivoluzione digitale, sostengono, offre gli strumenti necessari per mettere in atto questa trasformazione. «Alcuni di noi sono stati nella Silicon Valley - continua Sabrina. - A garantirne il successo e renderla famosa è stata la capacità dei portatori di nuove idee di fare rete, oltre alla collaborazione tra pubblico e privato che ha creato un ecosistema di innovazione, di sviluppo. E si sono chiesti ma perché la Sicilia non può fare lo stesso? Chiaramente in una dimensione più locale, europea».

Lo scorso 9 giugno si è tenuto, seppure ancora virtualmente, il primo incontro tra tutte le associazioni e aziende che hanno sottoscritto il manifesto e hanno aderito alla rete.

«Siamo stati molto felici di vedere un enorme entusiasmo, - racconta ancora Sabrina. - Il punto di debolezza, gli attori lo sanno bene ed è subito emerso nel primo incontro, è la mancanza di infrastrutture, la difficoltà di spostarsi in Sicilia che aumenta le distanze». Il prossimo step è fissare degli incontri mensili o comunque a una cadenza regolare e creare degli hub provinciali.

L'iniziativa è no-profit e il requisito per farne parte è ovviamente operare in Sicilia e avere una visione a lungo termine, fare innovazione, generare un impatto sociale e soprattutto avere quel mindset che guardi al futuro con ottimismo e speranza e punti a una crescita del territorio sana e sostenibile grazie alla collaborazione tra ragazzi con la stessa visione.
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